alla ricerca degli ETF da dividendo
Attenzione all'identificativo dist quando si cercano gli ETF da dividendo (www.risparmioggi.it)

Vuoi sapere se puoi creare un reddito passivo attraverso gli ETF da dividendo e logicamente quali sono i passaggi da eseguire? La prima buona notizia che posso darti è che si può tranquillamente fare. La seconda è che, contrariamente a quello che magari avrai sentito dire allo sportello della tua banca, non è neppure tanto complicato riuscirci.

Nei prossimi paragrafi chiarirò perchè ritengo che gli ETF siano lo strumento di investimento che meglio si presta alla creazione di reddito passivo per poi spiegarti come procedere. Dire che gli ETF da dividendo siano la soluzione più indicata in ottica rendita passiva significa riconoscere che ci sono comunque altre strade. Accennerò anche a queste in modo tale che tu ti possa rendere conto da solo perchè esse sono meno idonee al tuo obiettivo finanziario pur essendo, per carità, delle soluzioni validissime.

Se ti sei messo comodo possiamo iniziare.

I dividendi come strumento di reddito passivo

Si, i dividendi sono il più classico degli strumenti di reddito passivo. Non sono ovviamente l’unico visto che ci sono tanti investimenti adatti per generare rendite passive. Ma allora, se così stanno le cose, non è sufficiente andare alla ricerca delle azioni ad alto dividendo per poi inserirle nel proprio portafoglio di investimento? Che senso ha scomodare gli ETF da dividendo quando ci sono una marea di titoli azionari che staccano la cedola?

Non so se sei pratico del mercato azionario italiano ma proprio il Ftse Mib è stato uno degli indici che ha meglio remunerato gli azionisti nel 2024 in relazione all’esercizio 2023. Una marea di blue chip ha staccato la cedola e molto spesso il rendimento di questi dividendi è stato più alto rispetto a quello dell’anno precedente. In questa sede non ci interessa elencare le quotate italiane che hanno staccato il dividendo anche perchè ci sono fonti molto più autorevoli di questo sito. Ti basta considerare che per la prima volta dopo tanti anni di digiuno, anche società come ad esempio Banca MPS sono tornate a remunerare i loro azionisti. Siamo insomma nella situazione antitetica rispetto a quella di alcuni anni fa: se allora i titoli che staccavano la cedola erano una minoranza, adesso è chi non remunera i suoi azionisti ad essere nettamente minoritario.

Tutto questo lascia intendere che basta inserire in portafoglio quei titoli con il dividendo più alto per creare reddito passivo.

Troppo semplice per essere vero e infatti le cose non stanno affatto così. Ossia è vero e te lo confermo 100 volte che i dividendi sono un strumento per generare rendite passive ma non quelli relativi a singole azioni.

Svantaggi dei dividendi azionari nel creare reddito passivo e vantaggi degli ETF

La quotata X nel 2024 ha staccato un dividendo pari a Y in aumento rispetto a quello dell’anno precedente. Essendo il tuo obiettivo quello di creare reddito passivo, la tentazione di comprare azioni X è fortissima. In realtà il fatto che sia presente una cedola consistente da solo è insufficiente. Dovesti infatti considerare tutta una serie di altri elementi dal rendimento del dividendo (dividend yield) fino all’andamento del conto economico e finanziario passando dal modello di business. Il discorso quindi si complica perchè una cosa è tenere conto del dividendo Y in aumento su base annua (il dato è quello e c’è poco da aggiungere) e un’altra è calcolare il rendimento della cedola e poi analizzare il modello di business e poi valutare il bilancio.

Tutto diventa quindi molto complicato. Questo è il primo svantaggio che i dividendi azionari presentano in ottica creazione reddito passivo. C’è poi un secondo svantaggi che, da un certo punto di vista, è pure peggiore del primo: che fine fa la tanto invocata diversificazione se compri singoli titoli? Ne potrai acquistare pure 10 su 40 (il numero delle quotate sul Ftse Mib) ma in ottica diversificazione sempre inefficiente resterai!

Questi due svantaggi che i singoli dividendi azionari presentano nell’ottica rendita passiva, si tramutano in svantaggi cambiando lo strumento e passando agli ETF da dividendo. Per loro natura i fondi a gestione passiva garantiscono un’ottima diversificazione, hanno un profilo di rischio più basso e ben si adattano alla generazione di reddito passivo.

