Negli ultimi anni, i certificati finanziari, conosciuti anche come certificates o investment certificates o certificati di investimento, hanno acquisito una crescente popolarità tra gli investitori. Questi strumenti, emessi da banche e istituzioni finanziarie, vengono spesso presentati come soluzioni d’investimento innovative e potenzialmente vantaggiose.
Tuttavia, dietro l’apparente semplicità, si celano costi e rischi che non sempre vengono comunicati in modo chiaro agli investitori. È quindi essenziale esaminare attentamente sia i pregi che gli svantaggi di questi strumenti prima di considerarli per il proprio portafoglio.
❓ Tematica trattata | Investimento in certificates |
🛠Strumenti | Varie tipologie di certificati di investimento |
🥇Miglior broker | IG |
🥈Migliore alternativa | Fineco |
In questa guida andremo a scoprire come investire in certificati di investimento, dove sono quotati, i pro e i contro e cosa implica questa tipologia di investimento. Insomma tutto quello che serve ad un investitore interessato ad approcciarsi a questo prodotto.
Indice
Investire in certificati: come funziona e cosa sono
I certificati di investimento sono strumenti finanziari che consentono agli investitori di esporsi all’andamento di un sottostante, sia al rialzo che al ribasso. Ogni certificato è associato a uno strike price, ovvero il prezzo del sottostante al momento dell’emissione. I rendimenti o le perdite vengono calcolati in base alle variazioni di prezzo del sottostante rispetto allo strike price.
Questi strumenti hanno una data di scadenza e possono offrire la possibilità di ricevere un premio aggiuntivo rispetto al capitale investito. Molti certificati includono anche una barriera di protezione del capitale, che garantisce il rimborso dell’intero capitale investito se il prezzo del sottostante non scende al di sotto di una determinata soglia. Tuttavia, questa protezione ha un costo: generalmente, più alta è la protezione, minori sono le potenzialità di rendimento.
Alcuni certificati possono prevedere il rimborso anticipato al verificarsi di determinate condizioni, mentre altri offrono il pagamento di cedole periodiche. In definitiva, la complessità di questi strumenti richiede un’attenta valutazione da parte dell’investitore, che deve comprendere appieno le caratteristiche e i rischi associati.
Come investire in certificati: conoscere il rischio emittente
Uno dei rischi principali associati ai certificati è il cosiddetto rischio emittente. Poiché i certificati sono passività emesse da una banca o da un’istituzione finanziaria, l’investitore è esposto al rischio di insolvenza dell’emittente stesso. Questo rischio persiste anche nei certificati che offrono una protezione del capitale, poiché in caso di fallimento dell’emittente, l’investitore potrebbe non recuperare l’intero capitale investito. Questo scenario è simile a quello delle obbligazioni senior non garantite, che in caso di default dell’emittente rientrano nel processo di bail-in, esponendo così il risparmiatore a perdite significative.
Certificati come prodotti strutturati: cosa significa
I certificati sono considerati prodotti strutturati, una categoria di strumenti finanziari che combina investimenti tradizionali con componenti derivate, come le opzioni. La complessità di questi strumenti può generare una vasta gamma di risultati, che vanno da scenari a basso rischio a situazioni altamente speculative e rischiose. Ogni certificato è progettato con una specifica strategia in mente, il che rende fondamentale comprendere appieno le dinamiche e i rischi associati prima di investire. Questa complessità richiede un alto livello di competenza finanziaria per valutare correttamente l’idoneità del prodotto al proprio profilo di rischio.
Come investire in certificati: le tipologie
Secondo l’Associazione ACEPI, i certificati disponibili sul mercato si suddividono in quattro principali categorie, a seconda del livello di protezione del capitale offerta:
- Certificati a Capitale Garantito: questi certificati garantiscono la restituzione del capitale investito, anche in condizioni di mercato sfavorevoli. Sono considerati i più sicuri tra le varie tipologie di certificates.
- Certificati a Capitale Condizionatamente Protetto: offrono una protezione del capitale solo a determinate condizioni. La protezione cessa al superamento di una specifica soglia o barriera, esponendo l’investitore a possibili perdite.
- Certificati a Capitale Non Protetto: questi certificati non offrono alcuna protezione del capitale e sono soggetti alle fluttuazioni del mercato.
- Certificati a Leva fissa: questi strumenti consentono di amplificare l’esposizione al mercato, ma comportano il rischio di perdite superiori all’investimento iniziale, rendendoli adatti solo a investitori esperti.
