In un mondo sempre più sensibile alla necessità di attivare urgentemente misure di protezione dell’ecosistema, le obbligazioni sostenibili si rivelano uno strumento finanziario estremamente utile ed efficace per realizzare progetti finalizzati alla tutela dell’ambiente.
Le emissioni di questo particolare tipo di prestito obbligazionario, conosciuto anche con il nome di obbligazioni ESG (acronimo di Environment, Social, Governance) si avvicineranno nel corso del prossimo anno alla cifra record di 300 miliardi di dollari e le ricerche di settore confermano che le recenti normative ESG, legate agli investimenti responsabili ed eco-sostenibili, appoggiano e incoraggiano incondizionatamente l’utilizzo di questi titoli di debito che possono essere sottoscritti tanto da risparmiatori retail quanto da investitori istituzionali.
Indice
Cosa sono le obbligazioni sostenibili
Le obbligazioni sostenibili operano in modo analogo alle obbligazioni tradizionali, ma sono caratterizzate dal fatto che vengono emesse esclusivamente per sostenere progetti sociali o economici finalizzati alla tutela dell’ambiente.
Questi titoli di debito sono dunque degli strumenti dedicati alla raccolta di fondi vincolati ad uno scopo, ossia alla realizzazione di opere eco-sostenibili.
Tra i maggiori enti erogatori di obbligazioni sostenibili, la Banca Mondiale occupa certamente un posto in prima fila: l’organizzazione internazionale si prefigge infatti l’obiettivo di combattere la povertà e sostenere lo sviluppo di aree geografiche disagiate, promuovendo l’attuazione di politiche economiche utili allo sviluppo economico e alla tutela dell’ambiente.
Sono autorizzati all’emissione di obbligazioni sostenibili non solo i colossi finanziari internazionali, tra i quali si citano la BCE (Banca Centrale Europea) e la BEI (Banca Europea degli Investimenti), ma anche gli enti statali.
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La rapida espansione delle obbligazioni sostenibili nel mondo del mercato e l’incredibile indice di apprezzamento ottenuto a livello sovranazionale hanno infatti convinto non solo la Borsa Italiana, ma anche svariate aziende, banche, assicurazioni (in questo caso si entra nel ramo dei corporate bond), municipalità e agenzie statali ad adottarne con decisione l’utilizzo.
In merito alla promozione delle obbligazioni sostenibili si menziona in particolar modo il grande impegno di CDP, il Gruppo finanziario italiano che dal 2015 ha un ruolo da protagonista nella strategia dello sviluppo sostenibile su scala globale.
Tra le aree di sua competenza troviamo la riqualificazione urbana e lo sviluppo dei servizi pubblici, la promozione dell’occupazione in aree disagiate tramite il finanziamento delle imprese locali, il supporto dell’edilizia dedicata a soggetti privi di adeguati alloggi e gli investimenti nel campo della Green Energy e della transizione energetica (in quest’ultimo caso si parla specificatamente di green bond).
Come funzionano le obbligazioni sostenibili?
Per capire come funzionano le obbligazioni sostenibili bisogna prima di ogni altra cosa imparare a riconoscerle. Le quattro caratteristiche che le differenziano rispetto ai normali titoli di debito, infatti, sono le seguenti:
- la necessaria indicazione di uno specifico progetto da finanziare
- i fondi raccolti sono vincolati al progetto selezionato e devono essere versati su un portafoglio ad esso dedicato
- l’obbligo di rendicontazione annuale
- la presenza di un revisore esterno addetto alla certificazione della documentazione e degli obiettivi da perseguire
In particolare, il soggetto preposto alla certificazione deve essere iscritto al relativo albo gestito dall’Esma, l’ente responsabile della regolamentazione dei mercati finanziari europei.
In secondo luogo si devono conoscere quali tipologie di progetti possono autorizzare all’emissione di obbligazioni sostenibili. Tra questi, possiamo citare:
- progetti in campo sociale e sanitario con lo scopo di migliorare la qualità di vita di soggetti meritevoli di tutela
- progetti volti alla sostenibilità e alla protezione dell’ambiente
- progetti volti a sostenere enti e governi nel campo della fornitura di beni e servizi
- progetti finalizzati alla creazione di un mercato microeconomico dotato di requisiti di efficienza e stabilità
- progetti dediti allo sviluppo sociale e alla riduzione della povertà
- investimenti nel campo delle infrastrutture e dei servizi sociali
Bisogna infine conoscere l’iter con il quale detti progetti vengono selezionati, valutati e, se ritenuti adeguati, sostenuti.
