La pausa di Pasquetta di Piazza Affari può essere l’occasione per fare il punto della situazione su specifiche quotate che a causa del crollo dei mercati azionari conseguente al braccio di ferro sui dazi, si ritrovano ora con un dividend yield molto gonfiato. E’ questo il caso delle azioni MPS che , rispetto ad un mese fa, risultano deprezzate di oltre il 14% ma che, proprio grazie alla flessione registrata dopo la definizione della cedola a valere sull’esercizio 2024, ora si ritrovano a presentare un rendimento da dividendo di oltre il 13%. Inutile dire che, con un ritorno simile, il dividendo Monte dei Paschi 2025 diventa punto di riferimento per tutti quegli investitori alla ricerca di reddito passivo. Nel caso della banca toscana non c’è il valore aggiunto rappresentato dai dividendi costanti nel corso del tempo perchè, a causa delle note vicissitudini societarie, per anni non ha staccato alcuna cedola, ma con un dividend yield di oltre il 13% questo aspetto passa in secondo piano!
Se a questo si aggiunge il fatto che, proprio a ridosso delle festività pasquali, è arrivato il via libera da parte dell’assemblea degli azionisti all’aumento di capitale al servizio dell’OPS su Mediobanca, si può pensare che di spunti per le azioni della banca senese ce ne siano più di uno…e tutti molto pesanti.
Cosa fare allora?
Ai prezzi attuali di MPS, il dividend yield vola
Il dividendo MPS 2025 venne deliberato dal consiglio di amministrazione lo scorso 6 febbraio. Ai prezzi di allora, la cedola di 0,86 euro rendeva il 13,64%. Da allora le quotazioni della banca toscana, per effetto del crollo delle borse mondiali, hanno pesantemente ritracciato fino ad arrivare ad un minimo relativo di 6,05 euro nella prima settimane di aprile. Fosse stato staccato allora, il dividendo avrebbe reso il 14,2%. Nel giro di poche settimane, però, è arrivato il rimbalzo e con gli attuali prezzi di 6,52 euro, il dividend yield si è attestato al 13,2%.
Il dividendo MPS sarà staccato il prossimo 19 maggio 2025 con messa in pagamento dal 21 maggio successivo. C’è quindi ancora tempo per l’appuntamento ma soprattutto, considerando i tanti dossier aperti e il contesto generale di profonda incertezza c’è da attendersi di tutto fino ad allora.
La buona notizia è che la cedola di 0,86 euro è stata confermata dall’assemblea degli azionisti dello scorso 17 aprile. Nell’ambito del via libera definitivo al bilancio 2024, infatti, dall’assemblea è arrivata la conferma della proposta formulata a febbraio dal CdA in tema di remunerazione degli azionisti. Complessivamente i dividendi MPS 2025 saranno pari a 1,08 miliardi di euro. La parte di utile che eccede la cedola, verrà destinata a riserva.
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Cosa fare sulle azioni MPS in vista dello stacco del dividendo 2025
Nonostante i realizzi dell’ultimo mese, le azioni Monte dei Paschi si presentano sempre molto toniche nel lungo termine forti di un rialzo del 52% su base annua. Nell’ambito dell’assemblea che ha definitivamente scolpito l’importo del dividendo (al lordo perchè poi c’è la tassazione dividendi da considerare) è arrivato anche il via libera dei soci alla proposta di attribuire al consiglio di amministrazione la facoltà di aumentare il capitale a pagamento, in una o più volte e in via scindibile, con esclusione del diritto di opzione, mediante emissione di massime 2.230.000.000 azioni ordinarie (dettagli nel comunicato ufficiale).
La ricapitalizzazione non è una delle “solite” a cui la veccia MPS aveva abituato per anno (quando di cedole non c’era neppure l’ombra) ma è al servizio dell’offerta pubblica di scambio (OPS) sulla totalità delle azioni di Mediobanca. L’assemblea ha anche fissato al 31 dicembre prossimo il termine per dare esecuzione al suddetto aumento di capitale.
Il via libera dell’assemblea di MPS vale come un macigno perchè è la dimostrazione che la banca senese sta facendo sul serio. Alla ripresa dei mercati proprio il passo in avanti nell’OPS su Mediobanca potrebbe condizionare l’andamento delle azioni Monte dei Paschi. Anche perchè se è vero che affinchè l’OPS sia valida sarà necessaria l’adesione dei due terzi del capitale di Piazzetta Cuccia è altrettanto vero che tra i principali azionisti di Mediobanca ci sono la Delfin con in mano il 19,81% e Caltagirone con il 7,66% (sotto la soglia rilevante del 5 troviamo poi BlackRock con il 4,23% e Mediolanum con il 3,49%) che di fatto hanno già lasciato intendere che aderiranno. Facendo un rapido calcolo, l’OPS di Monte dei Paschi partirà già da una base di adesioni di oltre 27% cumulato… e poi tutto sarà possibile.
Tutti gli scenari sono quindi possibili ed è proprio per questa ragione, quasi a voler rispondere alla domanda su cosa fare con le azioni MPS, che dagli analisti è arrivata un’esortazione alla prudenza. Sempre prima della pausa di Pasqua, Barclays ha ribadito overweight con target price tagliato a 7,1 euro. Interessante notare che appena pochi giorni prima gli stessi esperti inglesi avevano già ridotto il prezzo obiettivo a 7,4 euro. L’impressione è che, dopo il recupero, il margine di rialzo delle azioni MPS si sia ridotto. Ecco allora che diventa importante sfruttare l’alto rendimento da dividendo per garantirsi un buon flusso passivo.
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