- Certificati Turbo: permettono di investire su una vasta gamma di asset sottostanti, come indici di borsa, valute, materie prime e azioni, con un effetto leva. Sono negoziabili 24 ore su 24, dal lunedì al venerdì e consentono di operare in qualsiasi momento, anche al di fuori degli orari di apertura dei mercati tradizionali.
Tabella: tipologie di Certificati, livello di protezione e destinatari ideali
Tipologia di certificato | Livello di protezione del capitale | Destinatari ideali |
Capitale Protetto/Garantito | Alta | Investitori prudenti |
Capitale Condizionatamente Protetto | Moderata | Investitori consapevoli del rischio |
Capitale Non Protetto | Nessuna | Investitori con alta tolleranza al rischio |
Leva e Turbo | Nessuna, rischio amplificato | Investitori esperti e speculativi |
L’insidia dei certificati a capitale condizionatamente protetto
I certificati a capitale condizionatamente protetto possono risultare particolarmente insidiosi per gli investitori. La protezione del capitale offerta da questi strumenti è subordinata al rispetto di determinate condizioni, spesso legate a specifiche soglie di mercato denominate barriere.
Queste barriere fungono da linee di demarcazione: finché non vengono superate, il capitale è protetto, ma se infrante, l’investitore rischia di subire perdite significative. Questo rischio è spesso sottovalutato, soprattutto in periodi di alta volatilità di mercato, quando le barriere vengono più facilmente violate.
Come investire in certificati e quali scegliere
La continua evoluzione nella struttura dei certificati porta alla creazione di una miriade di strategie d’investimento, rendendo questi strumenti molto diversificati. Tuttavia, non tutti i certificati sono adatti agli investitori retail. In particolare, quelli con capitale non protetto o condizionatamente protetto presentano rischi analoghi a quelli delle azioni, ma con alcune differenze cruciali. Le commissioni elevate e la potenziale difficoltà nel liquidare i certificati sul mercato secondario possono incidere negativamente sulle performance dell’investimento. Inoltre, la scadenza imminente di molti certificati limita la possibilità di beneficiare di eventuali recuperi di mercato.
Vantaggi fiscali e altri pro dei certificates
Uno dei principali vantaggi dei certificati riguarda il trattamento fiscale. I rendimenti derivanti dai certificati sono considerati “redditi diversi“, il che consente di compensare le plusvalenze con le minusvalenze di altri strumenti finanziari. Questo vantaggio fiscale è particolarmente rilevante in un regime amministrato, dove gli investitori possono ottimizzare il proprio carico fiscale.
Pro e contro dei certificati
Vantaggi | Svantaggi |
Possibilità di strategie complesse | Costi elevati di collocamento |
Vantaggi fiscali | Rischio emittente |
Quotazione su mercati regolamentati | Rischio liquidità |
Come investire in certificati: dove sottoscriverli
Acquistare certificati di investimento è un processo relativamente semplice, ma richiede la comprensione di alcuni passaggi fondamentali. I certificati possono essere acquistati direttamente online attraverso il sito di Borsa Italiana, nella sezione “CW e Certificati”, all’interno delle piattaforme Sedex e EuroTLX.
Per procedere con l’acquisto, è necessario possedere un conto titoli presso una banca o un intermediario finanziario. Questa procedura permette di accedere a un’ampia gamma di certificati, ciascuno identificato da un codice ISIN unico, che garantisce la tracciabilità e l’unicità del prodotto.
Sebbene l’acquisto online sia la modalità preferita dalla maggior parte degli investitori, è ancora possibile acquistare certificati direttamente allo sportello bancario, anche se questa opzione è ormai meno comune anche perchè è sempre necessario fare i conti con le pressioni della banca che ovviamente tende a spingere per prodotti a lei più convenienti.
Le migliori piattaforme online che permettono di sottoscrivere i certificati di investimento sono:
- IG
- Fineco
Vediamoli più nel dettaglio.
? – IG
In Italia quando si parla di broker online specializzati in certificates il pensiero va subito a IG. Per chi non lo conoscesse ancora si tratta di un operatore finanziario europeo quotato sul FTSE 250 e con alle spalle quasi 50 anni di esperienza nel trading online. Con la piattaforma IG è possibile fare trading su tantissimi mercati attraverso differenti strumenti finanziari tra cui ci sono appunto i certificati di investimento.
