Il supplemento per uso del POS è una pratica legittima da parte del commerciante? A tenere banco in questi giorni è il supplemento di spesa sullo scontrino per servizi che dovrebbero essere compresi, quantomeno nel coperto, come i 2 euro per l’aggiunta di un piattino per dividere un piatto di pasta o il supplemento che alcuni clienti hanno dovuto pagare per un toast tagliato a metà.
Tornando un po’ indietro nel tempo, un fatto recentemente diventato popolare sui social ha messo in luce una pratica inusuale di un bar a Venezia. Un cliente ha notato e condiviso uno scontrino con un extra di 1 euro per “servizio pagamento bancomat“. Ma ci si chiede, è legale per un esercente richiedere costi aggiuntivi quando un cliente decide di pagare tramite POS?
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Supplemento uso POS: i commercianti e le nuove tecnologie
Nell’era moderna, i pagamenti contactless hanno guadagnato un’enorme popolarità. Questi pagamenti offrono una maggiore comodità rispetto al contante, riducendo il tempo di transazione e la necessità di maneggiare monete e banconote. Tuttavia, ci sono state segnalazioni di esercenti che impongono supplementi ai clienti che scelgono questa modalità di pagamento. Nonostante molti punti vendita promuovano e incoraggino i pagamenti contactless per combattere l’evasione fiscale, vi sono alcuni che potrebbero sfruttare questa tendenza per benefici economici non etici.
Supplemento uso POS: il caso a Venezia
L’Italia ha avuto un rapporto complesso con la tecnologia POS. In molte occasioni, i clienti hanno riscontrato sorprese sgradite come supplementi inattesi quando hanno scelto di pagare con carta. Questo problema, combinato con un aumento del 27% sul totale dell’ordine, ha portato una cliente veneziana a chiedere giustizia. Dopo aver ricevuto risposte insoddisfacenti dal gestore del locale, ha deciso di chiamare le autorità competenti per far valere i suoi diritti.
La legge italiana e la PSD2: il verdetto sul supplemento POS
La legislazione è chiara su questo fronte. Sia la normativa italiana che la direttiva europea PSD2 (Payment Service Directive 2) stabiliscono che gli esercenti non possono imporre spese aggiuntive ai clienti che decidono di pagare tramite strumenti di pagamento elettronici. Più specificamente, l’articolo 62 del Codice del Consumo afferma che non si possono addebitare costi extra ai consumatori per l’uso di questi strumenti. Ciò significa che la pratica di richiedere un supplemento per i pagamenti con carta non solo è ingiusta, ma anche illegale.
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Sanzioni e multe per violazioni
Se un esercente decide di ignorare questa regolamentazione e addebita costi aggiuntivi, potrebbe trovarsi di fronte a pesanti sanzioni economiche. Le multe per tale pratica possono variare tra 2.000 e 5.000 euro, una cifra considerevole che può rappresentare una penalità seria per molte attività. È quindi nel miglior interesse dell’esercente evitare tali pratiche e rispettare le regole stabilite.
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Supplemento uso POS e altri trucchetti: come tutelarsi
In molte occasioni, i consumatori, per mancanza di informazioni o per evitare confronti, potrebbero accettare tali spese senza contestarle. Pertanto, è essenziale che i consumatori siano informati e conoscano i loro diritti. In caso di dubbi o di pratiche discutibili, si consiglia di contattare le autorità competenti o di segnalare la situazione all’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato.