Gli ETF Bitcoin Spot potrebbero presto essere una realtà. Circa un anno fa Bloomberg aveva ipotizzato che verso metà 2023 la SEC avrebbe potuto rompere gli indugi dando il suo via libera alle negoziazioni di ETF basati su Bitcoin.
E proprio a distanza di un anno giunge notizia che l’americana ARK Invest di Cathie Wood e l’europea 21Shares sono tornare alla carica chiedendo, per la terza volta, all’autorità statunitense di controllo su scambi e mercati di approvare la creazione di un exchange traded fund spot su Bitcoin.
I precedenti due tentativi sono falliti ma adesso molti analisti ritengono che i tempi finalmente sia maturi per il tanto atteso via libera.
In realtà, però, anche questa volta la situazione è molto complessa visto che proprio negli Usa da mesi si sta parlando di una stretta normativa su Bitcoin e criptovalute. Insomma il momento non sembra essere dei più favorevoli eppure, guardando la questione da un altro punto di vista, si potrebbe ipotizzare che proprio la fase di enorme incertezza porti la SEC a considerare la possibilità di valutare positivamente la quotazione di ETF su Bitcoin Spot in modo tale da mettere sotto il controllo delle “sue” regole questo spezzone di mercato crypto.
E in effetti proprio un anno fa la SEC ha iniziato ad ampliare la definizione di exchange con l’obiettivo di far rientrare in questa categoria anche la piattaforme di criptovalute, un passaggio che potrebbe essere propedeutico proprio all’autorizzazione degli ETF Spot su Bitcoin.
Ad oggi esistono già numerosi ETF Bitcoin (qui la lista dei migliori dell’anno) ma sono tutti basati sui Futures BTC (ossia sul possibile valore futuro della crypto). Al tempo stesso è anche possibile investire sulle oscillazioni di prezzo del Bitcoin attraverso strumenti derivati come i CFD che permettono di speculare sulle differenze di prezzo e quindi di poter far trading anche al ribasso (short trading).
Insomma per chi vuole investire in criptovalute, le opzioni non mancano e la possibilità di comprare ETF su Bitcoin Sport sarebbe solo un di più.
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ETF Spot Bitcoin: una sfida lunga due anni
Già da due anni le società di crypto-investimenti sono alle prese con un braccio di ferro con la SEC. Era infatti giugno 2021 quando per la prima volta sempre ARK Invest e 21Shares inoltravano alla SEC domanda per autorizzare un ETF su Bitcoin Spot. Ad aprile dell’anno successivo la SEC si espresse bocciando la proposta e affermando che il prodotto non era in linea con quelli che erano i requisiti per la quotazione di uno strumento finanziario alla luce della normativa vigente.
Neppure un mese dopo il “no” della SEC Cathie Wood e 21Shares, oramai sempre più attive nel segmento crypto, tornarono nuovamente alla carica con un secondo tentativo di via libera. Ancora una volta dalla SEC arrivò un secco “stop”. Questa volta l’autorità di controllo Usa affermò che il Bitcoin Spot non protegge gli investitori e l’interesse pubblico dal rischio di frodi e manipolazioni di mercato. Si tenga bene a mente questa formula poichè essa è il leitmotiv a cui la SEC ha sempre fatto ricorso nell’ultimo anno per spiegare il suo ostracismo.
Negli ultimi mesi il braccio di ferro tra la SEC e le società di crypto-investimenti è diventato sempre più duro finendo anche nelle aule dei tribunali Usa. La Digital Currency Group (DCG) che si è vista respingere la domanda di trasformare il suo fondo di investimento Grayscale Bitcoin Investment Trust (GBTC) in un ETF spot su Bitcoin, è passata alle vie legali denunciando l’autorità Usa. Non è escluso che mosse simili possano fare ulteriore pressione sulla SEC spingendola a cambiare posizione.