La maggior parte degli investitori tende a privilegiare modi più diretti per fare trading sugli indici ma ci è sembrato giusto dare visibilità ad un’ interessante novità arrivata da Natixis: il certificato ISIN IT0006768532 emesso lo scorso 16 aprile. Il prodotto ha come sottostante un basket di indici molto diversi tra loro: il Nasdaq 100, l’Euro Stoxx 50 e l’Hang Seng China. Subito balza all’occhio la forte diversificazione geografica anche se l’aspetto che più cattura è il rendimento potenziale anno del 9,25% lordo. Un ritorno niente male considerando che si tratta di un certificato su indici di borsa e non su basket azionari.
Molto interessante anche il timing dell’emissione visto che il prodotto è stato collocato dopo il crollo delle borse mondiali. Come hanno fatto altri emittenti, quindi, anche Natixis ha preferito lanciare nuovi certificati con fixing iniziale successivo al grande crollo delle prime settimane di aprile. L’obiettivo, neppure tanto velato, è quello di incrementare l’appeal. Sul fronte opposto, però, c’è un disincentivo (almeno per alcuni): il valore nominale a 1.000€ e non a 100€.
Sulla base di queste premesse andiamo a dare un occhio più vicino a questo prodotto che, inutile negarlo, venendo emesso dopo il sell-off delle borse, ha oggettivamente abbattuto il rischio.
Certificato Natixis con sottostante indici di borsa (ISIN IT0006768532)
Il prodotto rientra tra i certificati cash collect con premi, barriera effetto memoria. Un tipo classico di investment certificates, quindi.
Nel dettaglio il prodotto ha scadenza 30/04/2029 con osservazione finale il 16 aprile precedente. Proprio alla data di scadenza scatta il rimborso del capitale nominale (1.000€ non 100€) sempre che nessuno dei tre indici sia finito sotto al livello barriera che è collocato al 60%. Stessa soglia anche per i premi in cui si frammenta il ritorno annuo del 9,25%. Essi sono pari al 2,3125% e vengono corrisposti non ogni mese ma ogni trimestre (altra particolarità rispetto a quello che possiamo considerare come il trend generale, la percentuale p intesa al lordo, c’è la tassazione certificati da considerare).
Senza dilungarci più di tanto le cedole trimestre e il rimborso a scadenza del capitale nominale scattano se nessuno dei tre indici, alle varie date di osservazione e alla data finale di scadenza, ha perso oltre il 40% rispetto agli strike iniziali.
Visto che tutti e tre questi indici che rappresentano il basket sottostante a inizio aprile hanno già ritracciato, le possibilità che vadano ancora più a picco, in teoria sono basse. Su questo fa leva il certificato di Natixis. E infatti non viene richiesto che gli indici non vadano in negativo perchè possono pure farlo come pure possono lateralizzare, importante è che non vadano sotto la barriera.
Tra le altre caratteristiche c’è l’effetto memoria grazie al quale i premi persi perchè il requisito della barriera non viene soddisfatto possono essere recuperati alla scadenza.
Immancabile anche l’autocall che scatta automaticamente a partire da ottobre 2025 con trigger al 100%.
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Cosa succede alla scadenza del certificato
Se l’autocallable non dovesse scattare, il certificato durerebbe allora i suoi 4 anni e alla data di scadenza ci sarebbero sempre i soliti scenari che ci sono in queste situazioni. Il primo è quello a cui abbiamo già accennato con tutti i sottostanti del basket sopra alla barriera. In tal caso scatterebbe il rimborso del capitale che si porta in dote i premi non pagati (se presenti) e l’ultima cedola trimestrale.
Non essendo in presenza di un certificato a capitale garantito, se anche uno degli indici dovesse essere sotto la barriera allora entra in gioco il meccanismo del worst of per cui il rimborso del capitale nominale è proporzionale alla performance del peggiore dei sottostanti. Rispetto allo strike iniziale il peggiore ha perso il 70%. Il rimborso non è più a 1.000€ ma a 300€.
Insomma il funzionamento del certificato Natixis è abbastanza classico. La sfida è sulle prospettive attese per Nasdaq 100, l’Euro Stoxx 50 e l’Hang Seng China.
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