Investire in obbligazioni torna ad essere conveniente dopo che le banche centrali hanno deciso di aumentare i tassi di riferimento?
E’ questa la domanda, molto secca, che un nostro lettore ci ha posto. In effetti il sentiment sugli investimenti obbligazionari potrebbe davvero essere arrivato ad un punto di svolta. Dopo anni di scarsissimo appeal, le obbligazioni, parallelamente al cambio di approccio monetario deciso dalle banche centrali, hanno iniziato a ritrovare un certo lustro. L’interrogativo che l’investitore ci ha posto, quindi, è più che legittimo. Ciò non significa che la risposta sia affermativa.
Investimenti obbligazionari: aumentano i tassi
Negli ultimi anni investire in obbligazioni non è stato più di moda. Da un lato c’è stato il boom del fintech e dei piani di accumulo, dall’altro rendimenti obbligazionari nulli o praticamente sotto zero. Risultato di tutto questo è stato il crollo dell’interesse verso gli investimenti obbligazionari. Come sito dedicato al risparmio, molto spesso ci siamo trovati a moderare commenti di questo tipo: “e chi volete che compri queste obbligazioni con il rendimento nullo che offrono? Sul mercato c’è molto di meglio”. Come dare torto ad un’opinione simile?
Ma torniamo agli eventi. A partire da fine 2021, i rendimenti obbligazionari sono tornati a salire. Tutto ciò non è avvenuto in un momento causale ma in una fase ben precisa ossia quando è stato evidente a tutti che il boom dell’inflazione avrebbe costretto le banche centrali ad intervenire e a cambiare politica monetaria. Il resto è cronaca recente: quanto più la FED ci dà dentro con il rialzo del costo del denaro, tanto più i rendimenti obbligazionari crescono e l’appeal degli investimenti obbligazionari torna ad avere una qualche consistenza.
Due dati su tutti per ben inquadrare la svolta che si è verificata: restando nell’ambito delle obbligazioni statali, il rendimento del treasury a 10 anni è salito fino al 3% mentre quello dei nostri BTP è arrivato al 4%. Decisamente niente male.
Investire in obbligazioni torna a convenire? Mai perdere di lucidità
Fermo restando che i rendimenti obbligazioni sono in salita, questa tendenza è sufficiente per dire che investire in obbligazioni torna ad essere conveniente? In un recente articolo abbiamo parlato del rapporto esistente tra tassi e prezzi delle obbligazioni. Senza perderci nei calcoli (rimandiamo alle lettura dell’articolo linkato per chi volesse approfondire questo aspetto), il principio da tenere in considerazione è il seguente: quando i tassi salgono, allora i prezzi dei bond in circolazione scendono. Viceversa se i tassi scendono, allora i prezzi dei bond salgono.
Attualmente il mercato obbligazionario è alle prese con un rialzo dei rendimenti e ciò non fa altro che aumentare l’appeal degli investimenti in obbligazioni. Quindi il risparmiatore che acquista un BTP che rende il 4% può tranquillamente portarlo a scadenza e incassare il rendimento previsto. Nel caso in cui i tassi dovessero salire ancora, il prezzo del BTP, alla luce della correlazione messa in evidenza in precedenza, è destinato a scendere. In questa situazione vendere il BTP prima della scadenza, significherebbe ottenere un prezzo più bassi e quindi doversi accontentare.
Il guaio è che i tassi, rispetto a quelli attuali, potrebbe ancora salire. Di regola i rendimenti sono uguali o poco più alti dell’inflazione. Oggi l’indice dei prezzi al consumo è pari all’8%. Sicuramente, in futuro, l’inflazione scenderà anche perchè l’obiettivo di lungo termine della BCE è il 2%. Fino a quando ciò non avverrà, ci sarà sempre spazio per un rialzo dei tassi dei tassi di riferimento che, a sua volta, avrà impatto sui rendimenti.
In conclusione: nella situazione attuale, investire in obbligazioni è di nuovo conveniente. La strategia migliore è quella di portare a scadenza il titolo e immagazzinare un buon 3-4% di rendimento. Tantissimo rispetto a pochi mesi fa, poco se si considera che l’inflazione viaggia verso l’8%.
Buoni investimenti obbligazionari a tutti!