Per colpa dell’inflazione, negli ultimi 2 anni i capitali parcheggiati sul conto corrente e qui rimasti, hanno registrato una perdita netta del potere di acquisto del 9,8%. Secondo gli ultimi dati Istat aggiornati a giugno 2022, l’inflazione nell’ultimo anno nel nostro Paese ha raggiunto il picco del 7,8%: cifre monstre che stanno avendo notevoli ripercussioni sul costo della vita, aggravate da eventi collaterali come la guerra in Ucraina. Negli ultimi anni, parallelamente alla crescita dell’inflazione e al costo della vita, è aumentata anche la liquidità sul conto corrente: secondo gli ultimi dati Abi riportati dal Corriere della Sera, e anch’essi aggiornati a giugno 2022, la liquidità complessiva è di 1.840,7 miliardi di euro, crescendo del 12% negli ultimi 24 mesi.
Quanto pesa l’inflazione?
Nonostante l’aumento della ricchezza media delle famiglie italiane, però, l’effetto inflazionistico vanifica e brucia miliardi di euro. Per un totale di 205 miliardi di nuovi depositi, con la crescita del costo della vita, si è registrata una perdita di 160,20 miliardi. Insomma, c’è poco da esultare, perché la crescita della ricchezza familiare non ha tenuto il passo di quella inflazionistica e in un decennio il valore di 10 mila euro rischia di scendere a ben 7.000 euro, ovvero 3.000 euro come se non li avessimo mai avuti.
Dove mettere i tuoi risparmi?
Alla luce di quanto scritto, però, urge una domanda: se non li possiamo tenere sul conto corrente, dove mettiamo i nostri soldi? La prima domanda da porsi, in realtà, riguarda la temporalità del nostro futuro investimento: vogliamo che sia a breve o a lungo termine? Entrambe possono e devono essere la risposta giusta: in un’ottica di investimento, è necessario sempre diversificare, non solo sul prodotto sul quale si investe, ma anche sulla temporalità dello stesso.
I conti deposito e gli interessi al rialzo
A questo punto può essere utile pensare a versare delle somme in un conto deposito, libero o vincolato. Sotto questo aspetto, sono due le rispettive soluzioni che abbiamo approfondito e che potrebbero rappresentare un’ottima alternativa al conto corrente. La prima è Conto Progetto di Banca Progetto, che è un conto deposito non vincolato e dal quale puoi quindi prelevare somme senza problemi (ma con un preavviso di 32 giorni), e che garantisce un tasso dell’1,75% per chi apre ora fino al 31 dicembre 2022 e dell’1,50% fino al 31 dicembre 2023. Inoltre, fino al 31 dicembre del 2023, non dovrai pensare all’imposta di bollo, che è a carico della banca.
L’alternativa è il conto deposito illimity, che sulle somme vincolate garantisce dei rendimenti ottimali sul medio termine (ma è una promozione): si parte da un tasso di interesse dello 0,70% per 6 mesi fino all’1,15% per un anno, e al 2% per 2 anni. La soluzione migliore? Prolungare il vincolo fino a 36 mesi (2,10%), a 48 mesi (2,25%) o, ancor meglio, fino a 60 mesi (5 anni), perché per il periodo dell’offerta il tasso annuo lordo è del 2,75%.
I buoni fruttiferi postali sono più convenienti adesso
Alla pari dei conti deposito, i risparmiatori italiani che non vogliono essere travolti dalla perdita del potere di acquisto possono pensare ai buoni fruttiferi postali. C’è da precisare che i rendimenti non sono altissimi, ma i Bfp possono risultare uno strumento molto utile per azzerare i rischi di perdita del valore senza correre (scusate il gioco di parole) i rischi di un investimento più importante. Al momento, ci sentiremmo di consigliare i buoni fruttiferi a breve termine, che possano garantire un rendimento dell’1,5% in un breve lasso di tempo: il profilo di questo titolo postale risponde al Buono postale 3 anni premium.
Conto corrente fermo? Investire con il rischio
Si può pensare agli investimenti azionari in questo momento? Puntando su aziende lontane dagli spettri che aleggiano sulla nostra economia (cybersecurity, ad esempio, ma non solo), potrebbe essere una buona idea. La forma di investimento ideale per chi è alle prime armi può essere quella graduale, come riferisce Alessandro Allegri, ad di Ambrosetti Am. Il profilo corrisponde alla formula del Pac, ovvero del Piano di accumulo del capitale. Per Allegri, si tratta di uno strumento “molto semplice per gli investitori alle prime armi”, che “non richiede grandi capitali iniziali” e che soprattutto “aiuta a essere programmatici”, anche se è necessario “prestare molta attenzione alle commissioni”. Servirebbe pertanto procedere lentamente, gradualmente, studiando il mercato e prestando attenzione, ragionando però sul lungo termine.
Le criptovalute
Il mercato delle criptovalute è un settore che eleva il rischio all’ennesima potenza. A oggi, il valore delle criptovalute è quintuplicato rispetto al 2018, ma c’è anche da precisare che dalla primavera del 2022 ha perso oltre un terzo del suo valore. Quanto appena detto è emblematico per sottolineare che questo mercato è dominato da un’altissima volatilità e che il rischio di perdere (o il vantaggio di guadagnare) tanto può essere improvviso e a volte inaspettato. Anche in questo caso, se si vuole provare questo mercato, si consiglia di partire con cautela, per vedere prima di tutto come funziona questo tipo di investimento, se fa per noi, e soprattutto quanto credito (metaforico e letterale) dargli nella nostra strategia di diversificazione di investimenti. A oggi esistono diversi strumenti, come il conto Tinaba, che danno la possibilità di investire (in criptovalute e non solo), fornendo ai propri clienti un’app in cui far confluire tutto.
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