investimenti risparmi elezioni 2022

Il 25 settembre c’è un appuntamento molto importante per l’Italia e gli italiani: le elezioni 2022. Un evento, quello della chiamata alle urne, a cui a dire il vero siamo un po’ abituati, visto che dalla proclamazione della Repubblica a oggi ci sono stati ben 67 governi e 30 Presidenti del Consiglio. Siamo andati a curiosare sui programmi elettorali dei vari partiti per capire quali sono le promesse e le dichiarazioni in materia di investimenti, tassazione, risparmi e finanze personali.

Programma Fratelli d’Italia: flat tax e tetto ai dividendi

Fratelli d’Italia insiste particolarmente su una riforma dell’Irpef con introduzione progressiva del quoziente familiare e su un vecchio cavallo di battaglia, la flat tax per le partite Iva fino a 100 mila euro di fatturato.

Inoltre è previsto un innalzamento del limite all’utilizzo del denaro contante, che possa allinearsi alla media UE. Non sono previste patrimoniali, né dichiarate né mascherate, un motto questo che unisce l’intero centrodestra.

FdI punta sulla tutela dei risparmiatori e su una migliore accessibilità al credito per le PMI, definendo centrale il ruolo delle banche, per rimettere in moto l’economia reale.

Proseguendo, si prevede un tetto ai dividendi e una maggiore semplificazione dei prospetti informativi di prodotti finanziari che potrebbero rivelarsi inappropriati per i risparmiatori.

Programma PD: startup, accesso al credito e sviluppo del Fintech

Una patrimoniale non è accennata nemmeno nel programma elettorale del Partito Democratico, che punta invece alla lotta contro l’evasione fiscale, estendendo la tracciabilità dei pagamenti, potenziando le Agenzie Fiscali, riformando la riscossione e soprattutto premiando i contribuenti più leali e con posizioni tributarie regolari.

Per quanto riguarda le tasse, il PD vorrebbe lavorare su un aumento dell’aliquota dell’imposta sulle successioni e donazioni che superino i 5 milioni di euro: le maggiori risorse andrebbero a finanziare una dotazione di 10.000 euro da erogare ai giovani appena maggiorenni (importo proporzionale in base all’Isee familiare) per garantire la copertura su spese di casa, istruzione o lavoro.

Prevista una riduzione delle aliquote Irpef, un progressivo superamento dell’IRAP tramite una tassazione del reddito che deriva dall’attività d’impresa omologa a quella prevista per le società di capitale, la rimodulazione dell’IRES.

Inoltre, è prevista una estensione della detrazione Irpef del 50% a tutte le startup avviate dagli under 35 (non solo innovative).

A livello finanziario, si legge quanto segue: “Per garantire un più semplice accesso al credito, favoriremo gli strumenti di finanziamento complementari al credito bancario: emissioni obbligazionarie delle PMI, semplificazione e incentivazione della quotazione delle PMI, maggiore apporto degli investitori istituzionali nel sistema delle imprese, incentivi per la capitalizzazione delle PMI non quotate, potenziamento del Fondo nazionale per l’innovazione per il venture capital, sviluppo del Fintech e della finanza sostenibile”.

Infine, il PD intende rafforzare la previdenza complementare.

Programma M5S: previdenza complementare pubblica, database delle polizze dormienti e Raider Tax

In merito alla previdenza complementare, il Movimento 5 Stelle critica gli effetti inevasi della previdenza complementare fino a oggi in Italia, proponendo la creazione di un fondo pubblico gestito dall’Inps, aperto a tutti i lavoratori e ai cittadini inoccupati, collegato con la previdenza obbligatoria e con vantaggi e incentivi fiscali.

Inoltre, “la previsione di sistemi di investimento dei capitali nell’economia reale, raccolti in asset socialmente responsabili che siano in grado di assicurare adeguati rendimenti, dovrebbe essere la stella polare di questa proposta”. Stando a quanto scritto nel programma, “i risparmi raccolti attraverso il nuovo Fondo verrebbero amministrativamente gestiti da Inps”, mentre “la gestione degli investimenti sarebbe concessa a Cassa Depositi e Prestiti, che canalizzerebbe gli investimenti nel Paese, non solo in titoli di Stato, ma anche in investimenti infrastrutturali e in investimenti green-oriented”.

Un altro punto che si può leggere nel programma M5S è la volontà di introdurre la cosiddetta Raider Tax. Ecco quanto si legge: “In una fase contraddistinta dall’approfondirsi delle diseguaglianze, con alcuni settori che si sono arricchiti enormemente, soprattutto grazie a fenomeni speculativi, intendiamo introdurre una tassa nuova sulle transazioni finanziarie”. Si parla pertanto di una “Raider tax che incida con aliquote progressive crescenti, inversamente proporzionali al tempo di detenzione di un titolo, sulle transazioni finanziarie a carattere speculativo aventi a oggetto anche strumenti finanziari derivati e criptovalute”.

Non può mancare un paragrafo dedicato al risparmio: il Movimento intende istituire una banca dati delle polizze dormienti. “È necessario fare in modo che i parenti di persone decedute abbiano la possibilità di interrogare una banca dati in modo semplice e sicuro se risultino beneficiari di una qualsiasi polizza assicurativa”.

Programma Lega: Tobin Tax, investimenti in PMI e PIR

“Il compito dello Stato è tutelare il risparmio. Il compito delle banche è di aiutare a generarlo, non disperderlo”, si legge all’inizio del capitolo del programma elettorale leghista dedicato a banche e mercati, invero piuttosto ampio.

