Il lancio dell’Offerta Pubblica di Scambio sulle azioni Banco BPM da parte di Unicredit ha messo in allarme anche i detentori di certificates con sottostante proprio Banco BPM. Giustamente adesso sono in tanti ad interrogarsi su quello che potrebbe succedere a questi prodotti nel caso in cui l’OPS dovesse effettivamente riuscire portando all’integrazione tra le due banche. Ad alimentare una certa incertezza c’è stato il comportamento per certi versi particolare (ma comunque comprensibile) che alcuni emittenti di certificati con sottostante Banco BPM hanno assunto questa mattina. Ad esempio ci è stato segnalato che Leonteq ha messo il certificato CH1277651860 in BID only. Si tratta di un certificato express softcallable che come unico sottostante ha proprio Banco BPM.
Lasciando questo caso specifico (che comunque resta un segnale), cosa potrà succedere adesso ai certificati su Banco BPM?
Il destino dei certificati Banco BPM con l’OPS di Unicredit
Per rispondere alla domanda che fa da titolo a questo articolo, è necessario distinguere vari casi. Tanto per iniziare fino a quando l’OPS non sarà autorizzata e fino a quando non verrà implementata, non accadrà assolutamente nulla. I certificati con sottostante BAMI continueranno ad essere quotati come adesso.
La questione, invece, cambia nel caso in cui tutto dovesse andare secondo i piani di Orcel. L’offerta pubblica di scambio si configura infatti come operazione straordinaria. Ciò significa che saranno gli emittenti comunque a decidere caso per caso. Ad ogni modo lo scenario più probabile, potrebbe essere quello della sostituzione nei certificates sulle azioni Banco BPM con le azioni Unicredit. Si avrebbe quindi un cambio di sottostante. E nel caso in cui nello stesso basket dovessero essere presenti, tra le azioni sottostanti, sia Banco BPM che Unicredit? Ovviamente Banco BPM dovrebbe essere sostituita e allora sarà interessante capire con quale titolo avverrà questa inevitabile sostituzione.
Accanto alla questione “sostituzione” c’è poi un punto che di essa rappresenta una sorta di corollario: la necessaria riquotazione dello strike sottostante. Anche questo è un fronte tutto aperto. Logica fa pensare che con la sostituzione venga riquotato anche lo strike del sottostante. Ovviamente queste sono solo considerazioni perchè sarà tutto da decidere e a farlo saranno gli emittenti alla luce proprio dall’evoluzione del dossier OPS.
Gli effetti sulle azioni Banco BPM e Unicredit nel giorno dell’OPS
Se per adesso sui certificati è tutto congelato, le azioni dei titoli coinvolti nell’operazione Offerta Pubblica di Scambio si sono già mosse dando una prima fotografica dell’opinione del mercato. Banco BPM ha infatti chiuso in vetta al Ftse Mib mentre le azioni Unicredit sono andate a picco.
L’impressione è che l’offerta della banca guidata da Orcel non abbia sorpreso se non nelle tempistiche. Banco BPM è da tempo nel mirino di Unicredit, tuttavia in un momento caratterizzato dalla scalata della stessa Unicredit su Commerbank e dall’OPA di Banco BPM su Anima Holding (per non parlare della recente acquisizione di azioni MPS sempre da parte di Banco BPM), in pochi si attendevano un’offensiva Unicredit sulla banca guidata da Castagna. La situazione, quindi, è molto complessa e non è facile capire cosa potrebbe accadere.
Di certo però l’attuale offerta di Unicredit con un rapporto di concambio a 0,175 azioni Unicredit di nuova emissione per ciascuna azione esistente di Banco BPM e quindi un prezzo implicito di offerta pari a 6,657 euro per azione a premio di appena lo 0,5% rispetto alle quotazioni di Banco BPM del 22 novembre, appare bassa. Il dossier sarà esaminato dal consiglio di amministrazione di Banco BPM ma lo scenario più plausibile è che Unicredit possa alzare il corrispettivo per convincere gli azionisti del Banco BPM ad aderire. Ciò potrebbe far allungare ancora le tempistiche dell’operazione valutate da Unicredit in circa 7 mesi sempre che l’OPS dovesse concretizzarsi.
Solo allora sapremo cosa accadrà ai certificati con sottostante Banco BPM.