Nella realtà economica moderna disporre di strumenti finanziari che ti permettano di mettere da parte dei soldi, può essere una valida soluzione al fine di darti una sicurezza per il futuro, e un capitale da poter impiegare in caso di necessità. In questa prospettiva si collocano i buoni fruttiferi postali un prodotto finanziario creato per il risparmio postale, una realtà molto vantaggiosa su cui investire. Come funziona il riscatto in caso di successione? In questa guida ti forniremo tutte le informazioni necessarie.
Come richiedere la riscossione dei Buoni fruttiferi postali cointestati ereditati
Uno dei grandi vantaggi dei buoni fruttiferi postali cartacei e di quelli dematerializzati è la cointestazione con un altro soggetto. Ciò significa che il prodotto finanziario sarà intestato sia a tuo nome sia a quello di un familiare da te indicato. Tale procedimento può essere molto utile al fine di mettere da parte dei soldi per i tuoi figli, oppure per condividere con un soggetto, per esempio il partner, un investimento con un ritorno economico garantito, costante e soprattutto sicuro.
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Ma cosa succede se il cointestatario muore? Come funziona la procedura per la riscossione del buono fruttifero postale cartaceo e dematerializzato?
La clausola PFR
In teoria in base alle normative in materia di successione, anche i buoni fruttiferi postali dovranno essere introdotti nell’asse ereditario, anche se sono esenti da imposte di successione. Questa regola però non si applica per i buoni fruttiferi postali cointestati con clausola PFR, acronimo che identifica la pari facoltà di rimborso. Ciò significa che in ogni momento in quanto cointestatario, potrai ottenere il rimborso in maniera separata dei buoni e il riscatto degli interessi senza dover presentare i documenti di successione, o attendere la definizione dell’asse ereditario con eventuale definizione delle quote degli eredi per i buoni fruttiferi postali.
Ma come procedere per riscuotere i buoni fruttiferi potali con clausola PFR? In base alla sentenza del TAR del 26 e 27 maggio 2016, convalidata anche dal parere della Corte di Cassazione, la clausola PFR è considerata un obbligo contrattuale che dovrà essere rispettata da Poste Italiane anche in caso di morte di uno dei contestatari.
Quindi ti basterà recarti presso un ufficio postale, con un tuo documento di identità, codice fiscale e il titolo, se si dispone di quello cartaceo o il numero della scrittura contabile effettuata sul tuo conto Bancoposta cointestato, per le versioni dematerializzate, in modo da ottenere la riscossione e ricevere tutti gli interessi maturati.
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Come funziona la successione agli eredi dei Buoni fruttiferi Postali non cointestati
La situazione è diversa per ciò che concerne i buoni fruttiferi postali cointestati senza clausola PFR e per quelli in cui l’unico intestatario era il de cuius, ovvero il soggetto defunto, dato che si dovrà procedere a compilare i documenti di apertura della successione e presentare all’ufficio postale una serie di moduli da sottoscrivere.
Infatti ti verrà richiesto il documento cartaceo o il riferimento digitale del buono collegato al conto Bancoposta o al libretto di risparmio postale del defunto, con il certificato di morte del titolare e l’atto notorio che dichiara la titolarità degli eredi ad avere diritto a quote nell’asse ereditario e quindi sui buoni fruttiferi postali.
Inoltre dovrai mostrare il documento di riconoscimento e il codice fiscale con l’obbligo di sottoscrizione dei singoli moduli che verranno di volta in volta presentati da Poste Italiane sia da parte tua, sia da parte di tutti gli altri aventi diritto.
I tempi di successione dei buoni fruttiferi postali non sono molto rapidi, dato la necessità di verifica da parte di Poste Italiane di tutte le richieste degli eredi. In linea di massimo la pratica di riscossione dei Buoni fruttiferi postali richiedere dalle tre alle quattro settimane.