Il settore del risparmio gestito in Italia continua a registrare performance negative. Secondo i dati di Assogestioni, il 2023 si è chiuso con una perdita di quasi 50 miliardi di euro, mentre i primi tre mesi del 2024 hanno visto un ulteriore calo di 4,6 miliardi di euro. Questo trend negativo è il risultato di una serie di fattori economici e finanziari che hanno spinto i risparmiatori a rivedere le proprie strategie di investimento.
Risparmio gestito in calo in Italia? I motivi secondo gli esperti di Fundstore
L’incremento dei tassi di interesse nel 2022 ha giocato un ruolo cruciale nel determinare le attuali dinamiche del mercato del risparmio gestito. L’aumento dei tassi ha reso più attraenti gli investimenti in titoli di Stato, spingendo molti risparmiatori italiani a spostare le proprie risorse verso questi strumenti. Questo cambiamento nelle preferenze di investimento ha penalizzato altri prodotti di risparmio gestito, contribuendo al calo generale della raccolta.
Il successo dei fondi obbligazionari
Nonostante il contesto negativo, i fondi obbligazionari hanno registrato una performance positiva nei primi mesi del 2024. Tra gennaio e marzo, la raccolta di questi fondi è aumentata di circa 17 miliardi di euro. I fondi obbligazionari sono stati apprezzati per i loro rendimenti in termini di cedole e per le prospettive di apprezzamento futuro, soprattutto in un contesto di possibili ribassi dei tassi di interesse. Questo li ha resi una scelta popolare tra i risparmiatori, compensando parzialmente il calo generale del settore.
Risparmio gestito in Italia: focus sui gruppi più penalizzati
Nonostante alcuni segnali di ripresa, il settore del risparmio gestito in Italia continua a mostrare segni di difficoltà. Le performance dei vari gruppi sono state eterogenee. Ad esempio, Poste Italiane ha mantenuto una raccolta netta positiva, con un saldo di 8 miliardi di euro nel 2023 e oltre 1 miliardo nel primo trimestre del 2024. Questo risultato positivo è stato un’eccezione in un panorama generalmente negativo.
Il gruppo Generali, il secondo per volume di gestione, ha chiuso il 2023 in negativo, ma ha mostrato segni di ripresa nei primi mesi del 2024. Tuttavia, altre grandi società come Intesa Sanpaolo, Anima SGR e Amundi Group hanno continuato a registrare saldi negativi nei primi trimestri del 2024. Intesa Sanpaolo, in particolare, ha contribuito per metà alla perdita complessiva del 2023.
Il contesto internazionale e le prospettive future
Il saldo generale del settore del risparmio gestito nei primi tre mesi del 2024 è rimasto negativo per 4,5 miliardi di euro. Nonostante questo, marzo ha segnato alcuni segnali di miglioramento. I fondi aperti hanno registrato una crescita di 1,92 miliardi di euro, i fondi chiusi hanno mostrato un piccolo aumento di quasi 200 milioni di euro, e le gestioni patrimoniali retail sono risultate in positivo per poco meno di un miliardo di euro.
Secondo gli esperti di Fundstore, sarà fondamentale valutare i dati del secondo trimestre per confermare o meno un’inversione del trend. Le decisioni di politica economica e monetaria a livello globale avranno un impatto significativo sulle dinamiche del mercato. In un contesto internazionale complesso, con incertezze economiche e finanziarie, il settore del risparmio gestito dovrà adattarsi per fronteggiare le sfide future.
Le sfide del settore nel 2024
Il 2024 si prospetta un anno di sfide per il settore del risparmio gestito in Italia. Gli operatori del settore dovranno fare i conti con un contesto macroeconomico volatile, influenzato da politiche monetarie in evoluzione e da dinamiche di mercato incerte. La capacità di adattarsi rapidamente e di offrire prodotti di investimento che rispondano alle nuove esigenze dei risparmiatori sarà cruciale per invertire il trend negativo e ritornare alla crescita.
Risparmio gestito in Italia: l’analisi Fundstore in sintesi
Il settore del risparmio gestito in Italia ha chiuso il 2023 con una perdita di quasi 50 miliardi di euro, e i primi tre mesi del 2024 hanno visto un ulteriore calo di 4,6 miliardi di euro. L’aumento dei tassi di interesse ha spinto i risparmiatori verso investimenti in titoli di Stato, penalizzando altri prodotti. Nonostante alcuni segnali positivi nei fondi obbligazionari, le sfide economiche globali continuano a influenzare negativamente il settore.