Ieri sera a mercati chiusi, il Tesoro con un comunicato stampa stringato, ha annunciato di aver dato mandato ad un pool di banche per l’emissione sindacata di un nuovo BTP benchmark a 30 anni (scadenza 1 ottobre 2053) da effettuarsi nel momento in cui le condizioni di mercato rendono possibile lo svolgimento dell’operazione. Nel comunicato non vengono indicate tempistiche e l’informazione fornita dal MEF riguarda la composizione del pool di banche incaricate di effettuare il collocamento sindacato (per la cronaca Deutsche Bank A.G., J.P. Morgan SE, Nomura Financial Products Europe GmbH, Société Générale Inv. Banking e UniCredit S.p.A). Questa informazione interessa però poco.
Molto più interessante è provare a capire quali potrebbero essere le condizioni del nuovo BTP a 30 anni e in particolare quale potrebbe essere il rendimento offerto. Si può pensare che sia presto per simili interrogativi visto che il Tesoro non ha annunciato quando si terrà l’emissione sindacata. In realtà l’esperienza ci spinge ad affermare che il collocamento potrebbe essere già in corso proprio in queste ore con i risultati definitivi che arriverebbero nel pomeriggio. Infatti quando il Tesoro annuncia il lancio di un collocamento sindacato di BTP, l’operazione si tiene quasi sempre il giorno dopo.
Nuovo BTP a 30 anni sindacato: previsioni sul rendimento
Il lancio del nuovo BTP a 30 anni con asta sindacata non era previsto dal calendario emissioni BTP/BOT di febbraio. Tuttavia già da tempo il Tesoro sta abituando a questo modo di fare con l’introduzione, tra le aste riservate agli investitori normali, anche di collocamenti sindacati.
Premesso questo, il titolo di stato da usare come riferimento per provare a tracciare delle previsioni sul rendimento è il BTP a 30 anni scadenza 1 settembre 2052 che offre una cedola del 2,15%. Una percentuale magra tuttavia va considerato che questo titolo a 30 anni venne emesso a gennaio 2022 e allora sui mercati si respirava un’aria ben diversa (giusto per fare due esempi, la guerra in Ucraina non era scoppiata e l’inflazione per la stragrande maggioranza dei banchieri era transitoria). Attualmente il BTP a 30 anni settembre 2052 offre sul secondario un rendimento lordo a scadenza di circa il 4,4%.
Cosa possiamo ipotizzare alla luce di queste informazioni? Semplicemente che il Tesoro dovrà rendere appetibile il BTP trentennale che è in collocamento in queste ore e per farlo servirà un rendimento di almeno il 4,5%. Solo offrendo una cedola simile, l’investitore può essere spinto a scegliere il nuovo BTP a 30 anni e non quello vecchio che si può trovare sul secondario.
Questo ragionamento vale in teoria poichè, come noto, quando si parla di confronto tra BTP diventa fondamentale l’intenzione dell’investitore. E allora chi è alla ricerca subito di rendimenti alti potrebbe puntare sul nuovo BTP a 30 anni scadenza 1 ottobre 2053 che, se è vera la previsione del 4,5%, potrebbe subito offrire una remunerazione del 4% netto contro il 3% del vecchio BTP 2052.
Il discorso, però, cambia se si tiene in considerazione la spesa che si è chiamati a sopportare. Considerando i prezzi attuali (immagine in basso), a parità di investimento iniziale con il BTP 2052 si spende di meno.
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Questi i due punti di divergenza tra vecchio e nuovo BTP trentennale. C’è poi una caratteristica in comune: entrambi sono adatti ad un profilo di investitore che orienta la composizione del suo portafoglio sulle prossime mosse della BCE. E’ un dato di fatto che man mano che l’inflazione perderà di mordente, il ritmo di rialzo dei tassi dell’EuroTower è destinato a calare fino a spegnersi del tutto. Sarà in quel momento che i 2 BTP a 30 anni potranno evidenziare tutto il loro potenziale.