Si chiama Future of Defense UCITS ETF (NATO) ma è stata già ribattezzato come ETF della guerra. Una denominazione spietata ma che in realtà riassume molto bene la natura di questo nuovo fondo: investire in società del settore difesa che fanno affari con la Nato. E cosa è oggi l’Alleanza Atlantica se non uno dei principali attori dell’infiammato contesto geopolitico?
Con il Future of Defense UCITS ETF (NATO) siamo quindi oltre il classico ETF difesa ma abbiamo a che fare con uno strumento che non solo è ancora più di nicchia ma che addirittura specula direttamente sull’industria della guerra. Dal punto di vista finanziario un prodotto che “fa notizia” ed è destinato a farne ancora di più se si considera che dal 14 luglio prossimo il famigerato ETF della guerra sarà quotato su Borsa Italiana.
Gli amici risparmiatori che già scalpitano per inserire questo ETF NATO nel loro portafoglio di investimento, non devono comunque attendere il 14 luglio visto che lo strumento è già negoziato sulla borsa di Londra e dal 4 luglio scorso anche a Francoforte e su XETRA. Per la procedura di acquisto si può fare riferimento alla guida su come e dove comprare ETF.
Ricordiamo che tra i broker più specializzati sugli ETF c’è XTB. Si tratta di un intermediario finanziario autorizzato dalla Consob e regolamentato dalle più importanti istituzioni di regolamentazione finanziaria. Attraverso la piattaforma proprietaria xStation 5 si può investire sia su ETF reali (anche frazionati) che su CFD su ETF. Inoltre con XTB si ha anche accesso ad una vastissima offerta formativa completamente gratuita.
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Trattandosi di uno strumento nuovo (che sicuramente affascina) è il caso di spendere qualche parola sulla sua struttura. Come funziona l’ETF della guerra?
Indice
Future of Defense UCITS ETF (NATO): cosa è l’ETF della guerra
Ribattezzato subito ETF della guerra, il Future of Defense UCITS ETF (NATO) consente di investire su un portafoglio diversificato a livello globale che replica l’indice EQM Future of Defense a sua volta comprendente 41 società con sede in un paese appartenente alla NATO e che traggono i loro propri ricavi principalmente dal settore della difesa.
Condizione affinchè un’azienda sia inclusa nell’indice è che essa generi almeno il 50% del suo fatturato dallo sviluppo e della produzione di aerei militari, attrezzature militari o che abbia contratti di sicurezza informatica con un paese membro della NATO.
Visto che il 14 luglio prossimo l’ETF delle guerra sarà in quotazione su Borsa Italiana, farà piacere sapere che tra i titoli presenti nell’indice replicato c’è anche l’italiana Leonardo.
Emittente dell’ETF è HANetf.
Come funziona l’ETF della guerra
Ma come funziona il Future of Defense UCITS ETF (NATO)? Abbiamo specificato che l’indice di riferimento ingloba 41 aziende del settore difesa che fanno affari con la Nato. Ebbene il fondo si presenta decisamente diversificato visto che la ponderazione di ciascun attivo è limitata al 5% per ciascuna società e al 50% per ogni Paese. Il prodotto è ad accumulazione e sulla borsa di Francoforte è identificato dall’ISIN IE000OJ5TQP4.
Alla base dell’esistenza stessa dell’ETF c’è un preciso ragionamento fatto dalla stessa HANetf. Secondo l’emittente quella in atto oggi tra Russia ed Ucraina è la più grande guerra terrestre europea dalla fine del secondo conflitto mondiale. Vero è che la minaccia di uno scontro militare tra Russia e Usa è basso, ma Mosca oggi è una minaccia per il mondo occidentale. In questo contesto la NATO rappresenta una linea di difesa essenziale per l’Europa.
Il nuovo ETF sulla guerra è in realtà il primo che specula direttamente sulla corsa agli armamenti da parte della NATO premiando le aziende che hanno appalti con l’Alleanza Atlantica.
Se si pensa alle tante tensioni regionali, come ad esempio quelle tra Cina e Taiwan, con implicazioni globali, si può avere un’idea delle potenzialità di questo strumento che investe non sulle guerre in generale ma sui conflitti che vedono la NATO in prima linea.
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Perchè l’ETF della guerra è un fondo interessante
La spesa militare mondiale è in aumento. Nel 2022 essa ha raggiunto quota 2,2 trilioni di dollari, un vero record. Una forte crescita della spesa per gli armamenti c’è stata nei paesi membri della NATO che sono dovuti correre ai ripari dopo l’attacco russo all’Ucraina. Oggi nei piani di spesa di molti governi occidentali viene specificato che almeno il 2% del PIL va destinato alla difesa.
Il settore è quindi molto promettente e non c’è da stupirsi se da una indagine condotta dalla HANetf sui gestori patrimoniali, ben il 78% ha affermato che oramai la geopolitica è fondamentale per scegliere gli ETF su cui investire.
Non si tratta solo di un incremento della spesa per le armi tradizionali. In realtà ad aumentare è anche la spesa per la sicurezza informatica e del cyber-spazio. Del resto la guerra in Ucraina ha confermato come oramai lo scontro sia anche nell’etere e sulla rete.
Il Future of Defense UCITS ETF (NATO) è più di un ETF difesa
Sul mercato ci sono già tanti ETF difesa (qui una lista dei migliori). Il nuovo ETF di HANetf è molto di più di un fondo che investe sulle difesa. Questi ultimi, infatti, spesso sono industriali pesanti e non sono focalizzati sulla NATO che è un’alleanza difensiva.
Ebbene il nuovo ETF della guerra è praticamente il primo ETF della NATO in quanto consente di investire su tutte quelle società che potranno beneficiare dell’aumento della spesa da parte della NATO.
Più di un ETF difesa ma anche più di un ETF sulla cyber-security o per meglio dire si inglobano entrambi ma andando oltre.
Perchè usare XTB per investire sugli ETF
I broker che consentono di fare trading sugli ETF sono tantissimi. Solo pochi, però, permettono di comprare ETF reali e al tempo stesso di speculare attraverso i CFD sulle variazioni di prezzo dei fondi.
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