BOT annuali in asta
Ipotesi stop al calo rendimenti nell'asta di BOT annuali del 12 marzo 2025 (www.risparmioggi.it)

Un nuovo BOT a 364 giorni sarà il protagonista assoluto della prima asta di titoli di stato del mese che si terrà il 12 marzo. Trattandosi di una nuova emissione il codice ISIN del BOT annuale sarà reso noto il giorno stesso del collocamento. Questa è la sola caratteristica assente perchè, per il resto, tutte le altre specifiche sono già note, dalla durata fino all’ammontare totale di emissione. Lo possiamo subito svelare: c’è molta attesa per l’asta BOT del 12 marzo alla luce del recente balzo registrato dai rendimenti dei titoli di stato. Il collocamento, infatti, sarà il primo test concreto per verificare l’impatto dei due grandi catalizzatori che nelle ultime settimane hanno determinato un crollo dei prezzi delle obbligazioni dell’area Euro: maxi piano di riarmo a livello comunitario e piano straordinario di interventi pubblici in Germania con cui il dogma del debito e dell’austerità sarà mandato definitivamente in soffitta.

Ed è appunto in questo nuovo contesto che da giorni circolano voci di corridoio che rendono l’asta BOT del 12 marzo 2025 molto più stimolante di quello che si poteva prevedere appena poche settimane fa: e se i rendimenti dovessero addirittura salire? Questo sarà il tema clou dell’articolo della vigilia. Prima però presentiamo il titolo in collocamento.

BOT annuali scadenza 13 marzo 2026 nell’asta del 12 marzo 2025: tutte le caratteristiche

Il nuovo BOT a 12 mesi in asta il 12 marzo 2025 ha scadenza 13 marzo dell’anno successivo e verrà emesso per un ammontare totale pari a 9 miliardi di euro. Non ci sarà alcuna difficolta da parte del MEF a collocare il nuovo titolo annuale. Resta però aperta la partita sul pricing.

Come tutti i Buoni Ordinari del Tesoro anche questo non paga alcuna cedola e quindi il rendimento sarà semplicemente il risultato della differenza tra i prezzi di vendita e quelli di acquisto.

L’ammontare totale di emissione è tra i più consistenti delle ultime aste e questo è il segnale che il Tesoro intende dare un colpo ben assestato ai proprio programmi di soddisfacimento del fabbisogno di debito. Proprio contestualmente alla comunicazione delle caratteristiche del BOT in asta il 12 marzo, il MEF ha anche annunciato che il 14 marzo andranno in scadenza BOT annuali per 9,7 miliardi di euro. Apparentemente, quindi, la massa per questa lunghezza si va a ridurre ma la realtà sarà ben diversa perchè considerando la successiva asta supplementare del BOT scadenza 13 marzo 2026 si arriverà grosso modo sui livelli dei titoli in scadenza.

La data di regolamento dell’asta BOT del 12 marzo è fissata per il successivo 14 marzo.

Risorse utili sui temi trattati in questo paragrafo:

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I rendimenti dell’asta BOT del 12 marzo 2025 aumenteranno?

E’ inutile nascondersi dietro ad una foglia di fico: fino a fine febbraio tutti gli analisti, gli osservatori di mercato e gli stessi investitori erano convinti che il ribasso dei rendimenti dei BOT fosse un dato assodato. Certo la dinamica in atto era apparsa fin da subito più marcata sulle scadenza più corte (quindi sui BOT semestrali) ma anche i BOT annuali ne erano interessati.

Nel giro di pochi giorni il quadro di riferimento è mutato: sul secondario giù i prezzi di molti titoli di stato (ora più che mai convenienti ad essere comprati a sconto) e su i rendimenti.

Tutto questo non potrà che impattare anche sul BOT annuale in asta il 12 marzo. Trattandosi di una nuova trance non c’è un riferimento diretto sul MOT, tuttavia delle ipotesi si possono fare.

Partiamo dal precedente della stessa lunghezza: ossia l’asta BOT del 12 febbraio 2025. In quell’occasione il BOT scadenza 13 febbraio 2025 ISIN IT0005635351 esitò un rendimento del 2,325% in ribasso rispetto a quello di gennaio. Dal 14 febbraio il titolo è poi finito sul MOT ed è proprio lì che, nel giro di poche settimane, è stato catapultato sulle montagne russe. Prima ha visto i prezzi crollare fino a 97,63 per poi vederli ripartire fino 97,95 a inizio marzo. Nei giorni successivi nuovo ribasso fino a 98,83 e poi alla vigilia dell’asta del 12 marzo ancora un rimbalzo fin quasi a 98. I rendimenti si sono mossi all’apposto scendendo fino al 2,32% in coincidenza con il ribasso dei prezzi per poi salire. Ora siamo sul 2,34% ossia il valore dell’asta di un mese fa.

Ci si può attendere qualcosa di molto simile che, comunque andrebbe ad arrestare il trend al ribasso ma soprattutto riporterebbe appeal su una durata (e una tipologia di titoli) che era stata già declassata a modalità di deposito della liquidità.

Ad ogni modo l’asta del 12 marzo non sarà una formalità. E il bello è che potrebbe non esserlo neppure la prossima asta BOT, quella di fine mese riservata ai semestrali.