Stando alle previsioni degli analisti, il 2025 dei mercati finanziari potrebbe essere un anno caratterizzato da una volatilità decisamente maggiore rispetto a quella del 2024. L’irruzione sulla scena di tutta una serie di nuove variabili, la crescita eccessivamente sostenuta degli indici di borsa negli anni precedenti e il rimescolamento settoriale potrebbero generare una spiccata incertezza su tutti i mercati globali.
Le indicazioni arrivate a inizio anno sembrano confermare questo “sospetto”. E allora cosa fare? Tanto per iniziare va preso atto che volatilità significa più occasioni per entrare sui mercati sfruttando proprio la dinamica dei rialzi e dei ribassi. Tutto molto promettente, ma come si fa a fare trading sulla volatilità? Ci sono strategie da seguire? E’ possibile riconoscere in anticipo il momento in cui i mercati sono prossimi ad oscillare sulle montagne russe? E ancora ci sono indicatori tecnici utili per identificare l’imminente volatilità?
Le domande aperte sono più di una.
Indice
Cosa significa trading sulla volatilità
Il trading sulla volatilità è una strategia di investimento che si concentra sul guadagno derivante dai movimenti di prezzo di un asset a prescindere dalla direzione del movimento stesso. Con il trading sulla volatilità, quindi, non andrai a speculare sul rialzo o sul ribasso del valore dell’asset. A te non interessa in che direzione i prezzi si muoveranno ma solo che essi si muovano anche in modo brusco. Proprio questa caratteristica definisce la destinazione d’uso del trading sulla volatilità: si tratta di una strategia particolarmente utilizzata nei mercati in cui i prezzi fluttuano significativamente in brevi periodi di tempo.
🙋🏻♂️ La volatilità nel trading non è un concetto soggettivo. Non sei tu a dire questo asset è diventato volatile ma sono i numeri a certificarlo. La volatilità, infatti, misura la variazione del prezzo di un asset nel corso del tempo. In un mercato ad alta volatilità ci saranno poi forti oscillazioni di prezzo, mentre in un mercato a bassa volatilità i movimenti di prezzo sono più contenuti.
Perchè il 2025 sarà l’anno della volatilità per i mercati finanziari?
2025 anno della volatilità sui mercati finanziari? I segnali ci sono tutti e sta a te non trascurarli. Nell’intro accennavamo all’irruzione di nuove variabili. In realtà è solo una la nuova variabile che però è destinata a scompaginare tutto il resto, creandone di altre. Ci riferiamo all’elezione di Trump. Il nuovo presidente americano è pronto ad introdurre dazi anche pesanti a tutta una serie di paesi (dal Messico alla Cina passando per Canada e Europa).
L’impressione è che la minaccia guerra commerciale sarà il nuovo modo di intendere i rapporti tra le varie nazioni. Tutto ciò è destinato ad avere effetti sul mercato valutario (cambio Euro Dollaro ma anche andamento del Dollar Index), sulle borse (Wall Street e tutte le borse europee) e sul mercato delle materie prime (oro ma anche petrolio). Non solo, ma se alla variabile Trump si sommano anche le conseguenze delle politiche trumpiane sull’andamento dell’inflazione e quindi sulle decisioni di politica monetaria della FED, allora l‘incertezza si amplifica ancora di più.
Il 2025 è iniziato con gli investitori che non sanno quanto forti saranno i dazi (e quali conseguenze provocheranno) e non sono più neppure sicuri di quello che farà la FED con i tassi (il ribasso, scontato fino a pochi mesi fa, ora è ritenuto poco probabile).
Con queste premesse lo scenario più probabile è quello dell’alta volatilità sui mercati finanziari.
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Tre modi per fare trading sulla volatilità
Esistono diverse modalità per fare trading sulla volatilità. Il principio alla base è sempre lo stesso ossia cavalcare i movimenti rapidi del mercato. A cambiare sono gli strumenti da utilizzare.
