L’ISEE riveste un ruolo importante nell’accesso a numerosi servizi e agevolazioni. Tra le opportunità disponibili, la possibilità di escludere certi prodotti finanziari – in particolare i buoni fruttiferi cointestati – rappresenta un notevole vantaggio. In questo articolo approfondiremo le strategie per ottimizzare la gestione dei buoni cointestati, analizzando i principi fondamentali, le modalità operative e gli esempi pratici, affinché tu possa sfruttare al meglio questa opportunità nella compilazione della DSU.
Buoni fruttiferi cointestati: principi generali per l’esclusione dall’ISEE
Il sistema attuale prevede che certi prodotti finanziari, inclusi i buoni fruttiferi postali, anche cointestati, possano essere esclusi dal patrimonio mobiliare ai fini del calcolo dell’ISEE. La norma consente di sottrarre un importo massimo pari a 50.000 euro per nucleo familiare.
Nel caso dei prodotti cointestati, ogni componente ha la possibilità di decidere come attribuire la quota di esclusione. Questo significa che i contribuenti, ad esempio due coniugi che detengono in comune buoni fruttiferi, possono decidere se dividere equamente l’esclusione o comunque distribuire i benefici in misura diversa, purché la somma totale esclusa non superi il tetto previsto. In sostanza, il metodo adottato non modifica il risultato finale sul calcolo dell’ISEE, ma permette di personalizzare la strategia in base alla specifica situazione patrimoniale di ciascun nucleo.
Durante la compilazione della Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU), bisognerà indicare correttamente il valore dei rapporti finanziari, facendo attenzione alla presenza di eventuali cointestazioni.
Esistono due principali modalità di esclusione:
- Ripartizione equa: ogni componente del nucleo familiare cointestante applica la metà dell’esclusione, ad esempio 25.000 euro ciascuno, sebbene il valore complessivo dei buoni superi tale soglia.
- Allocazione differenziata: in alternativa, uno solo dei cointestatari può decidere di applicare l’intera esclusione fino al limite massimo di 50.000 euro, mentre l’altro riporta l’intero valore degli investimenti. Tale scelta deve essere ponderata in base alla composizione patrimoniale e alle esigenze del nucleo familiare.
L’importante è che, in ogni caso, il totale degli importi esclusi non ecceda la franchigia massima prevista dalla normativa.
Buoni fruttiferi cointestati esclusi da ISEE: come ottimizzare
Quando si tratta di buoni cointestati, la chiave è pianificare in anticipo la ripartizione della franchigia, in modo da massimizzare i benefici e ridurre il patrimonio mobiliare dichiarato. Ecco alcuni suggerimenti pratici:
- Verifica le quote di proprietà: assicurati di conoscere la percentuale di possesso di ogni componente nel caso di cointestazione, informazione utile per il calcolo e per la corretta applicazione della franchigia.
- Analizza la composizione del nucleo familiare: se nel nucleo sono presenti soggetti con differenti situazioni patrimoniali, potrebbe risultare vantaggioso attribuire la maggior parte della detrazione a colui o colei che presenta una componente patrimoniale più elevata.
- Valuta la flessibilità della ripartizione: non esiste una regola fissa, hai la libertà di decidere come distribuire il beneficio in base alle specifiche condizioni degli investimenti. L’obiettivo è sempre mantenere invariato il totale escluso, pur adattandolo alle esigenze individuali.
Immagina una situazione in cui tu e il tuo partner detenete insieme un investimento in buoni fruttiferi. Se il valore complessivo dei buoni supera i 50.000 euro, potresti decidere di suddividere la franchigia in maniera uguale, con ognuno che esclude 25.000 euro. In alternativa, se uno di voi ha già altri impegni finanziari o una diversa esposizione patrimoniale, potrebbe avere senso concentrare l’intera esenzione sul nome di uno solo dei cointestatari.
Esclusione dei Titoli di Stato: quello che devi sapere
Dal recente aggiornamento normativo, anche i Titoli di Stato e i libretti di risparmio postale vengono esclusi dal calcolo dell’ISEE fino a un valore complessivo di 50.000 euro per ciascun nucleo familiare.
Per gestire correttamente la franchigia di 50.000 euro, il sistema DSU (Dichiarazione Sostitutiva Unica) prevede una serie di regole specifiche. Le istruzioni attuali individuano chiaramente quali prodotti finanziari possono usufruire dell’esclusione, associando a ciascuno un codice identificativo:
- Codice 02: rapporti di conto deposito titoli e/o obbligazioni;
- Codice 03: conti deposito a risparmio libero/vincolato detenuti esclusivamente presso Poste Italiane;
- Codice 06: gestione patrimoniale;
- Codice 07: certificati di deposito e buoni fruttiferi detenuti esclusivamente presso Poste Italiane.
Durante la compilazione della DSU, inserirai i dati contabili relativi a questi prodotti, operando il calcolo al netto del valore dei Titoli di Stato. In altre parole, potrai sottrarre una parte o la totalità del valore degli investimenti in Titoli di Stato fino a raggiungere il limite massimo consentito. Questa flessibilità ti permette di adottare diverse strategie in base alla composizione del patrimonio e alla presenza di eventuali cointestazioni o situazioni particolari.
Una deroga importante riguarda il caso del genitore non coniugato e non convivente, inserito nel nucleo familiare del figlio minorenne o studente universitario. In tale situazione, le istruzioni suggeriscono di assegnare inizialmente la franchigia agli elementi ordinari del nucleo familiare. Se il totale dei Titoli di Stato già esclusi da questi componenti non raggiunge il limite massimo, si potrà infine includere anche il genitore non convivente.