I Bond At1 Credit Suisse sono stati annullati. È questa una delle conseguenze della fusione con UBS che fa più discutere e pone interrogativi. Ma cosa sono i Bond At1, e perché sono stati azzerati? Cosa comporta la loro cancellazione in pratica?
Bond At1 Credit Suisse cancellati: perché?
La FINMA ha dichiarato che la transazione e le misure adottate garantiscono la stabilità per i clienti della banca e per la piazza finanziaria. Inoltre, il sostegno straordinario da parte dello Stato comporta la cancellazione del valore nominale di tutte le obbligazioni AT1 di Credit Suisse per un importo pari a circa 16 miliardi di franchi, portando a un aumento dei fondi propri di base.
Cosa sono le obbligazioni At1
Dopo la crisi finanziaria globale, gli AT1 (o CoCo) sono stati introdotti come una forma di debito junior che contribuisce al capitale regolamentare delle banche. Questi strumenti sono posizionati appena sopra le azioni nella scala di priorità per il rimborso in caso di fallimento. Inoltre, sono progettati per essere convertiti in azioni quando le riserve di capitale di un prestatore vengono erose oltre una certa soglia.
Le obbligazioni convertibili AT1 possono rappresentare un’opportunità interessante perché generalmente sono rimborsabili dopo soli 5 anni e hanno un tasso di interesse basso. Si precisa però che la maggior parte delle banche che emettono gli AT1 presenta un Investment Grade, ovvero un Rating di Investimento.
Il rendimento degli AT1 non dipende dalla qualità del credito della banca che li emette, bensì da quanto queste obbligazioni sono subordinate alla struttura del capitale della banca emittente. Se sono in perdita, non è previsto il pagamento della cedola. Questo le rende uno strumento di tutela del capitale da parte della banca, ma l’elemento che le distingue riguardano il fatto che tali obbligazioni non sono mai convertite in capitale. Questo vuole dire che le obbligazioni AT1 presentano un rating di credito inferiore rispetto ai titoli di debito senior emessi dalla stessa banca, proponendo rendimenti maggiori per la compensazione di questo rischio e ciò li rende molto interessanti in situazioni di grande volatilità.
La decisione di annullare le obbligazioni AT1 di Credit Suisse per un importo totale di circa 16 miliardi di franchi ha sorpreso molti obbligazionisti, poiché sembrano essere stati penalizzati più degli azionisti nell’operazione. Questa mossa ha sollevato alcune preoccupazioni riguardo alla tutela degli investitori in strumenti finanziari simili in futuro. Tuttavia, è importante sottolineare che le autorità svizzere hanno preso questa decisione per garantire la stabilità finanziaria e salvaguardare l’economia svizzera in un questo momento di grande incertezza. Però, visto il crescente interesse di questo tipo di obbligazioni in momenti di ampia volatilità, il rischio è il corto circuito del loro stesso significato, cosa che legittima ulteriormente le preoccupazioni degli investitori.
Fusione UBS-Credit Suisse: quali conseguenze?
L’acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS ha sollevato domande sulle possibili implicazioni di questo matrimonio finanziario. La transazione ha visto l’azzeramento del valore dei Bond At1 Credit Suisse per 16 miliardi di franchi svizzeri, ma gli azionisti sono stati risparmiati. Ciò ha mantenuto in vita Credit Suisse, che era stato oggetto di forti vendite in borsa a causa di anni di scandali e alla decisione del principale azionista (Saudi National Bank) di non fornire ulteriore supporto la scorsa settimana.
La transazione tra le prime due banche svizzere è stata mediata dal governo, dall’Autorità Federale di Vigilanza sui Mercati Finanziari e dalla Banca Nazionale Svizzera, che hanno cercato di arrivare a una soluzione prima dell’apertura dei mercati lunedì mattina. Le discussioni sono state serrate durante il fine settimana, ma alla fine entrambe le banche hanno ceduto rispetto alle loro posizioni iniziali.