Diversamente da quello che avviene con altri broker che pure offrono la possibilità di investire in certificates, IG è uno dei pochi operatori ad essere specializzato in questi strumenti derivati anche perché è stato il primo ad introdurre ad introdurre la possibilità di investire su alcune particolari categorie di certificates come i Turbo 24.
Attualmente con la piattaforma e l’APP IG è possibile accedere oltre che ai Turbo 24 anche ai certificati a leva fissa e ai covered warrants emessi da Societe Generale. Tutto da un solo conto.
Tutti i certificati che IG offre sono quotati su Spectrum, un sistema multilaterale di negoziazione (MTF) ideato per offrire la massima trasparenza e la miglior liquidità possibile ai trader al dettaglio. Spectrum consente infatti di accedere al mercato anche al di fuori degli orario tradizionali di negoziazione e questo aumenta le possibilità di investimento.
Per investire in certificati con la piattaforma IG è necessario:
- Registrarsi sul sito di IG e aprire un conto di trading (qui il link ufficiale)
- Completare la verifica dell’identità e depositare fondi sul proprio conto.
- Familiarizzare con la piattaforma di IG, che offre strumenti di analisi e gestione degli investimenti molto avanzati (per farlo si può utilizzare il simulatore gratuito).
Il target di riferimento di IG è rappresentato sia dai trader principianti che non hanno mai investito in certificates e vorrebbero acquisire le competenze necessarie prima di iniziare a operare e sia i trader che invece hanno già alle spalle una certa esperienza avendo investito in certificati su altre piattaforme competitors.
I principianti possono imparare ad investire in certificati usando i tanti strumenti formativi pratici e teorici che IG mette gratuitamente a disposizione ma anche prendendo spunto dagli esperti del settore e facendo pratica con il simulatore di trading sui certificati.
Gli investitori esperti, invece, possono accedere alla tecnologia più avanzata presente sul mercato ma soprattutto possono ridurre i costi facendo trading con i certificati a zero commissioni oltre alla possibilità di ricevere aggiornamenti continui in materia.
IG è quindi il broker ideale per investire in certificati e questo non lo diciamo noi e neppure gli oltre 300.000 clienti ma i prestigiosi riconoscimenti che il broker ha ricevuto negli ultimi anni. Ad esempio:
- Miglior Broker on-line agli Italian Certificate Awards 2022
- Miglior cartificato a leva agli Italian Certificate Awards 2021
- Capacità di innovazione agli Italian Certificate Awards 2020
Questi sono riconoscimenti che riguardano direttamente i certificates e non premi generici (che pure il broker IG ha vinto ad esempio nel 2022 il Best Finance App agli ADVFN International Financial Awards).
Due ragioni molto pratiche per investire in certificati con IG?
- Non ci sono commissioni di compravendita su Certificati a leva fissa e covered warrants
- Non ci sono commissioni di compravendita sui Turbo24 se si superano i 300 euro di controvalore (ad esempio comprando 30 certificati che valgono 10 euro non si paga la commissione di 3 euro).
Se IG è sinonimo di investimento in certificates a livello europeo, una alternativa tutta italiana è Fineco. Le condizioni proposte sono differenti.
? – Fineco
Anche Fineco offre la possibilità di investire in certificati. Gli asset supportati sono i leva fissa e i turbo. Con i primi puoi prendere posizione sia al rialzo (Certificati Long) che al ribasso (Certificati Short) sugli indici europei, su quelli americani e sulle materie prime mentre con i Certificati Turbo Fineco puoi fare trading con i futures non solo sugli indici europei e americani e sulle commodies ma anche su tante coppie valutarie.
Due i punti di forza della proposta Fineco sui certificati:
- l’orario esteso
- l’assenza di commissioni sia sui leva fissa che sui turbo
Inoltre Fineco garantisce il cosiddetto rischio definito dell’investitore. L’investimento in certificates Fineco, infatti, non può comportare una perdita superiore al capitale che viene investito.
Tutti i certificati, a prescindere dalla tipologia, sono quotati sul sistema multilaterale di negoziazione Vorvel Certificates di VORVEL.
Per investire in certificati Fineco puoi scegliere tra il conto Fineco che comprende servizi bancari e di trading e il conto di solo trading che invece non comprende i servizi bancari. Se non sei interessato ai servizi bancari, il conto di solo trading va più che bene poichè non ha costi fissi e ti permette di investire con commissioni a partire da 2,95€ (massimo 19€) a seconda del controvalore dell’ordine. Il linea di principio le commissioni con Fineco tendono ad essere più basse man mano che cresce l’operatività.
