nuove obbligazioni subordinate per banco BPM
Cedola fissa al 4,5% per il nuovo bond Banco BPM 2036 ma nel 2031 c'è l'opzione call (www.risparmioggi.it)

Banco BPM è tornata sul mercato obbligazionario con l’emissione di un nuovo bond subordinato Tier 2 a 12 anni (scadenza novembre 2036). L’operazione, come sempre rivolta ai soli istituzionali, ha avuto un ottimo riscontro grazie ad una domanda particolarmente forte. A fronte di un’offerta pari a 500 milioni di euro sono arrivati ordini per un ammontare totale pari a 1,6 miliardi di euro.

L’aspetto più interessante di questo bond è la presenza dell’opzione call in base alla quale l’emittente si riserva il diritto di procedere al richiamo a partire da un certo momento. Proprio alla presenza della call dedichiamo questo breve approfondimento anche perchè, essendo l’emissione rivolta ai soli istituzionali, l’esito del collocamento interessa di più i mercati che i semplici investitori.

Prima però un breve recap sulle caratteristiche dell’emissione.

Nuovo bond Banco BPM Tier 2 scadenza 2036: le caratteristiche dell’emissione

Il nuovo bond Banco BPM 2036 rientra nella tipologia delle obbligazioni subordinate sotto tipo Tier 2. Siamo quindi a metà strada tra i classici bond senior e le obbligazioni At1 almeno per quello che riguarda il livello di rischio. Le nuova obbligazioni offrono ai sottoscrittori una cedola annua fissa del 4,50%. Grazie alla domanda molto forte da parte degli istituzionali, l’emissione ha strappato un prezzo di 99,882 centesimi.

Come anticipato in precedenza, il meccanismo di funzionamento del bond prevede la possibilità che l’emittente eserciti la call a partire dal settimo anno di durata di vita quindi dal 2031. L’esercizio della call implica il rimborso in anticipo del titolo con la restituzione del capitale nominale.

Opzione autocallable perno del nuovo bond Banco BPM

L’autocallable è l’asse portante del nuovo bond Banco BPM. Se essa dovesse essere esercitata nel 2031, allora le obbligazioni arriverebbero a fine vita con l’investitore che ovviamente perderebbe la possibilità di incassare le cedole dovute sugli ultimi 5 anni di durata del titolo. In caso di mancato esercizio, invece, ai sottoscrittori spetterebbe una cedola ricalcolata rispetto a quella fissa al 4,5% lordo che percepiscono nei primi sette anni. La nuova cedola verrebbe riformulata partendo dal tasso midswap a 5 anni a cui si aggiunge uno spread del 2,25%.

Di solito obbligazioni strutturate con l’opzione autocallable servono all’emittente per risparmiare sul costo del debito. La call, infatti, viene prevista perchè si ritiene che il contesto dei tassi possa migliorare a partire da un certo punto in poi. In questo caso specifico, il “calcolo” del Banco BPM è così riassumibile: da qui a sette anni è altamente probabile che i tassi di interesse siano più bassi rispetto a quelli attuali e quindi conviene rimborsare il bond e magari procedere con l’emissione di altro debito ad un costo più basso.

L’esercizio dell’opzione call previsto nel dispositivo del bond Banco BPM è solo una facoltà dell’emittente e quindi non sta scritto da nessuna parte che nel 2031 possa scattare il rimborso. Ciò si traduce in un rischio per il sottoscrittore che potrebbe non vedersi rimborsato il capitale ma essere al contrario costretto a ripiegare su una cedola che non è più quella dei primi sette anni di vita dell’obbligazione. Non solo ma non ci sono neppure garanzie sul fatto che il nuovo tasso possa essere quantomeno appetibile. Essendo tutto legato al midswap a 5 anni, sarà il mercato a definire la remunerazione. E non è detto che il mercato possa essere così benevolo come lo è stata l’emittente per i primi 7 anni di vita del bond.

Morale: la cedola che il nuovo bond Banco BPM corrisponderebbe dal 2031 in caso di mancato esercizio dell’opzione autocallable nel 2031 può essere anche decisamente più bassa del 4,5% lordo iniziale.