Il buono fruttifero postale ordinario ventennale, emesso da Cassa Depositi e Prestiti e collocato da Poste Italiane, continua a rappresentare una delle soluzioni più sicure per chi intende investire nel lungo periodo senza esporsi al rischio di mercato. Garantito dallo Stato italiano, privo di costi di sottoscrizione e soggetto a una tassazione agevolata, il buono si distingue per la struttura a rendimenti crescenti: più a lungo si mantiene l’investimento, più cresce il guadagno. A scadenza, il rendimento lordo annuo raggiunge il 3%, un valore che, al netto della tassazione agevolata al 12,5%, corrisponde a circa il 2,63% annuo. Ma quanto può rendere davvero un investimento di questo tipo?
Come funziona il buono ordinario ventennale: è conveniente?
Il buono ordinario a 20 anni si basa su un sistema di capitalizzazione composta, con interessi calcolati ogni due mesi, ma liquidati solo in caso di rimborso. Nei primi dodici mesi, il capitale investito non produce interessi in caso di uscita anticipata. A partire dal secondo anno, però, inizia la maturazione degli interessi, che crescono progressivamente fino a raggiungere il 3% lordo annuo al ventesimo anno. Questo schema incentiva il mantenimento del buono fino a scadenza, premiando la costanza dell’investitore.
Rispetto ad altri strumenti simili, come conti deposito vincolati o titoli di Stato, il buono ordinario garantisce una stabilità che pochi prodotti offrono: non subisce oscillazioni di prezzo, non comporta rischi di reinvestimento e non prevede penali in caso di rimborso anticipato (salvo la perdita degli interessi futuri). È inoltre fiscalmente più vantaggioso, con l’aliquota sugli interessi al 12,5% contro il 26% di molti altri prodotti finanziari.
In sintesi, chi cerca un rendimento certo, nessun costo nascosto e la tranquillità della garanzia statale, trova nel buono ventennale una soluzione coerente con un profilo prudente e orientato alla protezione del capitale.
Come cambiano i rendimenti nel tempo
I tassi annui lordi alla scadenza, riconosciuti interamente a rimborsi avvenuti dopo 20 anni, sono pari al 3,00%. Il piano di rendimento effettivo lordo, anno per anno, è il seguente:
Anni di possesso | Rendimento annuo lordo (%) |
1 | 0,75 |
2 | 0,75 |
3 | 0,75 |
4 | 0,81 |
5 | 1,05 |
6 | 1,25 |
7 | 1,39 |
8 | 1,53 |
9 | 1,66 |
10 | 1,80 |
11 | 1,91 |
12 | 2,00 |
13 | 2,15 |
14 | 2,28 |
15 | 2,39 |
16 | 2,50 |
17 | 2,62 |
18 | 2,72 |
19 | 2,84 |
20 | 3,00 |
Buono ordinario ventennale, rendimenti al 3%: simulazione investimenti
Sulla base della simulazione dettagliata di un investimento di 10.000 euro nel Buono Fruttifero Postale Ordinario a 20 anni, emerge con chiarezza come questo strumento garantisca una crescita costante e progressiva del capitale investito, fino a raggiungere alla scadenza (se lo sottoscriviamo oggi) un importo lordo complessivo di 17.051,59 euro. Al netto della ritenuta fiscale agevolata del 12,5% sugli interessi, il guadagno effettivo si traduce in un capitale netto finale di circa 16.391 euro, corrispondente a un rendimento medio annuo netto vicino al 2,6%.
L’andamento dei rendimenti mostra una progressione graduale ma significativa: nei primi anni gli interessi maturati sono contenuti (nei primi 12 mesi non si percepisce alcun guadagno), ma già dal sesto anno si iniziano a vedere ritorni più marcati. Il rendimento cumulato supera i 1.000 euro dopo il settimo anno, e negli ultimi cinque anni l’effetto della capitalizzazione composta fa decollare il valore del buono, che cresce di circa 3.200 euro solo nel quinquennio finale.
Questo evidenzia quanto sia importante la permanenza fino alla scadenza per ottenere il massimo beneficio, rendendo il buono ventennale una scelta adatta a chi ha un orizzonte temporale lungo e vuole proteggere il capitale dall’erosione dell’inflazione, senza esporsi ai rischi tipici dei mercati finanziari.
Facendo un’altra simulazione, ipotizzando di voler investire 25.000 euro su questo titolo postale: qui si può osservare un’evoluzione molto lineare e crescente del capitale investito, che beneficia pienamente della struttura a interessi composti e del meccanismo di rendimento crescente proprio di questo strumento. Alla scadenza prevista per 2045, l’importo lordo maturato sarà pari a 42.628,97 euro, il che equivale a un guadagno complessivo di 17.628,97 euro prima della tassazione.
Applicando la ritenuta agevolata del 12,5% sugli interessi (pari a circa 2.203,62 euro), il capitale netto effettivamente disponibile al termine dell’investimento sarà di circa 40.425 euro, per un rendimento netto annuo medio di poco inferiore al 2,6%.
Questo risultato assume particolare rilievo se confrontato con prodotti alternativi vincolati di pari durata, molti dei quali non garantiscono né la stessa protezione del capitale né condizioni fiscali così favorevoli. Ancora più significativo è il fatto che nei soli ultimi cinque anni l’investimento passa da circa 33.900 euro a oltre 42.600 euro, dimostrando quanto il beneficio maggiore si concentri nella parte finale del piano, a patto di mantenere il buono fino alla sua naturale scadenza.