Sul nostro RisparmiOggi bazzicano soprattutto piccoli investitori che hanno una esposizione sul mercato obbligazionario, spesso tramite titoli di stato ma di dovete anche su obbligazioni bancarie e societarie.
Un piccolo sondaggio: quanti tra i nostri amici lettori sanno che anche la Commissione Europea ha le sue obbligazioni? Si tratta di un tema che non è propriamente tra quelli a più larga diffusione anche perchè, ad onor di cronaca, la storia delle obbligazioni della Commissione UE non è poi così lunga ma anzi è molto recente. I bond vennero infatti emessi pochi anni fa per dare una spinta alla crescita dei paesi membri.
L’affidabilità dell’emittente è logicamente altissima ma non è per questo che abbiamo deciso di dedicare un post alle obbligazioni della Commissione UE. E non è neppure perchè ci sono state nuove emissioni. Nulla di tutto questo. Affrontiamo il tema perchè hanno fatto molto rumore le parole del commissario per il Bilancio della stessa Commissione, Johannes Hahn, secondo cui c’è stato un forte incremento dei tassi di interesse sulle obbligazioni UE nel giro di pochissimi anni. La colpa è stata della BCE o per meglio dire del rialzo dei tassi deciso dall’EuroTower. Insomma Bruxelles piange per colpa di Francoforte.
Boom di interessi per le obbligazioni della Commissione UE
Negli anni scorsi ci sono state varie emissioni obbligazionarie da parte dell’UE. Molto interessanti quelle a 10 anni (periodo di tempo che ha un significato profondo per chi sceglie di investire in obbligazioni). Esse furono emesse nel giugno 2021 e allora avevano un tasso di interesse dello 0,09%. Giugno 2021 ossia poco più di due anni fa, sembra in realtà un’altra epoca. Allora si parlava di piani per il rilancio delle economie dei paesi membri (e in quest’ottica proprio venne effettuata l’emissione) mentre oggi ci si lecca le ferite per il rialzo dei tassi in un contesto in cui l’inflazione è sempre un problema. Ad ogni modo quelle stesse obbligazioni oggi ha un tasso di interesse del 3,05% (dato di giugno 2023). Un boom nel giro di due anni che ha fatto piacere la Commissione UE la quale ovviamente deve sborsare di più per quei titoli.
Sempre lo stesso commissario che ha rotto il vaso di Pandora, ha affermato che oggi il costo medio ponderato del finanziamento di tutte le emissioni è dell’1,84 per cento, più alto rispetto allo 0,09% di partenza.
La morale è che il debito comune europeo verso gli obbligazionisti aumenta.
L’altro lato della medaglia dell’aumento degli interessi sui bond UE
C’è però poi un altro lato della medaglia come affermato da un’analisi de La Stampa: se i tassi salgono, allora cresce anche l’appeal (basta guardare cosa sta succedendo da mesi ai BTP e ai BOT). Ciò significa più potenziali acquirenti e quindi, dal punto dell’emittente ossia la Commissione UE, la possibilità di reperire più risorse per i suoi progetti.
Peccato, però, che aumentino anche gli onori visto che gli interessi passivi per il finanziamento a fondo perduto degli stati membri è per statuto a carico dell’UE come evidenziato dallo stesso Hahn. Attenzione però perchè il bilancio comune dell’UE viene finanziato dai paesi membri e quindi, a conti fatti, se salgono i tassi di interesse è un problema per tutta l’Europa.
Un problema che potrebbe manifestarsi nel prossimo futuro quando i paesi potrebbero essere costretti a fornire maggiori risorse per consentire alla Commissione UE di rimborsare obbligazioni diventate più costose. La speranza è che Francoforte inizi ad invertire la rotta sui tassi altrimenti nel prossimo quadro di bilancio UE (2028-2034) se ne potrebbero vedere delle belle.