rimborso obbligazioni Intesa Sanpaolo
Cosa prevede il rimborso del bond perpetuo Intesa Sanpaolo emesso nel 2014 (www.risparmioggi.it)

Il bond perpetuo Intesa Sanpaolo ISIN XS1156024116 sarà rimborsato in anticipo. Ad annuncialo è stata la stessa emittente che non ha fornito altri dettagli in merito all’operazione limitandosi a ricordare che la data reset prevista era il 17 dicembre 2024. In quel giorno sarebbe dovuto avvenire il richiamo che ora, a seguito proprio della decisione della banca, sarà quindi anticipato.

Il motivo per cui Intessa Sanpaolo ha preferito accelerare sulle tempistiche è quello classico di situazioni simili in cui l’emittente giudica più conveniente procedere con l’emissione di altro debito piuttosto che continuare a pagare la cedola del vecchio bond. E così l’obbligazione Intesa Sanpaolo Vita SpA 4,75% farà posto ad altri collocamenti obbligazionari che la banca guidata da Messina potrebbero presto realizzare ad un costo più basso. Si tratta di una evoluzione comune ai bond perpetui che vengono lanciati sul mercato il più delle volte proprio con l’obiettivo finale di essere richiamati non appena sarà conveniente all’emittente.

Bond Intesa Sanpaolo Vita 4,75%: una breve storia

Le obbligazioni Intesa Sanpaolo Vita 4,75% vennero emesse dalla big del settore bancario italiano nel lontano 2014 per un ammontare pari a 750 milioni di euro.

Il collocamento era riservato agli investitori istituzionali. Il 4,75 inserito nella denominazione ufficiale faceva riferimento alla cedola annuale che, come avvenuto durante tutti questi 10 anni di vita del bond, è stata pagata agli aventi diritto in via posticipata. Come già accennato in precedenza, la data reset del bond era fissata per il 17 dicembre 2024. Entro quella data l’emittente avrebbe dovuto decidere se procedere con il rimborso o continuare a far durare le obbligazioni (liberissima di farlo visto che si tratta di una emissione perpetua). Nel caso in cui a prevalere fosse stata la seconda scelta, all’obbligazionista sarebbe stata riconosciuta una cedola annuale pari all’Euribor a 6 mesi + l’1%. Lo stacco sarebbe diventato da annuale a semestrale con finestre a giugno e a dicembre.

Con la recente decisione, Intesa Sanpaolo ha stracciato questa possibilità facendo prevalere il primo scenario.

Cosa succederà con il richiamo del bond Intesa Sanpaolo Vita 4,75%

Ovviamente quello che interessa a noi è cosa accadrà ai detentori di queste obbligazioni perchè su quello che potrebbe fare l’emittente abbiamo già dato una spiegazione plausibile.

Poichè il bond perpetuo è stato richiamato in anticipo, i sottoscrittori hanno praticamente perso la possibilità di incassare un rendimento in area 3,75% (ossia il 2,75% dell’Euribor a 6 mesi + l’1%). Non si tratta di una grave “danno” soprattutto se viene fatto un parallelismo con i rendimenti offerti di titoli di stato italiani. Con i BTP siamo nettamente sopra questo livello, senza considerare poi che la tassazione applicata su Vita 4,75% di Intesa SP sarebbe del 26% mentre la tassazione BTP è agevolata al 12,5%.

Dal punto di vista dell’emittente, però, la situazione è diversa. Come hanno rilevato alcuni analisti, le obbligazioni avrebbero dovuto rendere circa il 7,5% complessivo ossia il 4,817% ai valori attuali. A tal percentuale si sarebbe dovuto poi aggiungere l’Euribor a sei mesi in caso di mancato esercizio della prima call. Ebbene un’obbligazione con le stesse caratteristiche emessa in questo momento avrebbe un rendimento decisamente più basso, attorno al 6%. Da un simile calcolo potrebbe essere arrivata la decisione di procedere con il richiamo.