Ecco le tre modalità più gettonate dai trader:
- CFD sui mercati più volatili: possono essere utilizzati per speculare sui movimenti di prezzo rapidi di un asset, sfruttando la leva finanziaria per amplificare i profitti (aumenta anche il rischio di perdite). I Contratti per Differenza non prevedono il possesso del sottostante e consentono di fare trading sia al rialzo (long) che al ribasso (short) sfruttando così i cambi di direzione. Tra i mercati più volatili ci sono alcuni indici di borsa, alcune materie prime e alcune coppie forex (vedremo dopo quali)
- Opzioni finanziarie (vanilla options): danno il diritto, ma non l’obbligo, di acquistare o vendere un asset a un prezzo predeterminato
- Indici di volatilità: misurano la volatilità implicita nei mercati. L’esempio classico dell’indice di volatilità è il VIX noto anche come “indice della paura”. Facendo trading sugli indici di volatilità speculerai direttamente sulla volatilità in generale e quindi non su una asset class specifica.
Meglio le opzioni finanziarie, gli indici come il VIX oppure i CFD? Tutto dipende dalle tue caratteristiche operative e dal livello di rischio che sei disposto ad assumerti. Fondamentale però è utilizzare broker che ti consentono di accedere a tutte e tre queste modalità. Molti broker offrono solo la possibilità di fare trading con i CFD e al massimo sul VIX.
Meglio allora allargare la scelta a piattaforme più complete come quella di IG che consentono, sempre dallo stesso account, di fare trading in tutte e tre le modalità citate. In questo modo puoi davvero sfruttare fino in fondo i repentini cambi di direzione di un asset cavalcando la volatilità in modo completo.
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Quali sono i mercati più volatili su cui fare trading
L’errore più grande che puoi fare quando fai trading sulla volatilità è pensare che qualsiasi asset possa fare al caso tuo. Per la serie prendo il primo mercato che mi va a genio e attendo che si attivi la volatilità. Di certo tutte le asset class fanno registrare movimenti di prezzo ma da qui a dire che siano volatili ce ne passa.
Lasciando perdere le azioni troppo legate a notizie price sensitive riguardati la diretta interessata sono 4 i mercati più volatili. E’ nel loro ambito che devi cercare gli asset maggiormente volatili per loro natura.
Lo abbiamo fatto noi per te ed ecco il risultato.
- Indici di borsa: la regola è che i paniere con un numero minore di asset sono più volatili rispetto a quelli con maggior numero di asset. Il motivo è semplice mentre su indici affollati come l’S&P 500 sono necessari i movimenti di più quotate per determinare oscillazioni di prezzo di tutto il paniere, su quelli con meno titoli bastano le oscillazioni di poche quotate ad alta market cap. Sulla base di questo criterio gli indici di borsa più volatili sono il Dow Jones, il Nasdaq 100, il CAC40, il DAX30 mentre quelli meno volatili sono l’S&P 500, l’FTSE100 della borsa di Londra, l’EuroStoxx 500 europeo.
- Materie prime: il petrolio è l’asset più volatile in assoluto essendo legato a tutta una serie di variabili facilmente condizionabili. Ma molto volatili sono anche le materie prime secondarie come ad esempio il gas naturale (sempre più legato alla geopolitica e il grano). Tra le commodity più stabili nel corso del tempo c’è invece l’oro che da secoli viene visto come bene rifugio.
- Criptovalute: sono tra gli asset in assoluto più volatili e più rischiosi. Bitcoin, Ether e tutte le crypto registrano spesso movimenti di prezzo anche forti
- Forex: sono le coppie forex secondarie o esotiche a presentare la maggiore volatilità. E il motivo è molto semplice: sono meno liquide dei cross più importanti e quindi più influenzabili dalla situazione economica dei paesi emergenti cui fanno riferimento. Nel contesto di guerra commerciale che si va profilando nel 2025, i mercati emergenti potrebbero subire contraccolpi e quindi la volatilità dei cross corrispondenti potrebbe salire ancora. Unica eccezione a questa tendenza è il cross GBP/USD che da sempre risente molto dalla situazione economica e politica della Gran Bretagna. Tra le coppie forex meno volatili c’è invece EUR/USD che nel 2025 potrebbe tornare addirittura sulla parità.
