Investire in buoni fruttiferi postali quando c’erano ancora le Lire è stato per decenni una scelta diffusa tra gli italiani, grazie alla garanzia statale, alla flessibilità di rimborso e all’assenza di costi di gestione. Ma cosa succede oggi, a distanza di anni, quando ritrovi un titolo sottoscritto in lire nel portafogli o in un cassetto di casa? Ecco come valutare l’importo maturato, quali strumenti utilizzare per il calcolo e quali casi particolari possono sorgere nella pratica.
Buoni fruttiferi postali in Lire: caratteristiche
I buoni postali fruttiferi ordinari sono emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti e distribuiti da Poste Italiane fin dal 1925. Sono privi di spese di sottoscrizione, gestione e rimborso, e permettono di richiedere la liquidazione in qualsiasi momento trascorso almeno un anno dalla data di emissione, maturando gli interessi previsti dalla scala di rendimento:
I titoli diventano infruttiferi (non maturano più interessi) dalla data di scadenza, e i diritti di rimborso si prescrivono dieci anni dopo.
Esistono due forme:
- Cartacea, da presentare fisicamente,
- Dematerializzata, gestita online o in ufficio postale, con accredito automatico sul conto di regolamento.
Buoni fruttiferi postali da 1, 2 e 3 milioni di lire: qual è il valore attuale?
Per stimare il rimborso, puoi utilizzare il calcolatore di valore buoni fruttiferi disponibile sul sito di Poste Italiane oppure l’analogo strumento offerto da Cassa Depositi e Prestiti. Prendendo come esempio i buoni ordinari emessi il 1° novembre 1989 e scaduti il 1° novembre 2019, la simulazione ha restituito questi risultati:
Valore in lire | Importo nominale (euro) | Montante lordo (euro) | Ritenuta fiscale (12,5%) | Montante netto (euro) |
1.000.000 | 516,46 | 6.264,61 | 718,52 | 5.546,09 |
2.000.000 | 1.032,91 | 12.529,22 | 1.437,04 | 11.092,18 |
3.000.000 | 1.549,37 | 18.793,83 | 2.155,56 | 16.638,27 |
Questi importi sono calcolati al lordo dell’imposta di bollo, applicata secondo le disposizioni in vigore al momento del rimborso. Ricorda che per i titoli emessi tra il 1987 e il 1997 si applica una ritenuta fiscale del 12,5%: ciò incide sul montante lordo prima di ottenere l’ammontare netto da corrispondere.
Casi emblematici: riscatti tardivi e controversie
Nel corso degli anni non sono mancati casi di bollino mediatico legati al ritrovamento di buoni dimenticati:
- La signora centenaria e il buono del 1957: Erminia, 106 anni, ha scoperto un titolo da 1.000 lire emesso alla sua comunione. Con gli interessi maturati, il valore supererebbe i 40.000 euro, ma Poste Italiane ha sollevato questioni di prescrizione. L’udienza con il giudice di pace è stata fissata molto lontano, creando comprensibili difficoltà vista l’età avanzata della titolare.
- I titoli degli anni Cinquanta a Reggio Emilia: Roberto, 66 anni, trovando due buoni da 1.000 lire degli anni Cinquanta, si è rivolto a un’associazione di tutela per recuperare una somma potenzialmente vicina ai 90.000 euro.
- La controversia sulla prescrizione: secondo la legge, i diritti di rimborso scadono dieci anni dopo la data di scadenza del titolo e non dal ritrovamento. Il comunicato del Ministero dell’Economia e delle Finanze ribadisce che non esistono procedure di mediazione o transazione per titoli ormai prescritti, e che la prescrizione decorre dalla data prevista di rimborso.
Insomma, al di là del valore economico, la gestione dei buoni fruttiferi postali in Lire può generare complesse questioni legali e procedurali, soprattutto in presenza di prescrizioni o di passaggi generazionali.
Strumenti ufficiali per il calcolo e consigli pratici
Per evitare sorprese, segui questi consigli:
- Usa il calcolatore di Poste Italiane o di Cassa Depositi e Prestiti: inserisci data di sottoscrizione, importo nominale (in lire), tipologia di buono e, se richiesto, data di scadenza. Otterrai il montante lordo, la ritenuta fiscale e il netto da riscuotere.
- Verifica lo stato di prescrizione: controlla la data di prescrizione indicata dallo strumento ufficiale o chiedi in ufficio postale; i diritti si perdono trascorsi dieci anni dalla scadenza.
- Valuta la dematerializzazione: convertire il buono in formato elettronico garantisce accredito diretto sul conto di regolamento senza estinzione automatica del libretto o del conto BancoPosta.
- Conserva documenti e titoli originali: per agevolare il rimborso evita copie o titoli deteriorati; in caso di smarrimento rivolgiti subito all’ufficio postale.
I buoni fruttiferi postali in lire rappresentano ancora oggi un patrimonio prezioso, capace di restituire importi significativi soprattutto per i titoli più datati e ad alto taglio. Se scopri vecchi titoli, procedi con anticipo e, se necessario, chiedi assistenza professionale per affrontare eventuali controversie. In questo modo potrai trasformare un semplice pezzo di carta sbiadito in un giusto riconoscimento del tuo investimento di un tempo.