In qualità di investitore in BTP, quali titoli dovrei inserire in portafoglio per potermi garantire una rendita anche di una certa consistenza senza dovermi sobbarcare un alto profilo di rischio?
Ogni settimana arrivano alla nostra casella di posta, tante domande come questa. Come specificato RisparmiOggi non offre alcuna consulenza personalizzata nè tantomeno consigli di investimento ed è per questo che non rispondiamo mai a livello individuale. Le mail però non le ignoriamo ma le utilizziamo per trarre spunto per alcuni post tematici che, lo ricordiamo, sono solo il nostro punto di vista.
A proposito di BTP per garantirsi una rendita, è logico non attendersi chissà quali remunerazioni. Vero è che i rendimenti dei titoli di stato italiani sono da tempo in crescita e che ai BTP si sono da tempo avvicinati anche investitori più speculativi, tuttavia parliamo sempre di obbligazioni statali che sono garantite dalla Repubblica. Il profilo di rischio è quindi molto basso e questo impatta sull’ammontare della rendita che si può pensare di avere investendo in BTP. Ad ogni modo gli amici investitori hanno oramai imparato che, in tempi di inflazione galoppante e di tassi di interesse alti, i BTP sono una strada pratica per far fruttare i risparmi e salvaguardare, almeno in parte, il proprio capitale.
Cosa è la rendita dei BTP
Molti amici associano il termine rendita unicamente ad investimenti ad alto rischio. Chi non ha un conoscente che, almeno una volta, se ne è uscito con la solita affermazione sul cugino che sta percependo una rendita del 30% investendo in questo o quel prodotto esotico? Bene, rendita è che un termine che si associa ai BTP che esotici non sono (anzi sono italianissimi e soprattutto sicuri).
La rendita dei BTP altro non è che la cedola che i titoli periodicamente staccano. Non si tratta di una informazione segreta ma di un dato che è noto fin dal momento dell’annuncio d’asta. E del resto l’ammontare della rendita/cedola è indicato nella stessa denominazione del BTP. Inoltre la cedola/rendita è sempre stabile fino alla scadenza (se dovesse cambiare significherebbe ristrutturazione del debito e questo sarebbe un cataclisma a cui è meglio non pensare).
Visto che conoscere la cedola è così semplice, è sufficiente consultare i vari BTP in quotazione sul mercato secondario di Borsa Italiana per trovare quelli che hanno la cedola più alta.
Ovviamente il concetto di rendita va ben oltre la cedola dei BTP. Ci sono infatti tantissime strade alternative per costruire una rendita avendo l’accortezza di fare sempre leva sulla diversificazione.
Il BTP che garantisce una cedola del 7,25% per 3 anni
Tanto per iniziare perchè facciamo riferimento sempre ai 3 anni? La nostra scelta non è mai casuale. Noi che scriviamo su questo sito siamo in primo luogo dei risparmiatori e quindi ci conosciamo e conosciamo le tendenze prevalenti nella nostra categoria.
Il risparmiatore medio italiano adora i titoli a scadenza non troppo lunga. 7 anni è la durata preferita ma anche 3 anni ha un certo appeal.
Assumendo questo orizzonte temporale, se si resta solo sulle recenti emissioni, non è che ci siano tante speranza di trovare BTP che possono costruire una rendita.
Come si può vedere dalla nostra pagina dedicate alle prossime aste BTP, da mesi il MEF alza i rendimenti offerti. Non c’è quindi più traccia dei cedoloni che venivano assegnati negli anni passati. Si può attendere per vedere cosa avverrà nei prossimi mesi ma si rischia di attendere tanto perchè le previsioni BTP 2023 vedono rendimenti in crescita.
E allora non resta da fare altro che guardare al passato è lì che si trovano cedole belle forti.
Ad esempio quella del BTP ISIN IT0001086567 scadenza 1 novembre 2026. La denominazione del bond è Btp-1nv26 7,25% e la cedola/rendita è appunto quel 7,25%. Qualcosa di simile nelle nuove emissioni è introvabile e quindi è inutile stare a perdere tempo.
Questo BTP con rendita 7,25% è vecchissimo. La sua data di godimento è il 01/11/96, la data di stacco della prima cedola il 01/05/97.
La quotazione attuale è decisamente sopra la pari: oltre 110. Impressionati da questo valore? Eppure esso non è nulla rispetto ai 165 raggiunti a marzo 2015.
C’è anche il lato negativo. Con una quotazione tanto sopra la pari, per comprare 10.000 euro di capitale nominale servono oltre 11.000 euro. Tutto questo impatta sui rendimenti che infatti sono schiacciati. E infatti con il rendimento effettivo a scadenza netto siamo al 2,97%
La morale alla fine è sempre la stessa: chi vuole la rendita fissa bella pre-confezionata deve guardare ai BTP con alta cedola (tutti vecchi), chi invece vuole un bel premio finale scadenza può guardare anche alle nuove emissioni (qui quelle previste nel terzo trimestre 2023). Profili diversi si ma non sempre. Può essere anche lo stesso investitore che procede in entrambe le direzioni.