Risorse utili sui punti trattati in questo paragrafo:
- Come fare trading sugli indici
- Come investire in materie prime
- Investire in criptovalute con le opzioni barriera IG: come funzionano e come fare trading
Strategie di trading sulla volatilità basate sull’analisi
Ci sono varie strategie per fare trading sulla volatilità. Tutte rientrano in due grandi famiglie:
- strategie direzionali: sono basate su una previsione della direzione del movimento di prezzo
- strategie non direzionali: sono basate esclusivamente sull’aspettativa di maggiore o minore volatilità, indipendentemente dalla direzione
Premesso questo, la strategia dipende dalla modalità che scegli per sfruttare i cambi di direzione di un asset.
Se hai scelto di operare con le opzioni vanilla, due strategie molto usate sono:
- straddle: acquisto simultaneo di un’opzione call e put con lo stesso prezzo di esercizio e scadenza, sfruttando i grandi movimenti di prezzo in qualsiasi direzione.
- strangle: simile allo straddle, ma con prezzi di esercizio diversi per call e put, spesso meno costoso.
Se invece hai optato per il trading sugli indici di volatilità, due buone strategie sono:
- studio dell’andamento del prezzo dei beni rifugio a partire dall’oro e dal dollaro. Se le loro quotazioni dovessero salire, sarebbe il segnale di una imminente tensione sui mercati
- esame della curva di rendimento: nel caso in cui ci dovesse essere un calo del rendimento a lungo termine e la crescita di quello a breve termine, sarebbe il segnale di un aumento dei timore sui mercati. Una curva di rendimento di questo tipo è detta inversa ed è anticipatrice di una salita dell’indice di volatilità e di un calo delle borse.
Due indicatori per fare trading sulla volatilità
Le strategie di trading sulla volatilità che abbiamo citato in alto richiedono l’utilizzo di indicatori ben precisi. Non è quindi solo una questione di analisi fondamentale (studio dei mercati e della correlazioni tra asset-class) ma anche di analisi tecnica.
Due indicatori tecnici su tutti sono molto utili per fare trading sulla volatilità:
- bande di Bollinger
- Average True Range (ATR)
Vediamole nel dettaglio.
Trading sulla volatilità con le bande di Bollinger
Ideate da John Bollinger negli anni ’80, forniscono indicazioni su come il prezzo di un asset si muove rispetto alla sua volatilità nel tempo. Consistono in tre linee principali: la media mobile semplice (SMA) che rappresenta il valore medio dei prezzi (tipicamente la chiusura) in un periodo di tempo definito (es. 20 periodi); la banda superiore data da SMA + (2 × Deviazione standard del prezzo) e la banda inferiore che si calcola SMA – (2 × Deviazione standard del prezzo).
Nelle bande di Bollinger la deviazione standard misura la volatilità, quindi quando la volatilità aumenta, le bande si allargano, mentre si restringono in periodi di bassa volatilità.
Se vuoi fare trading sulla volatilità con le bande di Bollinger dovrai anzitutto riconoscere i periodi di bassa volatilità (squeeze). Si tratta di fasi in cui viene anticipato un movimento significativo del prezzo, anche se la direzione (rialzista o ribassista) non è prevedibile con questo indicatore. In presenza di questa situazione preparati per un breakout anche usando altri indicatori (come RSI o volumi) per confermare la direzione.
Potrai operare in due modi a seconda della situazione:
- acquisto e vendita ai confini delle bande: il prezzo tende a muoversi tra la banda superiore e quella inferiore. Quando tocca la banda superiore, può segnalare un’area di ipercomprato; quando tocca la banda inferiore, un’area di ipervenduto. Andrai Short quando il prezzo tocca la banda superiore e mostra segnali di inversione e Long quando il prezzo tocca la banda inferiore e inizia a rimbalzare.
- allineamento al trend: se il prezzo rompe in modo deciso la banda superiore, potrebbe indicare un trend rialzista mentre ee il prezzo rompe la banda inferiore, potrebbe iniziare un trend ribassista. In questi casi la strategia è entrare nella direzione del trend dopo il breakout.
