Punti salienti
- il rialzo continuo dei rendimenti BTP ha attirato tantissimi risparmiatori che non considerano quasi mai i rischi dell’investimento in titoli di stato
- a causa dell’aumento dei rendimenti dei BTP, i prezzi sul secondario sono in calo e questo espone alle perdite in conto capitale
- di conseguenza è bene non puntare tutto sugli alti rendimenti alti ma tenere anche conto della gestione della volatilità adottando un approccio diversificato
Nell’ultimo anno sono stati tantissimi i risparmiatori italiani che hanno deciso di investire in BTP. Il boom dei rendimenti dei titoli di stato ha attirato anche investitori un tempo poco interessati alla carta sovrana italiana e principianti che, prima della BTP-mania, non avevano mai operato su alcun mercato. Dinanzi alla corsa dei rendimenti, si tende a dare per assodato che investire in BTP conviene a prescindere da tutto. Certo ci sono i soliti rischi legati al sistema Paese ma essi vengono percepiti come remoti tanto dall’essere citati oramai solo nelle analisti di esperti che, quasi per partito preso, non hanno molto in simpatia i titoli di stato. Al risparmiatore medio le allusioni al rischio Italia non interessano.
Eppure ci sono altre contro-indicazioni a cui si dovrebbe invece prestare attenzione prima di dire che investire in BTP conviene a prescindere. Ad esempio qualcuno vi ha mai parlato delle perdite in conto capitale? Sicuramente no eppure sarebbe un tema da affrontare visto che il continuo rialzo dei rendimenti ha anche un altro lato della medaglia che è appunto il calo inesorabile dei prezzi dei BTP già emessi. Certo il problema non si pone per gli investitori che decidono di tenere i titoli comprati per tutta la loro durata naturale ma invece preesante per chi decide di vendere BTP prima della scadenza.
Dai BTP grandi opportunità di guadagno a rischio zero
I titoli di stato italiani vincono facile (e quindi i risparmiatori ritengono che investire in BTP sia conveniente a prescindere) perchè garantiscono opportunità di guadagno molto forti in una fase caratterizzata da alta incertezza e perchè sono ritenuti uno strumento particolarmente affidabile visto che vengono emessi dallo Stato. Considerando poi che la tassazione BTP è quella agevolata al 12,5% e che il governo sta anche studiando la possibilità di escluderli dal calcolo dell’Isee, è ovvio che non ci sia neppure bisogno di fare una comparazione con altre asset class più speculative ma allo stesso tempo meno sicure.
Insomma i BTP vincolo in modo agevole soprattutto tra investitori poco propensi a rinunciare alla massima sicurezza. Anche il meccanismo di acquisto è molto semplice sia comprando dallo Stato in asta che acquistando ad altri privati sul mercato secondario di Borsa Italiana.
Quando i rendimenti top dei BTP diventano un problema
Il rialzo dei rendimenti dei BTP impatta sullo spread ossia sul differenziale di rendimento tra la carta italiana e i bund tedeschi riflettendo le preoccupazioni in merito a quello che è lo stato di salute dei conti pubblici italiani. Per ora siamo a livelli basici di timore, tuttavia se le paure dovessero aumentare allora ci sarebbero rischi concreti.
Il boom raggiunto dal rendimento dei BTP si può spiegare alla luce dell’enorme ammontare di debito e spesa a cui l’Italia deve far fronte. Livelli che mettono a rischio la tenuta dei conti pubblici e possono quindi minare la fiducia degli investitori. Non si tratta di un problema nuovo ma di una criticità strutturale del sistema Italia che adesso emerge con particolare evidenza alla luce del ripetuto aumento del costo del denaro da parte delle banche centrali e del rischio che i tassi BCE possano restare alti a lungo.
Alla stragrande maggioranza degli investitori che sono esposti sui BTP, questo ragionamento interessa niente. Per loro solo solo i rendimenti alti a contare e a fare la differenza tra convenienza e non convenienza.
Tuttavia l’aumento dei tassi di interesse dei titoli di stato ha riportato in auge interrogativi sul futuro dell’Italia nei mercati finanziari globali. La pressione sui tassi dei titoli di stato è un campanello di allarme soprattutto se anche le previsioni sui rendimenti BTP 2023 sono positive.
Perdite in conto capitale dai BTP sul secondario
Nel mondo finanziario, la discussione sull’Italia non riguarda l’ipotesi di bancarotta o default, ma piuttosto l’aumento dei tassi d’interesse e i rischi associati. L’aumento dei rendimenti di titoli di Stato italiani ha si attirato tantissimi risparmiatori, ma essi farebbero bene a considerare un aspetto spesso trascurato: gli aumenti dei rendimenti portano colo loro un un calo del prezzo dei titoli già emessi, con possibili perdite in conto capitale. Per evitare tali perdite, l’opzione può essere quella di portare a scadenza l’investimento. Facile a dirsi ma non a farsi visto che tutto viene reso complicato dalla volatilità dei BTP, che potrebbe essere difficile da gestire soprattutto per quegli investitori più emotivi e dal fatto che, spesso, emerge la necessità di avere liquidi disponibili per affrontare spese non previste.
Il messaggio chiave qui è che, senza criticare a priori i titoli di stato italiani, è importante includerli in una strategia di investimento ben diversificata. Tale diversificazione dovrebbe servire non solo a cercare rendimenti, ma anche a gestire la volatilità complessiva del portafoglio. Questa diversificazione è particolarmente importante per coloro che hanno legami finanziari con l’Italia, come chi vi risiede, lavora o percepisce reddito da pensione, o possiede una casa nel paese. Investire esclusivamente in BTP può quindi portare ad una una concentrazione eccessiva del rischio.