A differenza di quello che avviene con IG non è presente il conto demo e quindi non puoi investire in modo simulato sui certificati. Questo è un limite soprattutto se vuoi imparare ad operare sui certificates senza il rischio di rimetterci soldi veri.
Conviene investire in certificati?
Decidere se investire in certificati dipende da molteplici fattori, tra cui la propria tolleranza al rischio, gli obiettivi di investimento e la conoscenza del prodotto. I certificati offrono diverse opportunità, ma sono strumenti complessi che possono risultare difficili da comprendere per gli investitori meno esperti. In particolare, la natura strutturata dei certificati richiede una comprensione approfondita dei meccanismi sottostanti, compresi i costi e i rischi associati.
Per gli investitori esperti, i certificati possono rappresentare una via per accedere a strategie di investimento sofisticate, come l’esposizione con leva o la possibilità di ottenere rendimenti in scenari di mercato laterale. Tuttavia, è importante non sovraesporre il portafoglio a questi strumenti, a causa della loro volatilità e della complessità intrinseca. È sempre consigliabile consultare un consulente finanziario prima di prendere una decisione, soprattutto se si è alle prime armi nel mondo degli investimenti.
Pro e contro dei certificati di investimento: la tabella
Vantaggi | Svantaggi |
Accesso a strategie complesse | Costi di emissione elevati (3-6%) |
Efficienza fiscale | Rischio di sottovalutazione del rischio |
Possibilità di rendimento in scenari laterali | Scarsa liquidità in mercati turbolenti |
Protezione del capitale in alcuni casi | Complessità e abbondanza di documentazione |
Gli svantaggi dell’investimento in certificati
Nonostante i potenziali vantaggi, i certificati presentano numerosi svantaggi che devono essere attentamente considerati. Uno dei principali svantaggi è il costo elevato associato a questi strumenti. Le commissioni possono variare dal 3% al 6%, e in alcuni casi raggiungere anche il 10%. Questi costi rappresentano un ostacolo significativo, soprattutto in un contesto in cui i rendimenti di altri strumenti finanziari, come obbligazioni o ETF, sono tornati ad essere competitivi.
Un altro svantaggio critico è la frequente sottovalutazione del rischio da parte dei risparmiatori. Molti prodotti vengono presentati come opportunità sicure o a basso rischio, ma in realtà possono essere altamente volatili e inadatti ai profili di rischio degli investitori meno esperti.
La mancanza di liquidità è un altro punto a sfavore: durante le fasi di turbolenza del mercato, diventa difficile vendere i certificati, rendendo questi strumenti meno flessibili rispetto ad altre opzioni di investimento.
Tabella: costi e rischi dei certificati
Elemento | Descrizione |
Costi | Commissioni dal 3% al 10%, elevati rispetto ad altri strumenti finanziari |
Sottovalutazione Rischi | Certificati spesso venduti a profili di rischio inadatti |
Liquidità | Scarsa, soprattutto in momenti di crisi di mercato |
Perché investire in certificati? Considerazioni finali
L’investimento in certificati può offrire diversi vantaggi, tra cui l’accesso a strategie finanziarie complesse, l’efficienza fiscale e la possibilità di protezione del capitale in determinate circostanze. Questi strumenti sono particolarmente utili per gli investitori che cercano di ottimizzare il rendimento del loro portafoglio attraverso l’esposizione a mercati difficilmente accessibili con strumenti tradizionali.
Tuttavia, è cruciale valutare attentamente il profilo di rischio/rendimento e comprendere le implicazioni di ogni certificato prima di procedere con l’investimento.
I certificati di investimento sono strumenti finanziari che permettono di esporsi all’andamento di un sottostante, offrendo potenziali guadagni o perdite in base alle variazioni del mercato.
Il rischio emittente è uno dei rischi principali, poiché in caso di insolvenza della banca emittente, l’investitore potrebbe perdere il capitale investito, anche in certificati con protezione del capitale.
Esistono certificati a capitale protetto, condizionatamente protetto, non protetto e a leva. Questi ultimi sono adatti principalmente a investitori esperti, mentre i certificati a capitale protetto sono indicati per chi cerca maggiore sicurezza.