Il conto corrente gratuito è davvero una chimera? No, il conto corrente a zero spese esiste, si tratta del conto corrente base ed è la soluzione prediletta da una certa categoria di contribuenti. Tuttavia va detto che è anche la soluzione ideale per chi fa poche operazioni o movimenti bancari e quindi non ne ha un quotidiano bisogno. Chi invece utilizza il conto molto spesso deve saper valutare l’offerta migliore del momento, sottoscrivere un contratto con la banca e leggere tutta la documentazione inerente, al fine di non essere sorpreso da eventuali costi nascosti (ma scritti nero su bianco sul contratto) che alla fine potrebbero emergere. È ovvio che anche la banca deve essere trasparente con il cliente, e il contratto nella sua interezza, con tutte le sue clausole, rappresenta proprio quel simbolo di trasparenza. Ma quali sarebbero questi costi nascosti di un C/C?
Conto corrente: costi nascosti o no? Leggere sempre il contratto
Invero, in un conto corrente i costi non sono poi così tanto nascosti, nel senso che ci sono alcune spese che, se masticate un po’ di banche e siete già titolari di un conto, sono note a tutti. Stiamo parlando, ad esempio, dell’imposta di bollo, che si applica sulle somme depositate che superano la soglia dei 5.000 euro. Senza dimenticare le spese di gestione, ovvero il canone annuo che il cliente paga per tenere aperto quel conto; le eventuali commissioni su prelievi, se effettuati presso sportelli ATM di altre banche o all’estero, nonché su bonifici. Alcuni istituti di credito offrono questi servizi a zero spese per acquisire clientela, altri lo fanno per un certo limitato periodo di tempo, solo per convincere un potenziale cliente ad aprire un conto presso di loro. Ci sono poi altri vantaggi che potrebbero essere utilizzati per poter azzerare tutte le spese di gestione e il canone annuo, come ad esempio l’accredito dello stipendio, l’accredito della pensione, l’apertura di una polizza assicurativa, e via dicendo.
Tutti i costi di un conto corrente
Il monitoraggio dei costi di un conto corrente avviene controllando il cosiddetto ISC, acronimo che sta per Indicatore Sintetico di Costo, che rappresenta la voce più completa per tener conto dei costi e delle spese annuali del conto di cui si è titolari. Di seguito un elenco dei costi più comuni di un conto corrente:
- Imposta di bollo: si applica sui conti correnti (ma anche sul conto deposito, sul conto postale, sui libretti di risparmio bancario e postale) se la giacenza media supera i 5.000 euro. L’importo è di 34,20 euro all’anno per le persone fisiche e 100 euro per le persone giuridiche.
- Canone annuo: spesso le banche offrono il primo anno di conto corrente, salvo poi applicare il canone annuo a partire dal secondo anno. I clienti potranno vedere dall’estratto conto una uscita in più dal secondo anno, che corrisponde al pagamento del canone annuo, ovvero la spesa che viene effettuata per tenere vivo il conto e mantenerlo aperto presso quell’istituto. Il canone annuo può essere applicato anche su eventuali carte di debito e carte di credito.
- Commissioni su prelievi e bonifici: se si effettua un bonifico istantaneo oppure un prelievo presso l’ATM di un’altra banca, è possibile andare incontro a una commissione, che può avere un prezzo variabile deciso dall’istituto. È preferibile quindi informarsi sull’importo di tali eventuali commissioni, soprattutto nel caso in cui queste commissioni siano azzerate nel primo anno di titolarità in base all’offerta sottoscritta.
- Spedizione documenti cartacei: se il cliente ha bisogno di documenti cartacei, è possibile che la banca carichi sul suo conto la spedizione della documentazione richiesta.
- Operazioni presso la filiale: è molto raro, oggigiorno, fare operazioni in filiale. Con l’incremento dei conti online, molte banche stanno sollecitando i propri clienti a utilizzare i servizi online e a fare tutto da casa, tramite home banking. Tuttavia in alcuni istituti è ancora possibile fare operazioni in filiale e a volte queste potrebbero avere un costo di operatività.