Che fine ha fatto l’idea del governo di emettere un BTP autarchico? Fino ad un mese fa il tema era molto battuto tanto che la prima emissione patriottica sembra essere sono una questione di tempo. Sono poi passate le settimane e, complice anche il clima semifestivo che ha imperversato per tutto aprile, del BTP patriottico della Meloni si sono un pò perse le tracce.
Un lettore ci ha ha quindi chiesto un parere in merito alla possibilità che nei prossimi mesi possa essere emesso un BTP tricolore.
Contrariamente a quello che si potrebbe desumere limitando l’analisi al flusso di notizie, noi (in quanto investitori) siamo dell’avviso che la prima emissione del BTP autarchico sia solo una questione di tempo e che quindi il progetto non sia stata accantonato dal governo Meloni.
Ci sono tutta una serie di elementi che inducono in questa direzione. Le recenti emissioni di BTP e BOT (esempio con riferimento ad aprile) hanno confermato l’attitudine del governo a puntare sui tempi rapidi per il conseguimento del soddisfacimento del fabbisogno di debito pubblico.
Inoltre il MEF gestione Meloni sembra avere una preferenza a riaprire le aste BOT tanto che oramai ogni mese c’è almeno una riapertura. E poi ci sono le dichiarazioni molto chiare che arrivano dall’esecutivo: il debito italiano (mostruoso) deve essere messo al riparto dalla speculazione incrementando il numero di italiani che detengono quote di debito pubblico.
Una soluzione possibile solo perchè la ricchezza finanziaria delle famiglia italiane è molto consistente collocandosi ai primissimi posti della classifica mondiale.
Addirittura secondo i dati della Banca d’Italia durante la pandemia gli italiani hanno accumulato qualcosa come oltre 34 miliardi di euro e questo nonostante la zavorra dell’inflazione.
BTP autarchico quando arriverà?
E allora se le idee da parte dell’esecutivo sono così chiare, quando arriverà il BTP patriottico? Dal ministero i segnali sono molto incoraggianti: il provvedimento che definisce il BTP sovranista sarà emanato assieme ad un decreto legge, anche esso, perlomeno nelle linee generali, già definito, che rende più semplice l’iter per le IPO su Borsa Italiana.
Se ultimamente lo sprint iniziale sembra essersi perso è perchè il governo non vuole fallire nel senso che sarebbe un bel problema per Meloni & C. se gli italiani non dovessero accogliere positivamente il BTP autarchico.
Il fatto è che per quanto si possa oggi parlare di BTP-mania, in realtà, l’appeal dei risparmiatori retail verso i titoli di stato è molto basso. Gli acquirenti delle aste di titoli di stato sono soprattutto istituzionali o comunque esteri. Quindi nonostante le previsioni sui rendimenti BTP 2023 siano positive, comunque ad investire è una minoranza. Secondo Assogestioni oltre la metà degli italiani non ha proprio intenzione di comprare titoli di Stato italiani di alcun genere. Non solo ma ad oggi le famiglie italiane posseggono circa 1.835 miliardi in conti bancari che sono soprattutto infruttiferi mentre l’investimento in titoli di stato arriva a stenti a 150 miliardi.
C’è tutto un mondo (che è la maggioranza) che non partecipa al sostegno del debito italiano. Insomma patria o non patria non è proprio il contesto ideale per il BTP autarchico.
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BTP autarchico caratteristiche previste
Anche quelle che saranno le caratteristiche del BTP sovranista sono pressocchè definite. Il titolo dovrebbe prevedere la possibilità di detrazione del 30% sul montante investito dall’imposta sul reddito entro un tetto massimo di 30mila euro di capitale che verrebbe ammesso alla detrazione. La scadenza sarà a 5 o 10 anni. Il BTP patriottico, inoltre, potrà essere sottoscritto solo persone fisiche residenti in Italia e una parte del suo rendimento sarà legato all’andamento del PIL tricolore. Non potrà essere pignorato e in caso di caso di donazione non è soggetto all’imposta.
Tutto molto bello ma il problema è che tra queste caratteristiche ve ne sono alcune che non possono proprio essere accettate dall’Unione Europea. I BTP autarchici, infatti, con il meccanismo di detrazione a favore dei residenti in Italia, viola il meccanismo di uguaglianza di tutti i cittadini europei. E’ palesemente vietata dai regolamenti dell’UE l’introduzione di sussidi a favore di quegli italiani che comprano titoli di stato. Ed è altrettanto vietata l’introduzione di di vincoli di portafoglio a investitori istituzionali come ad esempio le banche, le assicurazioni o i fondi comuni di investimento, affinchè investano in titoli di Stato.
Insomma se tuto sembrava essere fatto per il BTP autarchico e invece di concreto non si vede nulla è probabilmente proprio perchè il governo Meloni è consapevole di queste problematiche.