Nell’ambito dell’asta BTP del 27 febbraio (ultima del mese), l’appuntamento più atteso era con il nuovo titolo a 5 anni. Sul BTP scadenza 1 luglio 2030 erano infatti proiettati gli occhi di tutti gli investitori e questo per due motivi: si è trattato di una nuova emissione (e non del classico collocamento di una nuova tranche di titoli già sul MOT) e da sempre c’è forte interesse per le durate quinquennali. Insomma hype molto alto tanto da far passare in secondo piano il collocamento degli altri due titoli in asta: la seconda tranche del BTP a 10 anni scadenza 01/08/2035 e ISIN IT0005631590 e la quinta tranche del CCTeu scadenza 15 aprile 2033 ISIN IT0005620460.
E allora vediamo subito come è andata al nuovo BTP a 5 anni focalizzandoci in particolare sull’ammontare della domanda, sul prezzo e sul rendimento esitato.
BTP 1 luglio 2030: risultati definitivi dell’asta
In collocamento nell’asta di fine febbraio c’era la prima tranche del nuovo BTP a 5 anni per un ammontare totale pari a 3,75 miliardi di euro. Tutto l’importo è stato sottoscritto con una domanda tutto sommato positiva da parte del mercato. Complessivamente sono infatti arrivate richieste per un totale pari a 5,78 miliardi di euro. Raffrontando i due dati possiamo avere il cosiddetto rapporto di copertura che è ammontato all’1,54.
Al nuovo BTP a 5 anni è stato assegnato dal MEF codice ISIN IT0005637399. Con questo identificativo sarà possibile rintracciarlo sul mercato secondario dove potrà essere sempre comprato e venduto ai prezzi correnti (il regolamento del titolo è in programma per il 3 marzo 2025).
Come da condizioni generali, il titolo stacca una cedola annua del 2,95% lordo. La prima cedola in stacco l’1 luglio, però, sarà corta e verrà calcolata sulla base di una durata di 120 giorni su semestre di 180 (tasso dello 0,977901%). Date di scadenza successive delle cedole saranno poi l’1 gennaio e l’1 luglio di ogni anno.
Grazie alla domanda positiva, il nuovo BTP a 5 anni ha strappato un prezzo di aggiudicazione pari a 100,2, appena sopra la pari. A questo pricinng corrisponde un rendimento lordo del 2,93%. Considerando la tassazione BTP, al netto si scende al 2,557%.
Il dato sul rendimento è quello più caratterizzante e qui la domanda diventa se dall’asta è esitato un buon ritorno, un negativo ritorno oppure un dato in linea con il trend in atto.
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Rendimento BTP 1 luglio 2030: il confronto con il precedente
Il BTP a 5 anni in asta il 27 febbraio era una nuova tranche e quindi, alla vigilia, non era possibile aver alcun riscontro sui ritorni attesi dalla situazione sul secondario.
Per valutare il rendimento emerso c’è una sola strada da seguire: raffrontare il risultato con l’esito dell’asta del 30 gennaio 2025 quando venne collocata la nona tranche del BTP ottobre 2029 con cedola lorda del 3%. La scadenza tra i due titoli è molto prossima nonostante non sia coincidente. Ebbene in quella circostanza il rendimento lordo complessivo esitato fu pari al 2,95% sulla base di un prezzo di aggiudicazione di 100,3.
In pratica le differenze tra i due collocamenti sono state frazionali. Il rendimento del nuovo BTP a 5 anni, quindi, pur facendo i conti con una fase ribassista innescata dal ribasso dei tassi BCE, non strappa al ribasso ma si muove sempre sulla solita linea.
Nulla di cui stupirsi perchè il calo dei ritorni sembra per adesso interessare i titoli a più breve scadenza e quindi i BTP a 3 anni ma soprattutto i BOT. Per il resto pur in un contesto eccezionale, comunque sembra emergere una certa tenuta. Il nuovo BTP a 5 anni emesso il 27 febbraio sembra aver rispecchiato tutto questo.
E con l’emissione del 27 febbraio cala quindi il sipario sui collocamenti del mese. Appuntamento a marzo con le prossime aste BTP (due medio e lungo termine e in mezzo solita combo Short Term e BTP€I).