Dopo la condanna da parte dell’Agcm a Poste Italiane per la poca trasparenza informativa sui buoni fruttiferi postali, una nuova sentenza, stavolta proveniente dal Giudice di Parma di Palermo, ha obbligato Poste a rimborsare i sottoscrittori di alcuni buoni fruttiferi caduti in prescrizione. La colpa di Poste Italiane? Non aver pubblicato su tali buoni la scadenza.
Buoni fruttiferi postali: quale scadenza? Il caso a Palermo
Un risparmiatore aveva acquistato 3 buoni della Serie 18Q da 1.000 euro l’uno tra il 2006 e il 2007. Com’è noto, i buoni fruttiferi si prescrivono in 10 anni, pertanto, oltre il termine di prescrizione, un buono postale non è più rimborsabile. Amara è stata la sorpresa del titolare di questi buoni, che si è visto rifiutare da Poste la richiesta di rimborso. Insoddisfatto, il risparmiatore ha fatto appello a Federconsumatori Sicilia, che ha preso in causa la situazione. Il risarcimento era dovuto per un semplice motivo: sui buoni non vi era scritta la scadenza. Un’informazione che deve essere obbligatoriamente indicata su questi titoli postali.
Rimborso buoni fruttiferi senza scadenza più che legittimo
Così l’avvocato Fabio Pernice ha difeso il suo interessato, fino alla sentenza finale del Giudice di Pace di Palermo, che ha additato proprio alla mancanza della scadenza la colpa di Poste Italiane: senza questa, il titolare non può essere al corrente né della scadenza stessa, né ovviamente dei termini di prescrizione. La richiesta di rimborso risulta quindi legittima e ora questo caso può creare dei precedenti: meglio controllare se sul buono c’è la scadenza. In alternativa sarà possibile fare ricorso in mancanza di rimborso.