I risparmiatori che hanno deciso di sottoscrivere i buoni fruttiferi postali possono presentare ricorso presso l’Arbitro Bancario Finanziario nel momento in cui il rimborso liquidato da Poste Italiane sia inferiore a quello che spetta realmente. Non è un caso che negli ultimi anni sono saliti agli onori delle cronache diversi casi giudiziari legati proprio ai buoni fruttiferi postali, spesso degli anni Ottanta e della serie Q/P, con molti risparmiatori che hanno avuto la meglio su Poste, facendosi restituire il maltolto. Considerando che però ogni caso va trattato singolarmente, le questioni dei risparmiatori sulla convenienza (economica e temporale) di un ricorso presso l’ABF risultano più che legittime. Quanto costa fare ricorso e quanto bisogna aspettare per l’esito finale?
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Buoni fruttiferi postali: ricorso presso ABF, costo e tempi
Presentare un ricorso presso l’Arbitro Bancario Finanziario ha un costo che ammonta a 20 euro e che riguarda le spese istruttorie. Questo costo sarà rimborsato solo nel momento in cui il ricorso sarà vinto, altrimenti andrà perso. Il versamento di questa somma dovrà essere effettuato per mezzo bonifico intestato a Banca d’Italia Segreteria Tecnica dell’Arbitro Bancario Finanziario. La causale da indicare sarà Ricorso ABF, più il codice fiscale o la partita Iva del soggetto richiedente.
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Dopo aver presentato ricorso presso l’ABF, in via autonoma o con l’aiuto dell’assistenza legale, Poste Italiane avrà 45 giorni di tempo per rispondere. Qualora ciò avvenga, il soggetto ricorrente dovrà rispondere entro massimo 25 giorni e a sua volta Poste avrà diritto alla nuova controreplica, che dovrà però essere prodotta entro massimo 20 giorni. Terminato questo passaggio, tocca all’Arbitro Bancario Finanziario, che entro 60 giorni di tempo dovrebbe rispondere e comunicare l’esito della procedura.