Il buono fruttifero postale ordinario con durata ventennale resta una scelta di primo piano per chi cerca un investimento garantito, privo di costi di sottoscrizione e con un piano di rendimento predeterminato. Emesso da Cassa Depositi e Prestiti e collocato da Poste Italiane, questo strumento si caratterizza per l’assenza di commissioni applicate all’investitore (fatta eccezione per le normali imposte), la garanzia statale del capitale e tassi di interesse crescenti che premiano chi resta fino alla scadenza naturale. Con un tasso annuo lordo a fine periodo pari al 3,00% e una tassazione agevolata del 12,5% sugli interessi, viene spontaneo domandarsi: in che misura conviene davvero stipulare oggi un buono ordinario e mantenerlo per vent’anni?
Buono ordinario 20 anni: caratteristiche e rendimento
Il buono ordinario ventennale nasce con un meccanismo di capitalizzazione composta annuale, benché il calcolo degli interessi avvenga su base bimestrale. Durante il primo anno non si maturano interessi in caso di rimborso anticipato, ma a partire dal secondo anno il risparmiatore percepisce un rendimento crescente, che parte (attualmente) da uno 0,75% annuo lordo e arriva al 3,00% nel ventesimo anno. Questo schema fa sì che l’effetto leva sul capitale diventi progressivamente più significativo, incentivando la detenzione a lungo termine.
La possibilità di chiedere il rimborso totale o parziale (a partire dal secondo anno e in importi minimi di 50 €) senza alcuna penale rende il buono ordinario più flessibile di molti conti deposito vincolati. Chi dovesse anticipare i tempi, tuttavia, si vedrà riconoscere solo il valore nominale del capitale sottoscritto (al netto degli oneri fiscali), perdendo la parte di rendimento prevista per gli anni successivi.
L’evoluzione dei tassi nei venti anni
Nei primi cinque anni la curva dei rendimenti rimane relativamente piatta, ma già al sesto anno il tasso passa all’1,25% lordo e si stabilizza poi su livelli sempre più elevati. Dal decimo anno (1,80%) in poi si assiste a un’accelerazione graduale: al quindicesimo anno si arriva a circa il 2,39%, mentre tra il diciottesimo e il ventesimo anno il rendimento sale dal 2,72% al 3,00% lordo annuo. Agli occhi di un investitore paziente, questa progressive yield curve rappresenta un punto di forza, poiché concentra il maggior guadagno verso la fine del commitment temporale.
Se si considera poi la fiscalità agevolata al 12,5%, il rendimento netto a scadenza si attesta poco al di sotto del 2,63% annuo. In un contesto di tassi di mercato comprimibili e di rendimenti reali spesso negativi a causa dell’inflazione, mantenere un rendimento netto costante vicino al 2,6% per vent’anni offre una protezione reale del potere d’acquisto del capitale.
Confronto con altri strumenti senza garanzia statale
A parità di orizzonte temporale, pochi strumenti finanziari offrono la stessa solidità garantita dallo Stato italiano. Un conto deposito vincolato a cinque anni può oggi rendere, al lordo delle imposte, un tasso simile al 3%, ma l’incertezza legata alla durata del vincolo, alle condizioni di rinnovo e alla tassazione al 26% penalizza chi cerca certezze.
Analogamente, i titoli di Stato a lunga scadenza (BTP) hanno tassi indicizzati al mercato e possono subire oscillazioni di prezzo in caso di vendita anticipata, esponendo l’investitore a rischi di mercato che il buono postale elimina completamente.
Chi ambisca a un rendimento più elevato può rivolgersi a fondi obbligazionari o a ETF, ma in tal caso perderà la certezza sia del capitale sia del rendimento prefissato, accollandosi commissioni di gestione variabili e oscillazioni di mercato. Per un investitore prudentissimo, la semplicità di un buono ordinario, con zero costi di gestione e garanzia statale, resta insostituibile.
Buono ordinario 20 anni: modalità di sottoscrizione e rimborso
L’acquisto avviene alla pari, partendo da importi di 50 € e in multipli dello stesso taglio, fino a un massimo giornaliero di 1.000.000 € per singolo intestatario. È possibile sottoscriverli in forma dematerializzata attraverso il sito o l’app di Poste Italiane (per chi è titolare di Libretto Smart o Conto BancoPosta abilitati all’online), oppure in formato cartaceo presso qualsiasi ufficio postale. La dematerializzazione ha il vantaggio di evitare il rischio di smarrimento del titolo cartaceo e di abolire il termine di prescrizione (per i titoli dematerializzati, infatti, il rimborso avviene automaticamente a scadenza).
Il rimborso anticipato è consentito senza alcun onere accessorio, ma il valore restituito varia a seconda degli anni già trascorsi: prima del compimento del primo anno si recupera solo il capitale; dopo il primo anno si aggiungono gli interessi maturati fino al momento della richiesta, calcolati secondo i tassi ufficiali indicati nel foglio informativo.
Rendimenti e piano di interessi
I tassi annui lordi alla scadenza, riconosciuti interamente a rimborsi avvenuti dopo 20 anni, sono pari al 3,00%. Il piano di rendimento effettivo lordo, anno per anno, è il seguente:
Anni di possesso | Rendimento annuo lordo (%) |
1 | 0,75 |
2 | 0,75 |
3 | 0,75 |
4 | 0,81 |
5 | 1,05 |
6 | 1,25 |
7 | 1,39 |
8 | 1,53 |
9 | 1,66 |
10 | 1,80 |
11 | 1,91 |
12 | 2,00 |
13 | 2,15 |
14 | 2,28 |
15 | 2,39 |
16 | 2,50 |
17 | 2,62 |
18 | 2,72 |
19 | 2,84 |
20 | 3,00 |
Al netto della ritenuta fiscale agevolata del 12,50% sugli interessi, il rendimento annuo netto a scadenza, come già anticipato, scende a circa il 2,62%. Questo tasso, pur non entusiasmante in un contesto di inflazione moderata, garantisce però la certezza dei flussi e la protezione del capitale iniziale.
Buono ordinario ventennale: quando conviene davvero
Il Buono Fruttifero Postale Ordinario a 20 anni è consigliabile se punti a proteggere il capitale e a beneficiare di un rendimento certo superiore al tasso reale di molti depositi e conti correnti, pur in un contesto di incertezza sui tassi di mercato. Il meccanismo dei rendimenti crescenti premia chi può permettersi di restare vincolato fino alla fine del piano, mentre la possibilità di rimborso anticipato rende il prodotto adatto anche a chi desidera mantenere un’arma di liquidità contro imprevisti futuri.
Se il tuo profilo è di tipo conservativo, con obiettivi di preservazione del capitale e rendimento moderato ma certo, questo buono ordinario rappresenta ancora oggi una soluzione competitiva. Al contrario, se sei disposto ad affrontare oscillazioni di mercato e a gestire strumenti più complessi, potresti considerare alternative a maggior potenziale di rendimento – a fronte però di rischi superiori. In ogni caso, l’assenza di costi di sottoscrizione e rimborso, insieme alla garanzia statale, collocano il buono ordinario fra le opzioni più rassicuranti per costruire un piano di risparmio di lungo periodo.