dividendi azionari
Rendimento Borsa Italiana con e senza dividendi (www.risparmioggi.it)

Stagione degli stacchi dei dividendi di Borsa Italiana appena all’inizio, proprio oggi è iniziato il pagamento delle cedole staccate il 22 aprile ad eccezione di Stellantis e Ferrari che vanno a maggio, ma è già tempo di bilanci anche perchè oramai tutte le quotate del Ftse Mib hanno deliberato sulla remunerazione degli azionisti.

E allora, visto che i calcoli si possono fare, scopriamo quanto rende il paniere di riferimento di Borsa Italiana con e senza il peso dei dividendi azionari. Per analizzare questo aspetto facciamo riferimento ai dati dell’anno scorso quindi performance del Ftse Mib in tutto il 2024 e, sempre nello stesso arco temporale, rendimento dell’indice allargato alle cedole. Infine raffronto.

Rendimento Ftse Mib grezzo VS rendimento Ftse Mib con i dividendi

Il 2024 del Ftse Mib ci era chiuso con una progressione del 7% grazie alla quale l’indice di riferimento di Borsa Italiana si era imposto come uno dei migliori a livello europeo. Tenendo anche conto degli aggiustamenti per i dividendi, il rendimento effettivo dell’indice sale fino al 12,9%. Balza subito all’occhio l’enorme discrepanza tra i due dati.

Qualcuno, giustamente, può obiettare che il dato di un solo anno non può fare tendenza. Osservazione giusta anche perchè proprio l’anno scorso i dividendi totali di Borsa Italiana era ammontati a 36,5 miliardi di euro, in rialzo rispetto al monte-complessivo dell’anno precedente.

E allora occorre allargare il frame temporale su un periodo più vasto. Assumendo gli ultimi 5 anni, la tendenza non cambia. Nell’ultimo quinquennio, infatti, il Ftse Mib è salito del 110% se considerato un modo spurio (una variazione che, detto tra parentesi, la dice lunga sulle reali cause tecniche alla base dell’attuale ritracciamento) e del 159% comprendendo anche i dividendi staccati nello stesso periodo.

Non ci sono allora dubbi: Borsa Italiana rende molto di più con i dividendi inclusi. In poche parole se non ci fossero le cedole, la progressione sarebbe molto più contenuta.

Il dato conferma la centralità dei dividendi sul mercato azionario italiano.

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Oltre Piazza Affari: quanto pesano i dividendi sulle altre borse?

Visto un divario simile, il confronto con quello che avviene sulle altre borse, è di diritto.

Anche altrove i dividendi azionari pesano così tanto o quella italiana è una specificità irreplicabile?

La risposta è complessa perchè dipende dove è questo altrove.

Se assumiamo come punto di riferimento Wall Street non ci sono tanti dubbi: in Usa i dividendi azionari sono un aspetto molto secondario dell’investimento. Oltre Oceano non è che ci sia tutto questo interesse a garantirsi reddito passivo con le cedole, meglio speculare sui movimenti di prezzo cavalcando una market cap che le azioni italiane sognano.

E allora nel 2024 l’S&P 500 ha messo in cassaforte il 3%, percentuale che sale ad un modesto 4,4% comprendendo anche i dividendi. Pure allargando l’analisi agli ultimi 5 anni, il trend quello resta: senza cedole l’S&P 500 ha reso l’81,8%, con le cedole il 96,4%. Insomma in Usa i dividendi azionari contano poco (del resto basta guardare alle cedole striminzite dei colossi tech) ma questo si sapeva.

Il discorso cambia se il confronto con è con i dividendi azionari delle borse europee. In Germania il Dax nel 2024 è salito del 9% ma l’indice allargato alle cedole ha fatto molto meglio con un +16%. Stesso rapporto nel quinquennio: il paniere di riferimento della borsa di Francoforte è salito del 71% mentre quello che ingloba le cedole si è spinto quasi a ridosso del 100%. Non siamo sui livelli di Borsa Italiana, ma anche un bello spicchio del rendimento della borsa tedesca arriva dalle cedole.

E nel 2025 cosa succederà?

Come abbiamo già anticipato in precedenza, è appena iniziata la stagione degli stacchi dei dividendi. Il programma di aprile è quasi agli sgoccioli ma a maggio ci sarà il Dividend Day del Ftse Mib (19 maggio è la data da segnare sul calendario). Essendo pervenute grossomodo tutte le delibere sulla remunerazione degli azionisti, c’è ora sappiamo che nel corso dell’anno sono attesi dividendi per un monte complessivo di 44 miliardi di euro.

Il dato è in aumento del 13% rispetto a quello dell’anno scorso. I dividendi quindi salgono in un contesto in cui, a differenza dell’anno scorso e anche di quelli precedenti, il Ftse Mib sembra rallentare (per ora la flessione da inizio anno è del 5%). Risultante di queste forze divergenti si è già vista negli stacchi del 22 aprile 2025. Tra le sette cedole del Ftse Mib, è spiccata quella di Stellantis non tanto per l’ammontare (in calo anno su anno) ma per il dividend yield capace di garantire. Con i prezzi delle azioni Stellantis a picco, il rendimento da dividendo è volato.

Certo nelle prossime settimane le azioni del Ftse Mib potrebbero cambiare rotta ma è molto probabile che nel 2025 Borsa Italiana sarà ancora più dipendente dai rendimenti. Non solo ma investire nelle azioni italiane da dividendo sarà uno dei pochi modi per pararsi dall’alta volatilità.

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