Uno dei buoni fruttiferi postali al momento più interessanti, soprattutto dopo il nuovo rialzo dei tassi di interesse, è il Buono ordinario. Questo titolo postale ha una durata ventennale e fino a poco tempo fa era decisamente poco conveniente, sia per la durata dell’investimento, sia per i rendimenti che erano molto scarsi o nulli. A oggi, investire sul Buono ordinario, soprattutto se si ha una certa somma che si vuole mettere al sicuro per un tempo più o meno lungo, può essere una buona idea.
Caratteristiche del Buono ordinario
Il Buono Fruttifero Postale (BFP) è una forma di investimento sicuro offerto da Cassa Depositi e Prestiti e disponibile attraverso il servizio di Poste Italiane. Questo tipo di prodotto finanziario è garantito dallo Stato italiano, offrendo una sicurezza significativa ai suoi sottoscrittori.
I buoni fruttiferi ordinari possono avere una forma fisica, cioè come un documento cartaceo, oppure in una versione dematerializzata, registrata elettronicamente.
Sono disponibili per la sottoscrizione e il rimborso in tutti gli uffici postali e online, senza costi aggiuntivi, esclusi eventuali oneri fiscali.
Con una durata complessiva di 20 anni, offrono un rendimento fisso che aumenta progressivamente nel tempo. Gli interessi vengono poi erogati al momento del rimborso.
La sottoscrizione dei buoni postali ordinari avviene alla pari, ovvero al 100% del valore nominale scelto. Il valore minimo per sottoscrivere un BFP è di 50 euro, con un limite giornaliero per singolo sottoscrittore di 1.000.000 di euro.
È possibile intestare il buono ordinario solo a persone fisiche. Si può avere una cointestazione fino a un massimo di quattro soggetti, con alcune limitazioni riguardanti i minorenni.
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Come sottoscrivere il Buono ordinario ventennale
Il rendimento offerto dal BFP è fisso e cresce in base al tempo trascorso dalla sottoscrizione. Non verranno erogati interessi se il rimborso avviene entro il primo anno dalla sottoscrizione. Gli interessi maturati vengono corrisposti in regime di capitalizzazione semplice e composta, in base alle specifiche condizioni economiche stabilite al momento della sottoscrizione.
La sottoscrizione può avvenire sia fisicamente presso gli uffici postali sia online, attraverso il sito web di Poste Italiane o l’App BancoPosta. Per i buoni in formato elettronico, è necessario possedere un conto corrente o un libretto di risparmio postale. La conferma della sottoscrizione viene notificata elettronicamente all’utente.
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Costi e tassazione
La sottoscrizione e il rimborso del buono fruttifero non comportano costi aggiuntivi. Tuttavia, se si richiede una duplicazione del buono, sarà necessario corrispondere una tariffa di € 1,55 per ogni copia.
Gli interessi derivanti dai BFP sono soggetti a una imposta sostitutiva del 12,50%. Esistono alcune esenzioni e agevolazioni fiscali, in particolare per i non residenti e per l’imposta di successione.
I BFP non sono cedibili o ipotecabili. Gli importi non riscattati entro dieci anni dalla scadenza diventano di proprietà dello Stato. Inoltre, in caso di furto, distruzione o smarrimento, esistono specifiche procedure previste per legge per richiedere una duplicazione del buono.
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Rischio e sicurezza
I BFP rappresentano un’opzione di investimento sicura, ma è importante essere consapevoli delle regole e delle condizioni associate. Ad esempio, non vengono corrisposti interessi per rimborsi effettuati entro il primo anno, e dopo dieci anni dalla scadenza, i diritti al rimborso e agli interessi maturati decadono.
Buono ordinario: interessi e rendimento effettivo annuo lordo
Nella tabella seguente andiamo ad associare il rendimento effettivo annuo lordo che scatta alla fine di ciascun periodo di possesso.
PERIODO DI POSSESSO | RENDIMENTO EFFETTIVO ANNUO LORDO ALLA FINE DEL PERIODO DI POSSESSO |
1° anno | 0,50% |
2° anno | 0,50% |
3° anno | 0,67% |
4° anno | 0,87% |
5° anno | 1% |
6° anno | 1,12% |
7° anno | 1,25% |
8° anno | 1,40% |
9° anno | 1,53% |
10° anno | 1,62% |
11° anno | 1,70% |
12° anno | 1,77% |
13° anno | 1,90% |
14° anno | 2,01% |
15° anno | 2,11% |
16° anno | 2,23% |
17° anno | 2,36% |
18° anno | 2,48% |
19° anno | 2,61% |
20° anno | 2,75% |
Investire 25000 o 50000 nel Buono ordinario: quanto guadagno?
Cosa significa investire nel buono fruttifero ordinario? Certamente vuole dire avere un po’ di pazienza: se non si è troppo avanti con gli anni e si vuole depositare una certa somma su un titolo sicuro e a lungo termine, a oggi il Buono ventennale può essere una buona soluzione.
Immagina di avere 25 mila euro da parte che non sai ancora dove mettere (perché ovviamente avrai già diversificato gli investimenti). Il valore di rimborso netto a scadenza, ovvero dopo 20 anni, ammonterebbe a 40.779,45 euro. Questo significa che avresti guadagnato in un ventennio 15.779,45 euro, quasi il doppio di quanto investito.
Ti ricordiamo che il Buono ordinario è flessibile, quindi puoi chiedere il rimborso quanto vuoi e, dopo il 1° anno di sottoscrizione, otterrai anche gli interessi maturati fino a quel momento. Ad esempio, se dopo 10 anni hai un imprevisto e devi effettuare una spesa urgente e quindi ti serve quella somma, potrai chiedere indietro l’investimento: nel nostro esempio, ti sarebbero restituiti in totale 28.819,48 euro, quindi 3.819,48 euro in più rispetto alla quota investita. Risulta evidente come sia più conveniente portare l’investimento a scadenza, ma la flessibilità è un altro elemento chiave da tenere in considerazione.
Facendo un altro esempio, visto che all’inizio dell’articolo avevamo parlato di somma ingente da accantonare, facciamo finta che hai 50 mila euro da mettere al sicuro e stai pensando proprio al Buono ventennale. Dopo 20 anni, portando il titolo a scadenza naturale, arriveresti a ottenere 81.558,90 euro di valore di rimborso netto, ovvero 31.558,90 euro in più rispetto alla quota capitale.