
I giovani italiani affrontano il risparmio con un atteggiamento spesso incerto e focalizzato troppo sul breve periodo. L’ultimo aggiornamento al Quinto Rapporto Assogestioni-Censis ha messo in evidenza come la fascia d’età degli under 35% quasi manchi degli strumenti adeguati per comprendere le implicazioni delle proprie scelte di investimento. Eppure, nonostante le difficoltà, il mercato dei fondi comuni continua a guadagnare terreno sia tra i Millennials e la Gen Z. Il recente Rapporto Sottoscrittori 2024 di Assogestioni ha infatti confermato la crescita della loro presenza nel settore ma soprattutto ha rilevato un aumento dell’investimento medio.
Un mercato in salute
L’indagine dell’Ufficio Studi di Assogestioni, presentata a luglio 2024, ha fotografato un comparto finanziario che, nel suo insieme, appare molto solido. Il campione analizzato ha coperto quasi la totalità dei fondi italiani per un valore complessivo di 198 miliardi di euro. Considerando anche il 71% di copertura sui prodotti esteri, il patrimonio intermediato raggiunge i 445 miliardi su un totale di 556 miliardi.
I dati dell’indagine hanno rilevato come siano sempre i Boomers e la Gen X a dominare il mercato con una quota rispettivamente pari al 49% e al 21%. In questo contesto, però, Millennials e Gen Z hanno incrementato la loro incidenza dal 12% al 15%. +3 punti percentuali, quindi, sono stati accumulanti nel corso di un solo anno. Anche l’investimento medio è cresciuto: per gli under 35, la quota detenuta è passata dal 6% del totale a un valore assoluto in aumento, con una media di 21mila euro per i nati prima del 1995 e 18mila euro per i più giovani, rispetto ai 18mila e 13mila dell’anno precedente.
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Un’ulteriore conferma della tendenza fotografata dal rapporto di luglio è arrivata dalla recente indagine Fidelity Global Sentiment Survey, che ha analizzato le abitudini finanziarie di oltre 35mila individui in età lavorativa in Italia e altri 33 Paesi. Rosario Sarcone, head of Sales Italy di Fidelity, ha messo in evidenza un dato che potrebbe quasi stupire: i giovani italiani siano più ottimisti sul futuro rispetto alle generazioni precedenti. Ben il 58% dei 20-38enni si dice fiducioso nel breve periodo, mentre c’è un non indifferente 37% del campione intervistato che addirittura sta pianificando investimenti a lungo termine.
Nonostante una maggiore propensione alla spesa, Millennials e Gen Z hanno dimostrato capacità di risparmio superiori alle generazioni senior, accantonando in media il 32% in più e aumentando al 31% il loro contributo ai fondi pensione.
Le prossime sfide per il settore
Cosa dedurre da questi studi statistici sul rapporto tra i giovani italiani e gli investimenti in fondi comuni? Di sicuro è necessario favorire un coinvolgimento ancora maggiore dei giovani negli investimenti ma, affinchè ciò possa gradualmente avvenire, è necessario che gli stessi player del settore agiscano in tre direzioni:
- attenzione all’educazione finanziaria: ai millennials e alla Gen Z dovrebbero essere forniti strumenti adeguati per comprendere i meccanismi di investimento e le strategie a lungo termine.
- sviluppo di prodotti su misura che siano adatti alle esigenze e alle disponibilità economiche delle nuove generazioni.
- massima accortezza alla distribuzione e all’accessibilità: vanno resi più semplici e trasparenti possibile i processi di sottoscrizione e gestione degli investimenti.
Se ben guidata, la crescita della partecipazione giovanile al mercato finanziario potrebbe rappresentare una solida opportunità per il settore e per l’economia italiana nel suo complesso.