Dal 5 marzo 2025 entreranno in vigore le nuove disposizioni sul calcolo dell’ISEE, che escluderanno dal patrimonio mobiliare titoli di Stato, buoni fruttiferi postali e libretti di risparmio postale fino a 50.000 euro. Questa modifica, introdotta con la Legge di Bilancio 2024 e attuata attraverso il DPCM pubblicato in Gazzetta Ufficiale, potrebbe portare benefici concreti a molte famiglie italiane, abbassando l’indicatore economico e ampliando l’accesso a prestazioni agevolate.
Chi beneficerà del nuovo calcolo ISEE 2025?
Secondo i dati INPS, circa il 28% degli ISEE elaborati nel 2023 include investimenti in titoli di Stato o prodotti postali garantiti. Con la nuova normativa, molte famiglie potrebbero vedere il proprio indicatore economico ridursi, accedendo così a rette universitarie più basse, bonus sociali e agevolazioni economiche prima precluse.
Ad esempio, un nucleo familiare con 25.000 euro investiti in titoli di Stato potrebbe ottenere un abbattimento dell’ISEE fino al 17%, aumentando la possibilità di usufruire di prestazioni sociali a condizioni più vantaggiose. Tuttavia, chi ha già calcolato il proprio ISEE nel 2025 dovrà necessariamente presentare una nuova DSU (Dichiarazione Sostitutiva Unica) per aggiornare i dati e beneficiare delle nuove regole.
Costi e tempistiche: il ricalcolo dell’ISEE 2025 non è gratuito
Dal 1° ottobre 2023, la revisione di un ISEE già attestato comporta un costo medio di circa 25 euro per ogni nuova DSU, a meno che non venga presentata per la prima volta nel corso dell’anno. Questo rappresenta un ulteriore onere per le famiglie, che dovranno valutare se il risparmio ottenibile giustifica la spesa per il ricalcolo.
Inoltre, il nuovo regolamento entrerà in vigore solo dopo il 5 marzo 2025, mentre per ricevere l’assegno unico è necessario disporre di un ISEE aggiornato entro il 28 febbraio di ogni anno. Di conseguenza, molte famiglie saranno costrette a rimandare l’aggiornamento dell’ISEE e a recuperare gli arretrati nei mesi successivi, con possibilità di correzione fino al 30 giugno 2025.
L’impatto sui bilanci di Comuni e Università
L’abbassamento dell’ISEE su larga scala avrà effetti diretti anche sulle casse degli enti locali e delle università. Un maggior numero di famiglie potrebbe accedere a fasce di contribuzione ridotte per rette universitarie, servizi scolastici e tariffe comunali, portando i Comuni a rivedere le soglie di accesso ai benefici.
Secondo Cittadinanzattiva, il rischio è che i bilanci comunali debbano essere riequilibrati per far fronte all’aumento dei beneficiari. Anche gli atenei potrebbero dover rimodulare le fasce ISEE per le tasse universitarie e le borse di studio, con effetti ancora incerti sulle risorse disponibili per il diritto allo studio.
Cosa cambia per le famiglie con investimenti in titoli di Stato?
L’effetto principale di questa riforma sarà la possibilità per chi possiede investimenti fino a 50.000 euro in titoli di Stato o buoni fruttiferi di ottenere un ISEE più basso senza dover liquidare gli asset finanziari. Questo potrebbe incentivare più famiglie a richiedere il calcolo dell’ISEE per accedere a bonus e agevolazioni, ampliando la platea dei beneficiari.
Tuttavia, il regolamento lascia ancora alcuni punti da chiarire, come:
- Se la soglia di 50.000 euro si applica all’intero nucleo familiare o al singolo intestatario.
- Le modalità di verifica dei dati trasmessi da banche e Poste per la compilazione dell’ISEE precompilato.
- L’impatto della misura su altre prestazioni collegate all’ISEE, come bonus nido e carta per i nuovi nati.
Insomma, mentre gli effetti sulle famiglie saranno principalmente positivi, resta da capire come gli enti locali e le università gestiranno l’impatto finanziario derivante da un aumento del numero di beneficiari. La revisione dell’ISEE non è un processo chiuso: le prossime modifiche potrebbero introdurre ulteriori semplificazioni o aggiustamenti per bilanciare gli effetti di questa riforma.