Nel mondo della finanza, oltre ai classici investimenti che è possibile operare in borsa con obbligazioni, titoli azionari e via dicendo, sta prendendo sempre più piede la tendenza e la convenienza nell’investire in ETF a accumulazione e ETF a distribuzione. L’acronimo di questa sigla sta ad indicare i cosiddetti Exchange-Traded Fund, che non sono nient’altro che fondi che si occupano di raccogliere del denaro da parte di investitori – che possono essere grandi società ma anche singole persone con un tesoretto accumulato – per poi adoperarli per acquistare azioni o altri asset.
Gli ETF ad accumulazione sono perfetti per coloro che vogliono creare un fondo di risparmio piuttosto che una rendita periodica visto l’alto rendimento sul lungo periodo: in sostanza sono un valido aiuto per chi, da lavoratore, ha la lungimiranza di mettere da parte una cifra, investendola in fondi che reinvestono a loro volta, con lo scopo di ritirarla poi dopo almeno una decina d’anni, maggiorata.
Gli ETF a distribuzione, invece, puntano a garantire una rendita periodica precisa al possessore, il quale ne trae guadagno tramite cedole o divisione dei dividendi con una frequenza mensile, annuale o trimestrale. Ma quali sono gli svantaggi, i vantaggi e le caratteristiche di questi due ETF molto simili ma sostanzialmente diversi? Nel corpo dell’articolo spiegheremo come funzionano gli ETF ad accumulazione e quelli a distribuzione dando risalto alle differenze sussistenti tra i due strumenti di investimento anche in relazione alla tassazione.
Chi già conosce questi strumenti ed è interessato ad inserirli nel proprio portafoglio di investimento, può invece leggere la nostra guida su come comprare online gli ETF.
Indice
ETF ad accumulazione come funzionano
Gli ETF più diffusi sono quelli ad accumulazione che presentano un profilo interessante per quanto riguarda gli investimenti a lungo termine e sono perfetti per quei broker online che operano da molti anni nel settore e hanno alle spalle grandi e importanti feedback da parte dei clienti. Fondamentalmente con gli ETF ad accumulazione, l’investitore crea un fondo di risparmio che porta poi gli utili derivanti dai movimenti a ad essere reinvestiti nuovamente. In sintesi, i dividenti creati vengono utilizzati come capitale da parte del fondo per fare nuovi acquisti, generando degli utili per l’investitore solo sul lungo periodo, sotto la forma dell’interesse composto.
Vista la loro natura, sono prediletti da coloro che vogliono creare del risparmio piuttosto che una rendita. Sui broker online come ad esempio Moneyfarm (qui il sito ufficiale), gli ETF sono indicati con la sigla ACC: il fondo scelto, solitamente, investe su titoli azionari o obbligazioni che pagano molto velocemente le rendite, con lo scopo di reinvestire gli utili generati nel minor tempo possibile: lo scopo del ETF ad accumulazione è quello per cui i gestori del fondo devono ricevere periodicamente cedole o dividendi con lo scopo di reinvestirli immediatamente nello stesso fondo sottostante – con proporzioni uguali – aumentando il valore delle quote dei possessori. In estrema sintesi, con gli ETF ad accumulazione il ricavo è periodico ma non liquida immediatamente chi ha effettuato l’investimento.
ETF a distribuzione come funzionano
A differenza di quelli ad accumulazione, gli ETF a distribuzione sono dei fondi che funzionano sostanzialmente in maniera passiva, ossia sono gestiti direttamente da chi li detiene, e non hanno altra finità che quella di replicare l’indice di valore preso a riferimento (FTSE o simili) nello stesso modo con cui si gestiscono e producono utili le azioni o le obbligazioni. Fra i broker online che si occupano di permettere questi investimenti, gli ETF a distribuzione sono indicati con la sigla DIST.
A rendere particolari questi ETF è il loro funzionamento: i dividendi degli strumenti finanziari tenuti in portafogli sono distribuiti nel tempo secondo un timer ben scandito, a seconda del tempo con cui i titoli sottostanti (azioni o obbligazioni) pagano il rendimento: in sintesi, con gli ETF a distribuzione si ottiene una rendita passiva dell’investimento eseguito con la certezza di avere il pagamento almeno una volta all’anno. I dividenti ottenuti da questi strumenti finanziari possono anche essere pagati una volta al mese – come un pagamento a cedole – nel caso emblematico degli ETF per obbligazioni.
Questa modalità di investimento è perfetta per chi vuole cominciare a creare una rendita duratura nel tempo, a patto di investire con una piattaforma affidabile
e differenziare in maniera intelligente il portafoglio di investimenti: pratica che per i primi tempi è meglio affidare a broker seri e garantiti nel settore, con esperienza alle spalle e un volume d’affari abbastanza capiente.
