E’ stato lanciato oggi 25 agosto un nuovo bond perpetuo Intesa Sanpaolo del tipo AT1. La nuova emissione obbligazionaria, di cui ha dato notizia Milano Finanza, si articola in due diverse tranche che presentano caratteristiche differenti. L’ammontare di ciascuna della due tranche è pari a 750 milioni di euro. I due nuovi bond Intesa Sanpaolo sono:
- un’obbligazione callable con opzione di richiamo a partire dall’1 marzo 2028
- una seconda obbligazione callable con opzione di richiamo a partire dall’1 settembre 2031
Tecnicamente un bond callable è esigibile anticipatamente. Si tratta di obbligazioni a tasso fisso che comprendono una clausola di rimborso anticipato, detta call provision, da parte dell’emittente del titolo, in questo caso Intesa Sanpaolo. Tale clausola consente all’emittente di procedere con il rimborso dei bond nel momento in cui il tasso di questi ultimi dovesse risultare più alto di quelle del mercato con conseguente incremento delle spese del prestito obbligazionario. Proprio alla luce di tale caratteristica, il tasso delle obbligazioni calleble all’emissione è più elevato rispetto a quello del mercato e questo avviene proprio per compensare l’investitore del rischio di rimborso anticipato.
Le nuove obbligazioni Intesa Sanpaolo sono state collocate da un pool di banche formato da Credit Agricole, Deutsche Bank, Hsbc, Imi, JP Morgan, Morgan Stanley e Ubs. L’emissione di un bond perpetuo non è una novità per Intesa Sanpaolo. Lo scorso 20 febbraio, infatti, la banca aveva già effettuato un collocamento in due tranche di obbligazioni perpetue At1 per complessivi 1,5 miliardi di euro. In quella circostanza, gli ordini avevano raggiunto quota 8 miliardi.
Nuovi bond perpetui Intesa Sanpaolo agosto 2020: caratteristiche e rendimento
Quale è il rendimento delle nuove obbligazioni perpetue Intesa Sanpaolo? Il rendimento della prima tranche è stato fissato al 5,5% mentre quello della calleble in partenza l’1 settembre 2031 è stato fissato al al 5,875%. In entrambi i casi si tratta di rendimenti più bassi rispetto a quelle che erano le indicazioni di partenza collocate, rispettivamente, in area 6% e 6,5%. Il boom di ordini (pari a 3 miliardi per la prima tranche e 3,5 miliardi per la seconda) ha permesso alla banca di strappare un rendimento finale più basso.
Non solo ma grazie alla forte domanda, la banca guidata da Messina ha strappato rendimenti per le due obbligazioni molto più bassi rispetto a quelli ottenuti dalle altre banche italiane per strumenti analoghi.
Intesa Sanpaolo ha collocato una tranche di titoli perpetui non callable per 5 anni per 750 milioni di euro ottenendo dal mercato richieste per 4,5 miliardi. Il rendimento finale di questa tranche è stato fissato al 3,75%, sotto l’iniziale indicazione del 4,25%. Per quello che riguarda la seconda tranche non callable per 10 anni (ammontare pari a 750 milioni di euro), grazie ad una domanda pari a 3,5 miliardi, la banca ha ottenuto un rendimento del 4,125%, al di sotto dell’iniziale indicazione di prezzo fissata in area 4,625%.
Il rating dell’emittente, ossia Intesa Sanpaolo, è Baa1 per Moody’s, BBB per S&P e BBB- per Fitch.
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