Si inizia con l’individuazione delle concrete opportunità di sviluppo economico e sociale offerte dal progetto in esame, operando un esame incrociato con i reali bisogni e criticità del settore cui è rivolto.
Successivamente i promotori del progetto e l’ente erogatore delle obbligazioni sostenibili si accordano sulle modalità di attuazione del progetto e quali obiettivi debba raggiungere.
Superato lo studio di fattibilità, il progetto verrà approvato e sottoposto ad un costante monitoraggio, oltre che ad un’attenta analisi circa l’iter del suo sviluppo.
Per quello che riguarda il lato tecnico, si rimanda alla guida generale su come funzionano le obbligazioni.
Quali sono i rischi delle obbligazioni sostenibili?
Le obbligazioni sostenibili, esattamente come tutti i tipi di obbligazioni, non sono esenti da rischi. È dunque necessario informarsi sui principali pericoli in cui si potrebbe incorrere scegliendo di sfruttare questi strumenti di finanziamento. Tra questi, si possono menzionare:
- il rischio del tasso di interesse: i titoli di debito sono soggetti alle forti oscillazioni dei tassi di interesse, pertanto effettuarne la vendita nel momento in cui il mercato risulta sfavorevole potrebbe causare la perdita parziale o totale del capitale investito; vi è inoltre rischio d’insolvenza da parte dell’ente erogatore
- il rischio del tasso di cambio: i profitti derivanti dalle obbligazioni dipendono non soltanto dal valore iniziale delle cedole, ma anche dalla rielaborazione dello stesso alla luce della conversione in Euro. Essendo i tassi di conversione soggetti alle oscillazioni di mercato, si potrebbe incorrere in una perdita di capitale. Un esempio di titoli soggetti al rischio cambio sono le obbligazioni in dollari americani.
- il rischio di liquidità: la quotazione dei titoli in un mercato regolamentato non offre la garanzia di poterli rivendere prima della cadenza, si può quindi rischiare la svalutazione degli stessi
- il rischio del tasso di riferimento: ulteriore elemento capace di far oscillare il valore delle obbligazioni è l’eventuale tasso di riferimento cui vengono legate al momento dell’emissione.
Per ridurre il peso di questi rischi, una valida alternativa è rappresentata dagli ETF ESG (qui la guida ai migliori su Borsa Italiana).
Quali sono le obbligazioni sostenibili: esempi
Per comprendere quali obbligazioni possano effettivamente essere definite sostenibili, si riportano di seguito alcuni esempi.
Le obbligazioni sostenibili emesse da Intesa San Paolo nel 2019 e riguardanti un progetto di emissione di IIS (Investimenti ad Impatto Sociale) avente lo scopo di emettere finanziamenti a vantaggio di alcune categorie di soggetti che versano in situazioni di precarietà economica. Mira in particolare a promuovere l’occupazione giovanile con lo sviluppo di un programma improntato alla flessibilità lavorativa e che comprende effettive possibilità di impiego per mezzo di soluzioni di contratto part-time e in modalità smart working. Nella brochure di presentazione agli investitori sono analiticamente riportati i dati che dimostrano come il progetto possa addivenire ad importanti risultati in merito alla produzione di energia sostenibile ed alla promozione dell’uguaglianza di genere.
Il secondo bond ESG che vi presentiamo è quello emesso da Asja Ambiente Italia S.p.A. ed è destinato a finanziare progetti di trattamento e recupero della FORSU (Frazione Organica dei Rifiuti Solidi Urbani). I finanziamenti permetteranno alla società di realizzare nuovi impianti dedicati alla produzione di compost e biometano, nell’ottica di contribuire agli obiettivi di sviluppo sostenibile riportati nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Il piano di Asja è stato quotato sull’ExtraMot PRO3, il segmento obbligazionario attivato Borsa italiana per le società non quotate con ambiziosi progetti di crescita.