Una nuova richiesta di autorizzazione per la quotazione di un ETF Bitcoin Spot potrebbe presto finire sul tavolo della SEC che, sulla materia, si è sempre mostrata inflessibile bocciando tutte le domande precedenti tanto che ad oggi sul Nasdaq non è quotato alcun ETF Bitcoin Spot.
A differenza delle altre occasioni, però, in questo caso il richiedente è un nome illustre della finanza globale: iShares/BlackRock. Il gestore non ha bisogno di presentazioni e, secondo gli analisti, proprio il suo prestigio potrebbe spingere la SEC a cambiare approccio autorizzando il primo ETF Bitcoin spot della storia degli Usa.
Questo perchè BlackRock avrebbe lavorato molto attentamente alla strutturazione dello strumento prendendo spunto dalle ragioni del diniego che la SEC indicò nei rigetti delle richieste precedente. In poche parole BlackRock avrebbe strutturato il suo ETF Bitcoin spot per farlo piacere alla SEC. Bisogna ora vedere come si esprimerà l’autorità federale americana.
Sarà di BlackRock il primo ETF Bitcoin Spot? I motivi a favore
Era il mese di aprile quando ARK Invest e 21Shares chiesero per la terza volta il via libera SEC al loro ETF Bitcoin Spot. La vicenda, come nei casi precedenti, è finita chiusa in un cassetto. Adesso di prova iShares/BlackRock a far quotare il suo fondo a gestione passiva basato su Bitcoin veri (quindi l’emittente dovrà comprare Bitcoin in senso fisico per proporre uno strumento simile).
Proprio il funzionamento snello e semplice a cui BlackRock avrebbe pensato per persuadere la SEC è il punto di forza del nuovo strumento. Per distinguerlo dagli ETF che replicano i futures Bitcoin, quello sul BTC spot consente il riscatto e di conseguenza sarebbe possibile convertire le quote del fondo in Bitcoin reali. Si tratta di una procedura che NON esiste sul mercato.
Se un ETF così strutturato dovesse passare sarebbe la fine non solo per tutte le società che in questi anni si sono viste sbattere la porta in faccia dalla SEC ma sarebbe anche un bel ridimensionamento per i tanti fondi quotati che replicano il prezzo futures del BTC.
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Altro punto a favore: l’impressionante timing. Neppure un anno fa Bloomberg scriveva che i tempi per il primo ETB Bitcoin Spot erano maturi che a metà del 2023 ci sarebbero state grandi novità in merito. Siamo proprio a metà dell’anno…
E poi c’è il prestigio di BlackRock che è uno dei gestori di fondi più grandi al mondo ma che soprattutto è ben agganciato alla politica americana. A pensare male si fa danno ma questo è un dato di cui tenere conto.
Ma BlackRock potrebbe non farcela a far passare l’ETF Bitcoin Spot
Siamo realisti: BlackRock sarà pure BlackRock ma questo potrebbe non bastare per farsi approvare dalla SEC il primo ETF sul Bitcoin vero.
A spingere sul pessimismo, è il secondo nome coinvolto nell’operazione. L’ETF di iShares/BlackRock, infatti, è strutturato con la collaborazione dell’exchange Coinbase. In particolare BlackRock utilizzerebbe la Coinbase Custody come soluzione per l’archiviazione off-line.
Niente di male anche perchè le due società collaborano da tanto tempo con l’obiettivo dichiarato di far portare gli istituzionali verso le crypto.
Il problema è il timing. Coinbase da circa un mese è ai ferri corti con la SEC. L’autorità di controllo ha fatto causa all’exchange per il mancato rispetto delle leggi federali sulle security. Senza addentrarci troppo, la SEC contesta a Coinbase di non essere registrato come broker e di eludere le normative a riguardo.
Diciamo che, soprattutto per un occhio profano, non è che Coinbase sia il miglior biglietto di presentazione. Tuttavia questo potrebbe non significare nulla visto che la denominazione del primo ETF Bitcoin Spot quotato a Wall Street sarebbe iShares/BlackRock mentre l’exchange è nelle retrovie. Basterà per questa svolta storica?