Quale è l’identità tipo del risparmiatore che investe in fondi comuni? Nel corso del tempo il profilo dell’investitore medio è profondamente cambiato. Una trasformazione che ha risentito delle dinamiche in atto nella società. Non c’è quindi nulla di cui meravigliarsi se il numero delle donne che scelgono di investire in fondi comuni ha registrato un forte aumento.
Il merito del balzo è della maggiore propensione all’investimento in questi strumenti di gestione del risparmio da parte delle donne ma anche della maggiore offerta. Rispetto al passato, infatti, oggi è molto più semplice comprare fondi online grazie a numerose piattaforme che offrono questo genere di servizio.
Premesso questo, vediamo adesso come è cambiato il grafico a torta dei sottoscrittori. A fare luce sulle tendenze in atto sul mercato, lato risparmiatori/investitori, è stata una ricerca condotta dall’Osservatorio sui sottoscrittori di fondi comuni dell’Ufficio Studi Assogestioni. Secondo questo studio al 31 dicembre 2020, le donne rappresentavano ben il 47% dei sottoscrittori di fondi comuni. Una partecipazione in netto rialzo visto che nel 2002, il peso delle donne sul totale dei sottoscrittori era pari al 42%. Anno dopo anno, quindi, sempre più donne hanno scelto di investire in fondi comuni.
Significativa della maggiore partecipazione è anche il peso delle donne sul patrimonio totale detenuto. Nel 2020 questo secondo parametro ammontava al 45%.
La tendenza in atto sul mercato del risparmio gestito è quindi triplice:
- aumentano le donne che investono in fondi comuni
- aumenta la quota di patrimonio gestito in mano alle donne
- si riduce il divario tra uomini e donne nella sottoscrizione di fondi comuni.
A queste tre direttrici se ne può aggiungere una quarta che deduciamo alla luce di quella che è la nostra esperienza nel settore. La crescita della piattaforme che permettono di comprare fondi direttamente dal proprio computer e a costi molto accessibili. Un esempio è Fundstore, la piattaforma italiana che consente di investire in fondi comuni a condizioni molto vantaggiose che puoi scoprire cliccando sul bottone in basso.
Investitore in fondi comuni: le fasce di età
Sempre la ricerca condotta dall’Osservatorio sui sottoscrittori di fondi comuni, ha permesso di fare chiarezza sulla distribuzione dei sottoscrittori in base all’età. Anche su questo fronte non mancano gli spunti interessanti poichè con l’aumentare dell’età, diminuisce la percentuale di uomini che decidono di investire in fondi comuni. Se nella generazione Z gli uomini che investono in fondi comuni sono il 60% del totale, tra gli ultrasettantenni si scende al 40%.
Lo scarto è enorme e vale per tutte le categorie di prodotto e quindi sia nel segmento dei fondi esteri, sia in quello dei fondi di diritto italiano e sia nei fondi cross border. Tra le donne queste percentuali sono opposte. Quindi più alta è l’età, maggiore è il peso delle donne sottoscrittrici di fondi comuni.
Questa dinamica è praticamente opposta a quella che è possibile rilevare tra gli investimenti in generale. In questo caso, infatti, le donne più giovani hanno un peso molto più basso rispetto a quello degli uomini. Anche per quanto riguarda gli importi investiti esiste un gap di non poco conto. Infatti la massa investita delle donne è più bassa del 10% rispetto a quella delle donne. Mentre le prime raggiungono a stenti i 45mila euro totali, per gli uomini l’ammontare investito arriva a 49mila euro.
Cosa si può dedurre da questi trend così profondamente antitetici? Oltre alla generale riduzione del gap uomo/donna negli investimenti in fondi cui abbiamo fatto riferimento nel primo paragrafo, emerge anche un seconda tendenza: man mano che subentra la maturità, il peso decisionale delle donne in materia di risparmio e di investimenti tende ad aumentare mentre quello degli uomini cala.
Chi è il sottoscrittore di fondi comuni: tendenze per il futuro
Alla luce delle indicazioni emerse dal rapporto dell’Ufficio Studi Assogestioni, è plausibile che nel futuro il gap uomo/donna negli investimenti in fondi comuni possa ridursi ancora di più. Non è da escludere che si possa raggiungere una parità completa come in tanti altri ambiti della vita sociale.
Il trend non dovrebbe interrompersi neppure nell’attuale fase di estrema incertezza innescata dalla guerra in Ucraina. A tal riguardo, secondo Simone Bini Smaghi, vicedirettore generale di Arca Fondi Sgr, non è da escludere che la tendenza ad investire in fondi comuni possa addirittura crescere. Questo perchè da sempre i fondi comuni offrono molti vantaggi a tutela del risparmio e del risparmiatore.
Secondo il manager, inoltre, è nelle fasi di più alta incertezza che è necessario affidarsi a gestori di fondi che offrono strumenti per investire con efficienza a livello globale. Altro punto di forza del fondo comune di investimento è la possibilità di diversificare al massimo i propri risparmi. E qui si torna al ruolo della crisi perchè in fasi di alta incertezza è fondamentale avere un portafoglio diversificato per tutelare il proprio investimento.