Con la Legge di Bilancio 2024 (Legge 213 del 30 dicembre 2023), il governo ha introdotto una novità significativa per il calcolo dell’ISEE: i titoli di Stato, i buoni fruttiferi postali e i libretti di risparmio postale saranno esclusi dal patrimonio familiare ai fini del calcolo dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE), fino a un massimo di 50.000 euro. Questa misura, destinata a semplificare l’accesso a misure di sostegno sociale, ha però ancora alcuni passaggi burocratici da completare prima di entrare in vigore.
Buoni fruttiferi e titoli di Stato esclusi da calcolo ISEE: quando entrerà in vigore la nuova regola?
Nonostante l’annuncio nella Legge di Bilancio 2024, la modifica al regolamento ISEE non è ancora operativa. Secondo un comunicato dell’INPS del 12 gennaio 2024, il decreto che conferma questa novità è in attesa di approvazione definitiva, con un passaggio formale attraverso la Presidenza del Consiglio e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Attualmente, le famiglie devono ancora indicare nel proprio modello DSU tutti i titoli di Stato e i libretti postali posseduti al 31 dicembre 2022, secondo la normativa vigente.
Sebbene la novità non sia ancora applicabile, si prevede che entrerà in vigore nei primi mesi del 2025, quando il nuovo DPCM che regolamenta il calcolo dell’ISEE sarà definitivamente approvato. Questo provvedimento dovrebbe contribuire a semplificare l’accesso a bonus sociali e altre agevolazioni fiscali per molte famiglie.
Come cambierà l’ISEE?
Con l’esclusione dei titoli di Stato e dei prodotti postali dal calcolo del patrimonio, molte famiglie vedranno una riduzione significativa del proprio ISEE, permettendo loro di accedere a bonus e agevolazioni fiscali che prima erano preclusi a causa di un valore ISEE troppo elevato. Prodotti come i Buoni Ordinari del Tesoro (BOT), i Buoni del Tesoro Poliennali (BTP), i Certificati del Tesoro Zero-Coupon (CTZ) e i libretti di risparmio postale non influiranno più sull’ISEE, fino a un massimo di 50.000 euro.
Ad esempio, una famiglia con due figli, un reddito da lavoro dipendente e 79.000 euro di patrimonio mobiliare, di cui 25.000 investiti in titoli di Stato, potrebbe vedere il proprio ISEE ridotto di circa 2.000 euro. Se il patrimonio in titoli raggiunge i 50.000 euro, la riduzione dell’ISEE potrebbe arrivare fino a 4.000 euro. Questo avrà un impatto diretto sull’accesso a prestazioni come l’Assegno Unico, il bonus sociale bollette e il Bonus asilo nido.
Buoni fruttiferi, libretti postali e BPT esclusi da calcolo ISEE nel 2025: quali conseguenze?
La decisione di escludere questi titoli dal calcolo dell’ISEE ha suscitato alcune preoccupazioni, principalmente legate all’effetto che potrebbe avere sul bilancio dello Stato. Con l’aumento dei tassi di interesse, la vendita di titoli di Stato è stata particolarmente favorevole per le famiglie. Tuttavia, se da un lato questa misura favorisce l’accesso alle agevolazioni fiscali, dall’altro potrebbe comportare un incremento del debito pubblico, con il governo che si ritroverebbe a sostenere una spesa aggiuntiva per le prestazioni sociali. Si stima che il costo per le casse dello Stato potrebbe arrivare a circa 44 milioni di euro, già coperti dalla Legge di Bilancio 2024.
Inoltre, alcuni esperti sollevano la questione dell’equità della misura, poiché i possessori di titoli di Stato che, grazie a questa novità, risultano con un ISEE inferiore, potrebbero beneficiare degli stessi bonus e agevolazioni destinati a famiglie con minori capacità economiche. Questo andrebbe a creare un divario tra chi ha liquidità da investire e chi non ha altre risorse, potenzialmente falsando i criteri di accesso alle prestazioni sociali.