Trading sulla volatilità con il Average True Range (ATR)
Strumento potente per il trading sulla volatilità, misura la media della variazione dei prezzi (range) di un asset in un determinato periodo di tempo. Anche se non fornisce segnali direzionali (rialzista o ribassista), è estremamente utile per identificare la volatilità e per sviluppare strategie di gestione del rischio e operazioni basate sul movimento dei prezzi.
L’ATR aumenta nei periodi di alta volatilità e diminuisce quando il mercato è calmo. Puoi quindi usarlo per:
- evitare di aprire posizioni durante periodi di bassa volatilità (movimenti più lenti e incerti).
- prepararti a movimenti più significativi nei periodi di alta volatilità.
L’ATR viene molto spesso usato per definire uno stop-loss dinamico, basato sulla volatilità. In questo caso una valida strategia può essere quella di imposta lo stop-loss a una distanza pari a 1-2 volte l’ATR dalla tua posizione di ingresso. Per esempio se l’ATR è 50 pips in un grafico forex, posiziona lo stop-loss 50-100 pips dal prezzo di entrata.
Un aumento improvviso dell’ATR può indicare l’inizio di un movimento significativo o di un breakout. In tal caso se il prezzo rompe un livello chiave e l’ATR è in aumento potresti entrare nella direzione del breakout. Ma l’ATR può essere utilizzato per impostare un trailing stop, che segue il prezzo adattandosi alla volatilità:
- se il mercato è volatile, lo stop si allarga per evitare di essere preso da movimenti temporanei.
- se la volatilità diminuisce, lo stop si restringe, proteggendo i profitti.
Fare trading sulla volatilità con il broker IG: strumenti disponibili
Come avrai capito dal riferimento agli indicatori tecnici della volatilità, alle strategie e alle modalità operative, per fare trading sulla volatilità hai bisogno di un broker di un certo livello che ti offra servizi e strumenti anche avanzati. Un grave errore è pensare che qualsiasi piattaforma vada bene. Non è affatto così.
Quando parliamo di trading sulla volatilità, il broker IG e senza subbio uno dei più adatti grazie al suo profilo molto professionale. IG è un broker presente sul mercato da quasi 50 anni (un record) che ti offre la possibilità di speculare su oltre 17.000 asset (altro record). Permette di fare trading con i CFD sugli asset più volatili, trading con le opzioni vanilla e trading sugli indici di volatilità (VIX ma anche EU Volatility Index VSTOXX).
Soprattutto mette a disposizione tutta una serie di strumenti che possono rivelarsi molto utili:
- grafici e indicatori tecnici come le bande di Bollinger o l’ATR
- servizi di alert gratuiti per monitorare i mercati a caccia di segnali di volatilità
- notifiche su variazioni di prezzo oltre un certo livello
- notifiche basate sulle condizioni tecniche e sugli stessi indicatori di volatilità
- alert sui market mover che possono essere più price sensitive
- strumenti di gestione del rischio come stop loss e take profit
- tantissime risorse formative per aiutarti a fare trading sulla volatilità
Per imparare praticamente a fare trading sulla volatilità con IG puoi usare il conto demo gratuito che il broker mette a disposizione: 30.000€ per fare pratica senza alcun rischio.
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In conclusione: quando ti è utile il trading sulla volatilità?
Il trading sulla volatilità non è per tutte le stagioni e tutti i contesti. Se i mercati sono piatti (lo vedrai da solo essendo il VIX immobile) allora non ti conviene proprio pensare a questa opzione. Viceversa in caso di mercati instabili (ad esempio a causa di crisi economiche o politiche), il trading sulla volatilità ti può essere utile.
Ad ogni modo non è necessario attendere cataclismi per entrare in azione. Anche alcuni eventi macro come ad esempio le decisioni sui tassi di interesse da parte delle banche centrali possono generare molta volatilità su alcuni mercati.
Ricorda che se è vero che trading sulla volatilità significa opportunità, è altrettanto vero che ci sono anche rischi significativi a causa dell’imprevedibilità dei mercati e dell’uso di strumenti specifici come la leva nel trading di CFD che va ad ampliare il rischio di perdite.
Questo scritto è redatto a solo scopo informativo e non si può considerare in alcun modo un’indicazione operativa.
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