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Differenze tra ETF ad accumulazione e a distribuzione
Ne deriva allora che sebbene lo scopo di entrambi gli ETF sia quello di generare degli utili per chi ha effettuato l’investimento, la differenza fra i due modelli è sostanzialmente importante: con gli ETF ad accumulazione, l’investitore è di solito chi vuole creare risparmio: magari una persona che dispone di una busta paga fissa, come quella statale, o una rendita di qualche tipo, che ha interesse a guadagnare solamente sul lungo periodo grazie all’interesse composto generato dall’aumento di valore degli ETF acquistati nel fondo di riferimento. Da questo punto di vista, devono stare lontane le persone che hanno interesse a guadagnare qualcosa con periodicità e certezza.
Gli ETF a distribuzione invece sono perfetti per coloro che vogliono una rendita distribuita su un periodo di tempo lungo ma non eccessivamente, a seconda del fondo prescelto: periodicamente, i gestori del fondo in cui si è deciso di investire distribuiranno i dividendi o le cedole maturate – a seconda che si sia investito in un ETF azionario o obbligazionario – direttamente sul conto corrente selezionato al momento della registrazione sul broker online. In questo senso, sono degli strumenti finanziari particolarmente indicati per le persone più avventurose che vogliono fare del settore degli investimenti un “lavoro”.
Un’altra differenza fondamentale fra i due ETF è relativa al costo della tassazione che grava su questi strumenti imposta da leggi dello stato. Nel paragrafo successivo, la materia è analizzata specificatamente.
Tassazione ETF ad accumulazione e a distribuzione
Oltre a decidere lo scopo principale per cui si investe, scegliendo dunque fra accumulazione e distribuzione, è fondamentale tenere d’occhio anche il peso delle tasse. In questo articolo ci siamo occupati in genere della tassazione ETF. Con questo paragrafo limiteremo la nostra analisi solo ai due tipi di ETF al centro di questo post. Gli ETF a distribuzione infatti vengono tassati già al momento in cui si ricevono gli incassi sotto forma di dividendi, cedole o interessi.
La legge impone in linea generale un 26% di tassazione sull’importo – da versare al fisco – sotto forma di tributo per reddito da capitale: naturalmente, questo è dovuto soprattutto al fatto che la rendita è periodica e fa cumulo ogni anno sul reddito della persona fisica che lo riceve.
Dall’altro lato, gli ETF ad accumulazione non hanno un obbligo di tassazione al momento in cui il fondo ha generato utili, portando poi al reinvestimento all’interno del fondo stesso, spostando avanti nel tempo questa imposizione solamente quando si decide di vendere la propria quota di ETF: ne deriva allora che questo metodo di investimento è più conveniente, ma può generare una tassazione importante nel lungo periodo a causa dell’interese composto: in sintesi, si tratta di due facce della stessa medaglia e la convenienza di un metodo rispetto all’altro deve derivare esclusivamente dalle esigenze economiche, finanziarie e lavorative di ogni singola persona decida di investire.
Esempi ETF a distribuzione e ad accumulazione
Per esemplificare il funzionamento degli ETF a distribuzione è possibile rifarsi ad un modello ipotetico che prevede degli ETF obbligazionari con un dividendo previsto in 12 mesi: se si investe in un paniere al prezzo di 83,34 euro, su una base annuale si otterrebbe un ritorno del 6.83% con l’incognita però del valore delle quotazioni, che può lievitare in positivo o in negativo, portando ad una perdita o una maggiorazione del guadagno: in queste situazioni, a fare la differenza sono le intuizioni dell’investitore e la propria voglia di mettersi in gioco e rischiare.
Per gli ETF ad accumulazione invece si prenda ad esempio per lo stesso investimento, l’acquisto di un ETF di questo tipo. Con un interesse annuo del 5%, su 20 anni di reinvestimento si ottengono in media differenze di 2.300€ in più rispetto ad un modello a distribuzione, con la differenza naturalmente che su importi e panieri più alti, altrettanto più alto sarà il ritorno economico.
ETF a distribuzione o ad accumulazione? Vantaggi e svantaggi
Per chiudere è bene chiarire che ogni strumento finanziario ha naturalmente dei vantaggi e degli svantaggi nel suo utilizzo.
Per quanto riguarda gli ETF a distribuzione, i vantaggi sono evidenti soprattutto per quanto riguarda la rendita: i dividendi vengono erogati periodicamente su una base temporale che mai supera i 20 anni, permettendone dunque l’impiego in maniera immediata. Fra gli svantaggi c’è la necessità di pagare subito le tasse, pari al 26%, oltre alle commissioni del broker che permette l’investimento, e non permettono di sfruttar il cosiddetto interesse composto. Per questo motivo è facile affermare che questi strumenti sono più veloci, ma anche più costosi.
Gli ETF ad accumulazione invece permettono di sfruttare in pieno le potenzialità dell’interesse composto ed hanno un costo di tassazione più basso che legislativamente si evolve, ma hanno il grave svantaggio di non poter godere delle cifre investite se non su lungo termine, previa cessione della quota di ETF detenuta.
ETF a distribuzione o accumulazione: quale conviene scegliere
Per questa serie di motivi, scegliere di investire in uno strumento piuttosto che un altro è fondamentalmente una questione derivante dalle proprie esigenze: chi desidera una rendita veloce, anche al netto di pagare molte tasse, dovrà optare per gli ETF a distribuzione, tutti gli altri possono puntare su quelli ad accumulazione.