Il minimo vitale è valido non solo per i lavoratori dipendenti e i pensionati, ma anche per i liberi professionisti. Qual è l’importo non pignorabile? Il medesimo, ovvero il triplo dell’assegno sociale. A oggi l’importo dell’assegno sociale ammonta a 460,42 euro, pertanto l’importo non pignorabile equivale al triplo di questa cifra: 1.381,26 euro.
Minimo vitale per lavoratori dipendenti e pensionati
Cosa significa questo, precisamente? Che se su un conto corrente oggetto di pignoramento è presente una giacenza che non superi tale somma, allora non si può procedere con il pignoramento o con il sequestro. Questi provvedimenti possono essere attuati solo sulle somme eccedenti tale cifra. Quindi, facendo un esempio pratico, se su un conto corrente abbiamo 2.102 euro, il pignoramento riguarderà solo la cifra eccedente i 1.381,26 euro, vale a dire 720,74 euro.
A livello di pensioni, è notizia recente che il Decreto Aiuti Bis ha elevato da 750 € a 1.000 € il limite di impignorabilità delle pensioni. “Le somme da chiunque dovute a titolo di pensione, di indennità che tengono luogo di pensione o di altri assegni di quiescenza, non possono essere pignorate per un ammontare corrispondente al doppio della misura massima mensile dell’assegno sociale, con un minimo di 1.000 €”. Il minimo vitale per i pensionati era pari a 1,5 volte l’assegno sociale, quindi a 702,42 euro, ma con il nuovo provvedimento la soglia è stata alzata.
Somme non pignorabili sul conto corrente dell’imprenditore: a quanto ammontano?
Abbiamo parlato di somme derivanti da reddito da lavoro dipendente e da reddito da pensione. Ma cosa succede se siamo un libero professionista o un lavoratore autonomo? Il solito dubbio legislativo, che però la Cassazione ha recentemente risolto. Anche l’imprenditore, la partita Iva, il libero professionista ha diritto al minimo vitale.
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Tuttavia, c’è una condizione: spetta infatti al soggetto in questione dimostrare che l’importo considerato “minimo vitale” gli risulta fondamentale per vivere. E c’è anche un’altra differenza importante da sottolineare: il minimo vitale dell’imprenditore non ha un limite, ovvero non è lo stesso sopra descritto. Fissare a quanto ammonta questo importo, invece, spetta al giudice, che si baserà sulla situazione patrimoniale e reddituale che il soggetto avrà presentato per stabilire un minimo vitale non pignorabile.