Non solo le bollette della luce e del gas rischiano di essere dei salassi per le famiglie italiane, adesso anche il pellet è più caro rispetto alla norma. Il motivo? Il conflitto in Ucraina, il minor quantitativo di gas nei Paesi dai quali ci riforniamo di questo combustibile “alternativo” e quindi la maggiore domanda, a cui corrisponde una minore offerta e un prezzo sempre più alto. Basti considerare che fino all’anno scorso un sacco di pellet da 15 kg costava circa la metà di quanto costa adesso.
Il momento migliore per fare rifornimento di pellet? È passato
Bisognava fare rifornimento tra la primavera e l’estate, più precisamente tra maggio e luglio, per avere prezzi più convenienti. Ora, però, non serve a nulla piangere sul latte versato: meglio capire subito come e dove risparmiare, ma prima ancora meglio capire perché il pellet oggi costa così tanto rispetto all’anno scorso.
Pellet più caro: perché?
Il pellet, nato da una crisi energetica (quella del 1973), è ultimamente al massimo della richiesta da parte dei contribuenti, che vorrebbero iniziare a scaldarsi con gli scarti di lavorazione del legno, un metodo di riscaldamento più economico rispetto a quello tradizionale, su cui graverà il peso di bollette dagli importi sempre più ingenti.
Il nostro Paese acquista pellet principalmente da Paesi come Austria, Slovenia e Germania: anche in questi territori, però, la crisi del gas si fa sentire e pertanto la domanda di pellet aumenta, con la conseguente diminuzione dell’offerta e il rincaro sui prezzi.
Probabilmente molti di noi hanno acquistato stufe a pellet poco tempo fa e adesso si ritrovano davanti al rischio di pagare comunque tanto per l’acquisto di questo combustibile, vanificando così l’economia di una decisione presa in tempi meno sospetti.
Come risparmiare sul costo del pellet?
Nonostante l’aumento dei costi del pellet, è possibile comunque trovare delle soluzioni per risparmiare di più.
Innanzitutto, e questo vale per tutti i beni di prima necessità, consigliamo di confrontare i prezzi non solo tra i vari supermercati, ma anche tra i negozi fisici e online. È risaputo, ad esempio, che acquistare scorte di prodotti, come possono essere detersivi o prodotti per la pulizia della lavastoviglie, può essere molto più conveniente online che al supermercato. Lo stesso dicasi per il pellet? Non sempre.
Ed è proprio per questo che la raccomandazione più semplice è quella di prendersi un po’ di tempo per redigere schemini e tabelle e vedere dove co0sta di meno la roba, pellet compreso, puntando così sul prezzo più economico.
Inoltre, acquistare pellet sfuso invece che in pacchi già confezionati costa di meno, per ovvie ragioni di costi del “packaging”.
Bonus stufe a pellet: come funziona e chi può richiederlo
Chi è interessato ad acquistare una stufa a pellet, ma ha il timore di farlo proprio per via dei rincari sopraccitati, non deve demordere.
Risulta disponibile un vero e proprio bonus stufe a pellet proprio per tutti coloro i quali intendono cambiare metodo di riscaldamento e darsi a questo combustibile che, peraltro, è anche più ecologico, visto che non produce sostanze nocive durante il processo di combustione.
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Il bonus stufe è chiamato così per comodità, ma invero rientra in altri tipi di detrazione, vediamo in quali e come:
- Ecobonus: le detrazioni vanno dal 50% all’85%, con detrazione del 50% per l’installazione di impianti di climatizzazione invernali con generatori di calore a biomassa e del 65% per interventi finalizzati al miglioramento energetico della casa. In questo caso il limite di spesa per l’acquisto e l’installazione della stufa è di 30.000 €, mentre per i condomini la detrazione sale al 70-75% (limite massimo di spesa 40.000 euro per unità immobiliare) e all’80-85% con limite di spesa di 136.000 euro per ogni appartamento, in caso di intervento di miglioramento anti-sismico.
- Superbonus 110%: tra gli interventi che rientrano in questo bonus figura anche la sostituzione dell’impianto di climatizzazione invernale con uno a biomassa che migliori le prestazioni energetiche dell’edificio (con balzo di massimo 2 classi). Per i condomini vale anche per il 2023, per le case unifamiliari, invece, è in scadenza. I limiti di spesa sono di 30.000 euro pe le unifamiliari o indipendenti, di 20.000 euro per i condomini fino a 8 unità immobiliare e di 15.000 euro per i condomini con oltre 8 unità abitative.
- Bonus Ristrutturazione 50%: questo bonus è valido fino al 31 dicembre 2024 e riguarda gli interventi di manutenzione straordinaria, tra cui l’acquisto di impianti alimentati da fonte rinnovabili, pellet compreso. La detrazione della spesa è fino al 50% per un importo massimo di 96.000 euro (sia per unifamiliari, sia per unità immobiliari singole presenti nei condomini).
- Conto Termico GSE: in caso di sostituzione di un vecchio impianto di climatizzazione o di una vecchia stufa con un nuovo impianto alimentato da fonti rinnovabili (tra cui la stufa a pellet), è possibile richiedere il rimborso, con un recupero fino a massimo il 65% della spesa sostenuta. Il rimborso è accreditato sul conto corrente entro 2 mesi (per importi superiori a 5.000 euro anche in più rate annuali, fino a un massimo di 5 anni), ma non si applica su tutte le stufe a pellet, bensì solamente su quelle elencate dal GSE.