A caccia di titoli di stato che sono riusciti a battere l’inflazione? Inutile perdere tempo con i BOT (l’obiettivo fare meglio dell’inflazione è troppo ambizioso e i Buoni Ordinari del Tesoro che al massimo ammortizzano), decisamente meglio guardare ai BTP (ma neppure a tutti i bond di questo tipo indistintamente).
Il protagonista di questo articolo è proprio un BTP che da momento della sua emissione è stato in grado di battere l’inflazione. Leggendo queste parole si potrebbe essere portati a pensare che si possa trattare di una forzatura (anche alla luce della crescita dei prezzi al consumo). E invece no perchè parleremo di un BTP che veramente ha battuto l’inflazione premiando gli investitori che lo hanno comprato al momento del suo lancio (e dimostrando quanto fondamentale sia la selezione anche in asta).
Quale è questo titolo che ha fatto il miracolo?
Ha durata 30 anni il BTP che ha battuto l’inflazione
E’ il BTP identificato dall’ISIN IT0005534141 ad aver battuto l’inflazione. Il bond ha scadenza 1/10/1053 e venne emesso neppure tanto tempo fa: era inizio anno e la data di godimento è il 23/2/2023. Dalla denominazione ufficiale Btp Tf 4,5% Ot53 Eur, si deduce la cedola: 4,5%.
Attualmente il prezzo di questo bond è sulla pari, tuttavia nel corso della sua vita (per ora breve) le oscillazioni di valore non sono mancate. Si è passati dagli oltre 103 centesimi di aprile ai 95 cent di maggio. La curva quindi si è mossa come si può vedere dal grafico.
Ora nonostante la scadenza molto lunga (praticamente è BTP in questione è il benchmark sui 30 anni), l’hype è sempre stato forte. Ottimi volumi di scambi a luglio anche se è necessario tenere conto che siamo lontanissimi dalla durata che gli italiani amano (7 anni, il top per il risparmiatore medio) e quindi che l’acquirente medio è rappresentato dagli istituzionali.
Detto questo a noi interessa sapere come ha fatto questo BTP a 30 anni a fare meglio dell’inflazione. I numeri lo dicono. Tanto per iniziare chi lo ha comprato dallo Stato in asta, ad oggi ha diritto ad una cedola di quasi il 2% lordo. Va tenuto conto della tassazione BTP al 12,5% e quindi come rendimento siamo attorno al 2,6%.
Da febbraio a luglio l’inflazione dell’Italia calcolata dall’indice FOI è stata dello 0,6%. Quindi quel rendimento del 2,6% scende al 2% circa inteso in termini reali.
Sono questi numeri a certificare che il BTP a 30 ISIN IT0005534141 ha compensato l’inflazione.
E qui tanti lettori stanno sgranando gli occhio a solo leggere le parole “battere l’inflazione”. Correre quindi a comprarlo sul secondario?
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Comprare il BTP che ha compensato l’inflazione sul mercato secondario
Dopo l’asta tutti i titoli finiscono in quotazione sul mercato secondario MOT di Borsa Italiana dove si possono comprare da altri privati. Il BTP a 30 anni che ha fatto il miracolo non è da meno. Il taglio minimo di acquisto è di 1.000 euro e serve un conto deposito titoli per operare. C’è la tassazione da considerare e ci sono pure le commissioni perchè comprare un BTP ha un costo che varia da intermediario a intermediario.
Detto questo, bisogna capire se si è in grado di comprarlo. Si va su scadenze belle lunghe (scadenza 2053) ed è vero che è sempre possibile vendere BTP prima della scadenza ma bisogna vedere se si ha questo approccio speculativo.
Ad ogni modo la vendita dovrebbe essere fatta da un prezzo alto di quello dell’acquisto poichè se il prezzo fosse più basso bisognerebbe farsi carico di una perdita. Oggi siamo sulla parità e il problema è che non sta scritto da nessuna parte che i prezzi salgano nei prossimi anni. Su questo punto non ci si può sbilanciare per un motivo ben preciso: tutto è zavorrato dal rialzo dei tassi da parte della BCE. Fino a che l’EuroTower non dovesse cambiare rotta sul costo del denaro, pensare di comprare questo BTP a 30 anni che ha battuto l’inflazione un bel pò sotto la pari è ostico.