Diverse le misure principali proposte: tra queste spicca l’agevolazione del trattamento dei mutui, con un alleggerimento dei requisiti, per i soggetti che impiegano un capitale importante a garanzia e, sempre restando in tema di mutui, spunta la volontà di agevolare l’acquisto di seconde case e la portabilità del mutuo tra i Paesi Ue.

Un’altra proposta riguarda l’abolizione della Tobin Tax. “Affinché i mercati finanziari siano efficienti e procurino liquidità alle imprese, occorre eliminare gli ostacoli, primi fra tutti quelli relativi agli investimenti. Appare subito evidente come nel panorama italiano la prima misura asimmetrica da sopprimere sia la distorsiva Tobin Tax, imposta di derivazione comunitaria, che viene applicata solo in Italia e parzialmente in Francia” e che, stando ai dati del MEF, “non solo penalizza il settore finanziario italiano, ma di fatto non determina un significato gettito per lo Stato”.

Diverse misure riguardano anche le PMI, tramite meccanismi di incentivo. Come esplicitato nel programma, la Lega vuole “rendere strutturale la misura del credito d’imposta per le spese di consulenza relative alla quotazione delle piccole e medie imprese”.

Segnali di vicinanza ai risparmiatori che decidono di investire sull’economia reale, sono rappresentati dalla volontà di rafforzare gli incentivi fiscali, tramite strumenti finanziari quali i PIR, i PIR alternativi, piattaforme di crowdfunding, MTF o capitale delle imprese. A tutto questo si aggiunge un programma di educazione finanziaria.

Per aiutare le startup e le PMI innovative e gli investimenti in esse confluenti, si prevede la “defiscalizzazione delle plusvalenze e delle minusvalenze su investimenti destinati a investimenti in start-up”, quindi la detassazione delle plusvalenze realizzate dalle persone fisiche mediante disinvestimento, se le somme incassate sono poi reinvestite entro 4 anni in una startup innovativa.

La Lega è anche l’unico partito che nel suo programma dedica un paragrafo a nuovi strumenti della finanza digitale, come le criptovalute, i NFT e il metaverso. Qui si propone di introdurre un quadro normativo per definire e classificare le criptovalute e i token, nonché individuare misure per il trattamento fiscale delle monete elettroniche per conferire maggiore certezze a tutti gli operatori del settore.

Come gli omologhi di FdI, anche la Lega vuole innalzare il limite all’utilizzo del contante. Per quanto riguarda l’utilizzo delle carte di credito e carte di debito, si vuole abbattere il costo delle commissioni, allineandosi al regolamento Ue che prevede che i costi massimi per l’uso del Bancomat e delle carte di credito siano rispettivamente pari allo 0,2% e allo 0,3%.

Programma Forza Italia: flat tax e riduzione pressione fiscale

Forza Italia spinge su alcuni punti chiave comuni a tutto il centrodestra, restando improntata particolarmente sugli aspetti fiscali. Torna quindi la volontà di istituire la flat tax per le partite Iva con fatturato annuo non superiore a 100.000 euro, la consueta pace fiscale, il no a qualsiasi patrimoniale o provvedimento similare e la riduzione della pressione fiscale per famiglie, imprese e lavoratori autonomi.

Programma Terzo Polo: Pir ordinari e istituzionali e investimenti in startup

Anche il Terzo Polo punta molto sugli aspetti fiscali, focalizzandosi su una riduzione della pressione fiscale, tramite il taglio dell’Irpef e l’abolizione completa dell’Irap, il passaggio a un sistema con 2 aliquote Iva e la riduzione della tassazione del risparmio, “unificando le categorie redditi da capitale e redditi diversi di natura finanziaria, in modo da consentire le compensazioni”.

Inoltre si punta a un rafforzamento dei Pir ordinari e alternativi e alla creazione dei Pir istituzionali e all’istituzione di programmi di incentivazione all’attivazione di piani di previdenza complementare per gli under 35.  

Focus anche sulle start up, e in particolare sugli investimenti privati in fondi di venture capitale e in startup, per l’appunto, con la proposta di “eliminare del tutto la tassazione del capital gain sugli investimenti in startup e venture capitale” aumentando l’incentivo fiscale per chi investe, al fine di “attrarre una quota maggiore di investimento di fondi pensione ed enti assicurativi nell’economia reale”.

Programma Alleanza Verdi e Sinistra: abolizione imposta di bollo sugli investimenti e patrimoniale

A livello fiscale il Programma Alleanza Verdi e Sinistra punta su una esenzione dalle imposte per redditi fino a 12.000 euro, con una tassa progressiva fino al 65% su redditi oltre 10 milioni di euro.

Nel programma si legge anche l’intenzione di abolire l’IMU e l’imposta di bollo sugli investimenti, per istituire una “imposta patrimoniale personale, unica e progressiva, che gravi sull’insieme di tutti i beni mobili e immobili, di qualsiasi natura”. Da qui la proposta di “aumentare la tassazione sui patrimoni o superiori a 5 milioni di euro, con un’imposta progressiva che cresca fino al 2% oltre i 50 milioni”.

La lotta contro l’evasione fiscale sarà effettuata promuovendo l’uso della moneta elettronica, usando le banche per incrociare i dati dei contribuenti, rafforzando la fatturazione elettronica e lo split payment, in particolare su acquisti online e tramite POS.