Per raggiungere i propri obiettivi finanziari, gli investitori professionisti, oltre a studiare il mercato e le statistiche, nonché effettuare analisi tecniche e fondamentali, attuano alcune strategie. Tra queste rientra anche la diversificazione.
Questo termine viene utilizzato per indicare la costruzione di portafogli classici e ESG basati su un mix di asset e strumenti finanziari anche molto diversi fra loro. L’obiettivo è uno solo: ridurre i rischi.
In questo articolo vi spiegheremo nel dettaglio cos’è la diversificazione e perché, se applicata nel modo corretto, può ridurre i rischi degli investimenti.
In cosa consiste la diversificazione
Come accennato nell’introduzione, diversificare il portafoglio significa mettere in atto una strategia di controllo dei rischi che prevede la scelta di strumenti finanziari:
- emessi da aziende ed enti differenti;
- relativi a mercati e settori anche molto diversi tra loro;
- aventi orizzonti temporali diversificati;
- afferenti a classi di investimento diverse.
All’interno di uno stesso portafoglio potranno così essere presenti titoli di Stato, obbligazioni societarie e titoli azionari – anche di Paesi Emergenti; a questi potranno poi aggiungersi materie prime e investimenti immobiliari.
I vari asset saranno inoltre caratterizzati da diversi livelli di rischio. A fianco di quelli più sicuri e, di conseguenza, meno redditizi, potranno prendere posto quelli a rischio elevato e ad alta redditività, nonché quelli intermedi.
Cosa sono i rischi di investimento
Quando, nel campo degli investimenti, si parla di “rischio”, si fa riferimento a tutta una serie di fattori che potrebbero portare a:
- una corrosione parziale del capitale investito;
- una perdita totale del denaro investito;
- il non raggiungimento degli obiettivi finanziari prefissati.
In genere, il rischio è direttamente correlato al rendimento. Questo significa che un investimento a basso rischio, come potrebbe essere il conto deposito o l’acquisto di Titoli di Stato, genera, in caso di esito positivo dell’investimento, un rendimento relativamente contenuto; al contrario, un investimento a rischio elevato, per esempio l’acquisto di azioni di una startup, può portare, sempre in caso di esito positivo dell’investimento, un profitto piuttosto elevato.
Nel momento in cui l’investitore sceglie se investire o meno in un determinato asset, non può non tenere conto del livello di rischio correlato e di confrontarlo sia con il livello di rischio al quale può esporsi, sia con gli obiettivi che intende raggiungere.
Perché la diversificazione aiuta a ridurre i rischi
Il professionista che attua la strategia della diversificazione presta molta attenzione a ottenere un equilibrio tra strumenti finanziari a rischio elevato e strumenti finanziari a rischio contenuto che sia in linea con le sue esigenze, possibilità e aspettative. È proprio questo equilibrio che aiuta a ridurre il livello di rischio generale del portafoglio. Gli investimenti più sicuri fanno infatti da contraltare a quelli più rischiosi.
Come è facile comprendere, diversificare bene un portafoglio non è semplice. Per farlo è necessario conoscere molto bene i mercati di riferimento, le aziende e i Paesi emittenti, il sentiment, interpretandoli in modo corretto, anche alla luce dei dati e delle statistiche più aggiornati. Un neofita difficilmente sarebbe in grado di riuscirci da solo e dovrebbe rivolgersi preferibilmente a un professionista del settore.