Quali sono le previsioni sui rendimenti BTP per il 2025? Siamo all’inizio del mese di dicembre ma l’attenzione degli investitori è già proiettata a quelle che potrebbero essere le tendenze per il nuovo anno. Parlare di previsioni sui titoli di stato italiani a medio e lungo termine significa, indirettamente, fare riferimento alle stime 2025 sull’andamento dei tassi BCE. Il solco è già tracciato da mesi con il taglio del costo del denaro che corrisponde ad una progressiva riduzione dei rendimenti dei BTP.
C’è chi afferma che i Buoni Poliennali del Tesoro subiranno un vero e proprio tracollo dei rendimenti nel 2025 per effetto proprio dei ripetuti tagli al saggio di riferimento e chi invece è convinto che il trend sarà si discendente ma senza picchiate verso il basso. C’è quindi “margine” di azione.
Indice
Le tendenze dei BTP nel 2025
Il contesto con cui i BTP faranno i conti nel 2025 è circoscritto da tre punti fissi:
- il ritmo del taglio dei tassi da parte della BCE
- l’irruzione del fattore Trump sulla scena con il rischio di dazi anche all’Europa
- la progressiva perdita di appeal verso i titoli a medio e lungo termine da parte degli investitori italiani.
Per tutto il 2024 il MEF ha proceduto con l’implementazione di una strategia già chiara l’anno precedente: quella dell’allocazione dei BTP nei portafogli dei risparmiatori italiani. Obiettivo del governo è sempre stato quello di favorire in ogni modo l’acquisto di debito da parte degli italiani riducendo la quota in mano agli stranieri.
Questa strategia è stata tutto sommato semplice da adottare visto che i rendimenti offerti dai BTP si sono mantenuti altissimi almeno fino all’estate. Dopo la prima avvisaglia di giugno, è stato da settembre che la BCE ha decisamente cambiato passo sui tassi procedendo con i primi tagli. In questo contesto, i rendimenti dei BTP hanno iniziato a calare e non à stato un caso se il MEF, ad esempio, non ha più emesso BTP Valore nel 2024.
Se il MEF ha potuto implementare questa strategia è stato anche grazie all’assenza di fattori di disturbo. Una situazione politica interna tranquilla e altrettanto pacata sul fronte monetario globale hanno permesso di fare leva sui risparmiatori italiani. Non è da dato sapere come sarà il quadro politico interno all’Italia nel 2025 ma è certo che quello estero non sarà più lo stesso: da gennaio entrerà in carica la nuova amministrazione Trump che ha già promesso dazi anche all’Europa.
Le previsioni sui tassi BCE nel 2025
Nell’ultimo board del 2024 la BCE dovrebbe tagliare i tassi di 25 punti base ma soprattutto dovrebbe lanciare un messaggio molto chiaro sui prossimi mesi: i tagli proseguiranno per tutto il 2025. Il target di inflazione al 2% fissato dall’EuroTower resta lontano e di conseguenza l’ipotesi che vede Francoforte molto attiva sul fronte monetario è la più plausibile.
Ai risparmiatori interessano le previsioni su tassi BCE nella misura in cui esse vanno a definire le previsioni sui rendimenti dei BTP per il 2025.
E allora lo scenario più probabile è che la Banca Centrale Europea riduca il costo del denaro dall’attuale 3,25% all’1,75%. Questo dovrebbe essere il target di fine anno che può essere raggiunto sia in modo graduale con ribassi frequenti di 25 punti base che in modo più accelerato ma discontinuo con tagli di 50 punti base intervallati da momenti di stasi. A far pendere l’ago della bilancia verso il primo o verso il secondo scenario sarà alla fine l’andamento dell’inflazione e, più in generale, il quadro macro che si prospetterà.
Previsioni rendimenti BTP 2025: il possibile trend
Per il 2025 il MEF dovrà finanziare tra i 100 e i 110 miliardi di debito mediante nuove emissioni e al netto dei BTP arrivati a fine vita. C’è però una variabile in più: la BCE non reinvestirà più in programmi di acquisto di titoli di stato. Di conseguenza, stando alle proiezioni di Assiom Forex, l’ammontare del fabbisogno da finanziare con i BTP arriverà a 170 miliardi di euro. Si tratta di una cifra molto consistente che richiederà una nuova allocazione visto che, come evidenziato nel precedente paragrafo, i risparmiatori retail sono troppo imbottiti di BTP e che la stessa BCE non sarà più attiva come lo era stata in questi ultimi anni.
In questo contesto il rendimento del BTP a 10 anni potrebbe scendere ancora. Nell’asta di fine novembre il decennale ISIN IT0005607970 ha esitato un rendimento pari al 3,39% lordo. Attualmente questo titolo sul secondario rende il 3,29% lordo. E’ quindi in atto una dinamica ribassista che andrà ad impattare sul rendimento medio del BTP a 10 anni del quarto trimestre 2024. Mancano ancora le aste di dicembre, tuttavia si può fissare il dato al 3,7% lordo. A partire da questa indicazioni, il report di Assiom Forex prospetta la seguente evoluzione:
- 3,75% nel primo trimestre 2025
- 3,8% nel secondo trimestre 2025
- 3,65% nel terzo trimestre 2025
Da questa previsione è possibile fare due deduzioni:
- non ci sarà alcun brusco crollo dei rendimenti del decennale almeno nella prima parte del 2025
- a partire dal secondo semestre 2025, il rendimento del BTP a 10 anni inizierà a calare in modo vistoso
I BTP nel 2025 parleranno straniero
Lasciando perdere i rischi connessi alla natura dei BTP, il problema più significativo che i titoli a medio e lungo termine dovranno affrontare nel 2025 (ovvero che l’emittente dovrà affrontare), sarà l’allocazione. I portafogli degli italiani sono esposti sui BTP fino al 65% del totale. Siamo a oltre il doppio di quella che era l’esposizione negli anni bui della crisi del debito sovrano (dal 2012 al 2016) quando la percentuale di allocazione sui titoli a medio e lungo termine era tra il 20% e il 30%.
Essendo gli investitori retail saturi di BTP, appena 40 dei 170 miliardi di euro di fabbisogno potranno essere allocati su di loro. Siamo lontanissimi da 125 miliardi del 2023 ma anche dai 54 miliardi del 2024. Se gli investitori retail non compreranno BTP come hanno fatto negli ultimi due anni e se la BCE, come detto, è pronta a passare al Quantitative Tightening, allora servirà un altro tipo di clientela per la carta italiana. E chi potrà essere se non i grandi esclusi di questi ultimi anni ossia gli investitori esteri?
Il rischio derivante dalla perdita di appeal presso i risparmiatori italiani, sarà quindi neutralizzato dai BTP con il ritorno del debito in mani estere. Questa è la sola strada percorribile a meno che non ci sia un boom dei rendimenti che, però, vista la situazione in atto sarebbe possibile solo in caso di gravi problemi politici per il nostro paese e quindi dal ritorno del rischio instabilità?
Cosa puoi fare adesso?
Resta aggiornato sulle prossime aste BTP per cogliere occasioni di rendimenti direttamente in asta. Scopri quanto costa comprare titoli di stato in emissione e sul mercato secondario. Tieni sempre conto della tassazione da applicare sui rendimenti lordi dei tuoi titoli e verifica se ti conviene vendere BTP prima della scadenza. Se cerchi altri strumenti per investire sui bond sovrani, dai anche un occhio ai migliori ETF sui BTP Italiani oppure ai certificates sui BTP.