UBS, un colosso svizzero con una capitalizzazione di 60 miliardi di franchi svizzeri, ha acquisito la sua eterna rivale Credit Suisse in un evento particolarmente importante, per non dire storico, per la Svizzera e per la finanza globale. Il ruolo degli azionisti di Credit Suisse è stato nullo nella transazione, ma Credit Suisse è stata salvata grazie a un’operazione sistemica con un ruolo decisivo anche della Banca Nazionale Svizzera.
Grandi divergenze sul profilo della comunicazione. L’annuncio della fusione tra UBS e Credit Suisse è stato fatto in modo diverso dalle due banche, con UBS che ha intitolato la sua dichiarazione “UBS to acquire Credit Suisse”, ovvero “UBS acquisisce Credit Suisse”, mentre Credit Suisse ha intitolato la sua “Credit Suisse and UBS to Merge”, ovvero “Credit Suisse e UBS si fondono”. Cambiano gli addendi e il significato sembra assumere altre forme.
I termini dell’operazione
Secondo i termini dell’operazione, basata completamente su scambi azionari, gli azionisti di Credit Suisse riceveranno una quota da 1 azione UBS per ogni 22,48 azioni Credit Suisse possedute, pari a CHF 0,76 per azione, per un totale di 3 miliardi di franchi svizzeri, al di sotto della capitalizzazione di venerdì. Inoltre, la transazione prevede una protezione per UBS contro eventuali perdite di valore fino a CHF 25 miliardi, finalizzata a coprire i costi di ristrutturazione e gli adeguamenti dei prezzi di acquisto. UBS beneficia anche di una protezione del 50% sui suoi asset non core per evitare eventuali perdite future.
Questa fusione porterà alla creazione di un nuovo colosso finanziario con oltre 5 trilioni di dollari di asset investiti totali. Ciò rafforzerà ulteriormente la posizione di UBS come principale gestore patrimoniale globale con sede in Svizzera, con un patrimonio investito combinato di oltre 3,4 trilioni di dollari. La transazione renderà anche la nuova entità un asset manager leader in Europa, con un patrimonio investito di oltre 1,5 trilioni di dollari.
Si prevede che la combinazione delle attività delle due banche genererà un tasso annuo di riduzione dei costi di oltre 8 miliardi di dollari entro il 2027 e accrescerà l’EPS di UBS entro lo stesso anno. La fusione rafforzerà anche la posizione di UBS come banca universale leader in Svizzera.
Le reazioni
Secondo il presidente di UBS Colm Kelleher, l’operazione preserverà il valore rimasto nel business di Credit Suisse e limiterà l’esposizione di UBS al ribasso. Il presidente di Credit Suisse, Axel Lehmann, ha affermato che la fusione rappresenta il miglior risultato disponibile date le recenti circostanze straordinarie.
La transazione non richiede l’approvazione degli azionisti, in quanto UBS ha già ottenuto il pre-accordo dalle autorità di regolamentazione principali. Colm Kelleher sarà il presidente e Ralph Hamers il Group CEO della nuova entità. La fusione rappresenta una soluzione duratura per affrontare le sfide legacy e attuare la nuova strategia delle due banche.
La Banca Nazionale Svizzera (BNS) ha fornito il suo sostegno alla fusione tra UBS e Credit Suisse, affermando che la soluzione trovata garantirà la stabilità finanziaria e tutelerà l’economia svizzera in questa situazione straordinaria. Inoltre, le due banche possono ottenere un sostegno di liquidità sotto forma di prestito con privilegio nel fallimento per un ammontare massimo complessivo di 100 miliardi di franchi.
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La BNS può inoltre concedere a Credit Suisse un sostegno di liquidità sotto forma di prestito assistito da garanzia della Confederazione contro il rischio di insolvenza per un massimo di 100 miliardi di franchi, sulla base dell’ordinanza di necessità del Consiglio federale.