Negli ultimi mesi l’hype nei confronti dei BTP ha registrato un forte aumento. Ai titoli di stato italiani si sono avvicinati anche investitori che negli anni passati ai bond sovrani avevano dedicato una quota irrisoria dei loro portafogli.
Grazie all’aumento dei rendimenti della carta italiana e al crollo dell’attitudine al rischio, i BTP sono diventati un porto sicuro che, a differenza del passato, ora permette anche di far fruttare i risparmi.
Del resto l’alternativa sarebbe la progressiva erosione dei soldi lasciati sul conto corrente a causa del boom dell’inflazione e del braccino corto delle banche italiane che sui depositi continuano ad offrire il nulla.
Un anno fa nessuno lo avrebbe detto ma oggi i cari e vecchi BTP consentono di maturare una buona rendita periodica. E’ sbagliato, però, pensare che sia sufficiente comprare BTP per garantirsi un rendimento soddisfacente negli anni di durata del titolo. Come recentemente affermato in un report dell’AIPB (Associazione Italiana Private Banking) i BTP possono essere fondamentali in ottica investimento…ma solo se si sa come maneggiarli.
Investire in BTP implica rischi che però si possono ridurre
Vero è che i BTP uno dei pochi asset dove mettere i risparmi senza tanti rischi (e questo da sempre), tuttavia soprattutto chi è alle prime armi con i titoli di stato italiani, potrebbe pensare che il fattore rischio sia pari a 0.
In realtà non è così. Primo perchè tutti gli investimenti, per quanto si possano ritenere sicuri, hanno un certo profilo di rischio e secondo perchè ci sono tutta una serie di fattori da considerare prima della sottoscrizione.
Non ci riferiamo solo al livello di rischio (rating sovrano). Tutti sanno che i nostri BTP non sono la carta tedesca ma non tutti sanno che i titoli di stato fanno i conti anche con il rischio connesso ai tassi di interesse che non si potrà mai cancellare visto che i rendimenti dei titoli di stato sono legati alle decisioni sui tassi della BCE. Tra i vari BTP ad essere maggiormente esposti al rischio legato ai tassi di interesse sono quelli di lunga durata che sono più suscettibili alle variazioni di prezzo.
Effettua da solo la comparazione >>> Migliori BTP a lunga scadenza (e non) da acquistare nel 2023: rendimenti più alti
La buona notizia è che prestando molta attenzione alla selezione è possibile individuare quei BTP che permettono di assicurarsi una buona rendita per un limitato periodo di tempo.
2 BTP per investire i risparmi a 2 anni con obiettivo rendita
Sulle lunghezze corte, il peso dei rischi connessi ai BTP si abbassa. Per questo ci siamo dilettati ad individuare alcuni BTP con durata biennale che possono davvero generare una buona rendita.
Poichè, come certamente sapranno gli amici risparmiatori sapranno, su questo sito non offriamo consulenza di alcun tipo, abbiamo optato per 2 diverse soluzioni in modo tale da dare della alternative. Eccole qui:
- BTP scadenza 15 maggio 2025 (ISIN IT0005327306 e denominazione Btp Tf 1,45% Mg25 Eur): cedola 1,45% e rendimento netto a scadenza del 2,8%
- BTP scadenza 1 marzo 2023 (ISIN IT0004513641 e denominazione Btp-1mz25 5%): cedola 5% e rendimento netto a scadenza del 2,85%
Attualmente il primo BTP ha una quotazione pari a 95,6 (sotto la pari) mentre il secondo scambia sopra la pari a 102,99.
Ebbene questi 2 BTP di pari durata si rivolgono a tipologie di investitori completamente diverse tra loro: il BTP scadenza 15 maggio 2025 sembra essere più profilato per quei risparmiatori che guardano soprattutto al premio finale e che quindi sono disposti oggi ad incassare di meno e quindi ad accontentarsi. Il secondo, quello in scadenza l’1 marzo 2023, si rivolge a questi risparmiatori che puntano subito ad avere una cedola golosa fino alla scadenza.
Ovviamente in un caso e nell’altro c’è sempre la possibilità, teorica, di vendere prima sul secondario.
Dai un occhio agli strumenti operativi >>> Vendere BTP prima della scadenza: pro e contro. Esempio pratico
Investire a 2 anni neutralizzando rischio cambio e rischio liquidità
Qualche amico investitore nuovo al mercato dei titoli di stato (magari perchè fino ad ora ha solo fatto trading sugli ETF), potrebbe pensare che i 2 BTP segnalati nel precedente paragrafo saranno si potenzialmente ideali per avere una rendita per 2 anni ma comunque dovranno fare i conti con i rischi tipici degli investimenti ossia cambio e liquidità.
Ebbene non è affatto così! Non è che nel penultimo paragrafo ci siamo scordati di citare liquidità e cambio. Questi 2 rischi non ci sono quando si tratta di investire in BTP. Il rischio cambio non avrebbe neppure senso visto che i BTP sono emessi nella moneta con corso legale e il rischio di liquidità, teoricamente presente, praticamente è alquanto improbabile visto che i volumi sono molto alti a prescindere dal frame temporale. Insomma strada in discesa.