La Legge di Bilancio 2024 ha introdotto una modifica significativa riguardante il calcolo dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE). In particolare, era prevista l’esclusione dal calcolo dei titoli di Stato e dei buoni fruttiferi postali fino a un valore di 50.000 euro. Tuttavia, questa misura, che potrebbe avere un impatto rilevante per molti nuclei familiari italiani, non è ancora operativa. Il ritardo è dovuto alla mancata emanazione del decreto attuativo, necessario per modificare il regolamento vigente, risalente al 2013.
Buoni fruttiferi e titoli di Stato esclusi da calcolo ISEE 2024: il punto della situazione attuale
Nonostante la previsione di escludere dal calcolo dell’ISEE specifici titoli finanziari, come Buoni del Tesoro (BOT e BTP) e Buoni Fruttiferi Postali, la misura non è ancora entrata in vigore (ne avevamo parlato qui). Questo ritardo è dovuto all’attesa del decreto attuativo che modificherà il DPCM n. 159 del 2013, il regolamento che elenca le componenti patrimoniali considerate per il calcolo dell’ISEE.
L’esclusione riguarda, oltre ai Buoni del Tesoro, anche altri strumenti finanziari come Certificati di Credito del Tesoro (CCT), Certificati Zero Coupon (CTZ) e Libretti di Risparmio Postale. Tuttavia, fino a quando il nuovo decreto non verrà pubblicato in Gazzetta Ufficiale, i contribuenti devono continuare a indicare questi strumenti finanziari nelle loro Dichiarazioni Sostitutive Uniche (DSU).
Buoni fruttiferi e titoli di Stato esclusi da ISEE 2024: tempistiche e prossimi passi
Il processo di attuazione della misura si è rallentato anche a causa delle necessarie verifiche di conformità con le normative sulla protezione dei dati personali. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha trasmesso uno schema di decreto al Garante per la protezione dei dati personali, che ha espresso parere favorevole (Parere n. 290). Nonostante questo passo avanti, la pubblicazione del decreto attuativo in Gazzetta Ufficiale, indispensabile per l’entrata in vigore della nuova normativa, non è ancora avvenuta.
Una volta pubblicato, l’INPS dovrà emettere una circolare che chiarirà le modalità operative e i termini per la presentazione delle nuove DSU, nelle quali non dovranno più essere inclusi i titoli di Stato e i buoni postali fino al valore indicato.
Critiche e considerazioni sulla misura
L’introduzione di questa modifica ha suscitato diverse critiche. Alcuni osservatori hanno evidenziato come l’esclusione dei titoli di Stato dal calcolo dell’ISEE possa creare disparità tra i nuclei familiari. Infatti, chi può permettersi di investire in questi strumenti potrebbe beneficiare di agevolazioni, come l’Assegno Unico per i Figli, bonus per le bollette di luce e gas, e altri sussidi, a discapito di famiglie con minori risorse finanziarie.
Il governo, tuttavia, ha deciso di procedere con questa modifica, nonostante le critiche, fino a includerla nel decreto PNRR. Inizialmente, la proposta prevedeva di escludere i titoli di Stato dal calcolo dell’ISEE solo per i percettori dell’Assegno di Inclusione e del Supporto Formazione Lavoro. Successivamente, si è deciso di estendere questa esclusione a tutti i casi previsti dalla normativa ISEE.
Previsioni per il 2025
In conclusione, mentre l’esclusione dei titoli di Stato dal calcolo dell’ISEE rappresenta una modifica potenzialmente vantaggiosa per molti contribuenti, l’assenza del decreto attuativo necessario ne ritarda l’effettiva applicazione. Le famiglie dovranno attendere l’inizio del 2025 per sapere se e quando potranno usufruire di questa agevolazione. Nel frattempo, rimane l’obbligo di dichiarare tutti i titoli e i buoni postali posseduti al 31 dicembre 2022 nelle DSU.