Attenzione perchè sto parlando di ETF da dividendo e non fondi attivi da dividendo. Il famoso sportello della tua banca nel momento in cui paleserai la tua volontà di generare rendite passive con i fondi da dividendo potrebbe suggeriti i classici fondi comuni attivi che puntano a battere il mercato (gli ETF invece lo replicano soltanto). Ebbene questi fondi tanto pubblicizzati dalle banche hanno alte commissioni e costi annuali non di poco conto. Risultato è che il tuo rendimento se lo mangiano queste spese e così altro che rendita passiva!

ETF da dividendo è la soluzione migliore per generare reddito passivo.

E adesso ti spiegherò come fare. Prima però dai un occhio a queste risorse utili sull’investimento in ETF:

Trovare gli ETF da dividendo

Il primo passo è la scelta degli ETF. Sul mercato ce ne sono una marea e di tutti i tipi. E allora come regolarsi?

Se la tentazione è quella di tornare alla banca…aspetta un attimo.

In fin dei conti trovare gli ETF da dividendo è semplicissimo perchè basta guardare il nome del fondo. Te la faccio brevissima: se nella denominazione dell’ETF è presente la sigla Dist (proprio così) hai a che fare con un ETF che distribuisce dividendi (questo Dist sta appunto per distribuzione). Se non c’è il Dist niente distribuzione di cedola (in questo caso hai dinanzi un ETF ad accumulazione che, per quella che è la tua finalità, non serve a nulla).

Hai imparato a trovare da solo gli ETF da dividendo. In realtà (sarebbe troppo semplice se tutto dipendesse solo da quel Dist) oltre agli ETF con questa denominazione dovresti considerare anche quelli che sono proprio focalizzati su indice che replicano società ad alto dividendo. Attenzione, però, perchè queste aziende pur staccando cedole elevate non è detto che abbiano anche profitti elevati. Ciò significa che dovrai vagliare caso per caso anche perchè soprattutto negli Stati Uniti sono sempre più frequenti i casi di grandi società quotate che piuttosto che staccare la cedola, usano la massa si utili per riacquistare azioni proprie. Tecnicamente si parla di buyback ma in questa sede non ti interessa più di tanto.

Ciò che devi tenere a mente è che:

  • per trovare ETF da dividendo è necessario che nella denominazione sia presente la sigla Dist
  • sul mercato ci sono comunque tanti ETF non a distribuzione che replicano società che staccano alti dividendi
  • non è detto che le società che hanno un alto dividendo, siano allo stesso tempo capaci di generare alti profitti
  • tante società che generano alti profitti neppure staccano la cedola preferendo i buyback

Le risorse utili per approfondire le tematiche toccate in questo paragrafo sono:

Generare reddito passivo con gli ETF da dividendo

Avrai imparato a trovare gli ETF ad alto dividendo. Perfetto perchè ora sei davvero all’ultimo step: la creazione del reddito passivo (che poi è quello che ti interessa davvero). La prima cosa da fare è capire se il dividendo offerto è alto oppure basso. Te lo dico già: non serve guardare all’ammontare perchè il dato da considerare è il rendimento da dividendo. Per creare il tuo reddito passivo ti servono i migliori dividend yield.

Il rendimento da dividendo, è un parametro fondamentale per gli investitori, che nasce dal mondo azionario. Quando si parla di stock, il dividend yield misura quanto un’azienda paga in dividendi ai suoi azionisti rispetto al prezzo delle sue azioni ossia il rendimento che potrai avere sotto forma di dividendi, per ogni euro investito nell’acquisto di azioni di quella società.

Traslando al mondo degli ETF, il rendimento altro non è che il rapporto tra dividendi annui per quota e prezzo della quota stessa. Quindi se il tuo ETF sta pagando un dividendo di 0,5 euro e tu hai speso 18 euro per comprarlo, il rendimento è 0,0277 ossia il 2,77%.

?E’ buona regola non limitarsi all’analisi del solo ultimo mese ma inglobare almeno lo storico annuale in modo tale da avere un dato più corrispondente alla realtà possibile.

Il calcolo è molto semplice da eseguire e può essere replicato N volte su tutti gli ETF di tuo interesse.

Se vuoi costruire tutto un portafoglio di ETF ad alto dividendo, inizia scegliendo i fondi che fanno al tuo caso (ricorda il dist nella denominazione oppure orientati verso ETF che replicano indici composti da azioni da dividendo) e poi fai le tue comparazioni usando come parametro proprio il rendimento da dividendo. Tramite la semplice formuletta in grassetto, trova gli ETF da dividendo da inserire nel tuo portafoglio e procedi con l’acquisto.

Per agevolarti nella ricerca puoi usare gli strumenti di confronto che le piattaforme specializzate in ETF ti mettono a disposizione. Si tratta di funzionalità del tutto gratuite e semplici da usare.