Il blocco del conto corrente, ovvero il pignoramento, è una tipologia di esecuzione forzata che con la Manovra 2020 è diventata un’azione più diretta e rapida. In questo articolo vedremo in quali casi è possibile il blocco conto corrente da parte dell’autorità giudiziaria e come tutelarsi.
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Come funziona il blocco del conto corrente
Il blocco del conto corrente è una procedura messa in atto con la finalità di recuperare un credito. Tale procedura potrà essere eseguita sia verso un conto postale che un deposito bancario. In quali casi può accadere? Quando il debitore non dispone di altre garanzie, ad esempio degli immobili.
Concretamente, il blocco dei soldi presenti sul conto corrente, avviene attraverso un’intimazione che viene notificata alla banca o alla posta presso cui il debitore ha aperto il conto, e si tratta di una procedura che di fatto vieta a tale debitore il prelievo di denaro. Il creditore avrà l’obbligo di notificare al debitore:
- Titolo esecutivo: Questo potrà essere una sentenza del giudice, un decreto ingiuntivo, un avviso di accertamento che sia esecutivo da subito, o una cartella dell’Agenzia delle Entrate.
- Atto di precetto: Può essere un atto pubblico, chiaramente redatto dal notaio, una cambiale o un assegno. In queste situazioni sono concessi al debitore ulteriori 10 giorni per il pagamento della somma dovuta.
- Atto di pignoramento: Questo viene inviato alla posta o alla banca presso cui è aperto il conto, e attraverso tale atto viene fatto divieto all’istituto il pagamento di qualsiasi somma pignorata al correntista.
Nel caso il debitore disponesse di più di un conto corrente, anche gli altri verranno bloccati allo stesso modo.
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Blocco conto corrente cointestato
Nel momento in cui viene pignorato il conto corrente, e quindi la banca oppure la posta attuano il divieto di prelievo al correntista debitore, entrerà in gioco il giudice stabilendo quale sia la somma che costui dovrà versare, ed eventualmente stabilire la chiusura vera e propria del conto. Nel caso di conti correnti cointestati, chiaramente il blocco non viene esteso anche all’altro correntista. In altre parole, viene bloccata solamente la quota del 50%. Qualsiasi somma eccedente potrà essere regolarmente utilizzata dagli altri soggetti coinvolti.
Vogliamo sottolineare che, per il principio della solidarietà attiva, l’istituto di credito non può opporsi alla regola suddetta, ovvero alla possibilità degli altri soggetti non debitori di usufruire della quota eccedente del 50%. In caso di ripartizioni più complesse, magari in presenza di più cointestatari, può rendersi necessaria la valutazione dell’apporto economico di ogni soggetto.
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Agenzia delle entrate e blocco C/C
Nel caso il debito contratto dal titolare del conto sia di natura fiscale, significa che questo è stato contratto verso l’Agenzia delle Entrate. In presenza di conti correnti cointestati, la procedura ordinaria di pignoramento passa necessariamente dalla citazione in giudizio. Ad ogni modo, all’Ente creditore è posto il divieto del doppio pignoramento per eludere la regola del 50% precedentemente spiegata. Se questo dovesse verificarsi, l’azione sarebbe da ritenersi nulla.
La cartella di pignoramento, è a tutti gli effetti un atto esecutivo, quindi il blocco del conto può avvenire anche senza che si passi dal tribunale, oltrepassato il limite dei 60 giorni concessi al debitore per pagare la somma dovuta. L’Agenzia delle Entrate invia una notifica alla posta o alla banca del debitore, e se tale debito non viene estinto entro i limiti prestabiliti, verrà prelevato in maniera automatica l’importo.
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Come evitare il blocco del conto corrente
Evitare la procedura di pignoramento non è possibile, ma esistono dei trucchi per limitare i danni. Il primo di questi, in accordo con la banca, è di mantenere un saldo a zero. In altre parole, dovranno essere spostati su conti di parenti o conoscenti di cui si ha la piena fiducia, i fondi presenti. Essendo intestati ad altre persone, tali conti non sono ovviamente pignorabili. Ad ogni modo è sempre opportuna la firma di una scrittura privata, meglio ancora se registrata, per evitare qualsiasi tipo di problematica futura. Si deve comunque precisare che questa pratica non mette al riparo altri fondi che verranno depositati in un secondo momento, come stipendi e pensioni, per cui dovrà essere scelta un’altra forma di pagamento.
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Un altro trucco utile per limitare i danni del pignoramento, è come spiegato quello di cointestare il conto, perché così facendo la quota del 50% dell’altro soggetto, non potrà essere bloccata. Anche aprire un eventuale secondo conto, successivo a quello bloccato, può arginare il problema, a patto venga istituito presso una banca differente. Vogliamo ricordare infatti che la notifica arriva direttamente a tale banca, per la totalità dei conti aperti in quell’istituto. Un’ultima precisazione: se sul conto corrente confluiscono solamente lo stipendio o la pensione, questi non potranno essere bloccati oltre la soglia vitale. In altre parole, il blocco sarà solamente per il 20% dell’ammontare delle somme ricevute.