equity crowdfunding Italia Q1 2025

L’equity crowdfunding in Italia continua a evolvere, mostrando nel primo trimestre 2025 segnali di maturità e selettività. Dopo un biennio che ha visto prima un record storico e poi un consolidamento, i primi mesi dell’anno hanno registrato un andamento positivo con alcune importanti novità: meno campagne ma più performanti, con ticket medi in crescita. Vediamo quali sono le tendenze più rilevanti, i settori trainanti e le nuove opportunità per imprese e investitori.

Equity crowdfunding in Italia: meno piattaforme, più qualità

Nel primo trimestre del 2025, l’equity crowdfunding italiano ha raccolto circa 35 milioni di euro attraverso 48 campagne, mantenendo un solido tasso di successo intorno al 79%. Questo dato, riportato da CrowdfundingBuzz, segnala una crescente selettività del mercato: sono attive meno piattaforme, ma quelle presenti garantiscono migliori performance, puntando soprattutto su startup e PMI già strutturate, con fatturati superiori ai 500 mila euro. Piattaforme come Mamacrowd, BacktoWork e Doorway stanno emergendo come interlocutori privilegiati di aziende in fase di scale-up o in transizione manageriale, offrendo strumenti più evoluti di finanziamento alternativo.

I settori più attrattivi nel crowdfunding del 2025

Tra i settori che guidano il mercato troviamo foodtech, greentech, intelligenza artificiale, real estate e salute digitale. Questi ambiti attraggono maggiori capitali perché spesso offrono prodotti chiari, immediatamente scalabili e supportati da team solidi con esperienze dimostrabili. Le campagne di successo hanno in comune una comunicazione professionale, in particolare nella realizzazione di video e pitch deck, e possono contare su una community già consolidata, coinvolta attivamente prima del lancio della raccolta fondi.

Parallelamente, crescono anche le operazioni nel settore life sciences, che si conferma il comparto più attrattivo a livello europeo, con Italia, Francia e Olanda in prima linea nella raccolta capitali.

Evoluzione degli investitori: da retail a semi-professionali

Nel panorama italiano, si sta assistendo a un significativo cambiamento nella composizione degli investitori. Sebbene il pubblico retail continui a rappresentare il cuore delle operazioni di equity crowdfunding, cresce l’interesse di club deal, family office e investitori semi-professionali, attratti da strumenti di co-investimento, sistemi avanzati di screening delle opportunità e incentivi fiscali sempre più chiari e convenienti.

Inoltre, emerge l’importanza del mercato secondario, con iniziative che indicano un passo significativo verso la strutturazione di vie d’uscita per gli investitori, contribuendo a trasformare l’equity crowdfunding da mero strumento di raccolta fondi a leva strategica per lo sviluppo aziendale.

Equity crowdfunding Q1 2025: il panorama europeo e il ruolo italiano

Il contesto europeo dell’equity crowdfunding sta conoscendo una fase di forte espansione. Nei primi mesi del 2025, il mercato europeo ha raccolto oltre 80 milioni di euro da più di 20 mila investitori retail, superando significativamente i ritmi dello scorso anno. Nonostante siano 233 le piattaforme autorizzate a livello UE, l’Italia conta 41 piattaforme attive, di cui solo quattro (Walliance, Ener2Crowd, Doorway e Tifosy) hanno ottenuto il passporting necessario per operare in altri Paesi europei.

Tuttavia, l’accesso diretto delle imprese italiane a piattaforme estere resta ancora limitato, anche se casi di successo come Sealence (deeptech su Crowdcube) e MG Shell (medtech su Capital Cell) rappresentano importanti precedenti.